Questa è una storia che non ho interesse ad ubicare nel tempo. Non ho neppure l’intenzione di entrare troppo nei particolari personali della vita di un ragazzo (o uomo, fate voi, è solo questione di scelta etimologica) perchè di sensazionalismi, eroi, zimbelli e mostri non sono capace di occuparmi. c’é chi è atto a farlo, e lo fa pure con efficienza: io sarei inutilmente goffo, dissacrante, antipatico.
invece vi parlo di un romanzo: si chiama “Aiutami a trovarla”, l’autore ha, per ovvie ragioni che vado a sciorinare, anagrammato il suo nome in Lenin Loinov Olac. La trama è già piuttosto edita, a dire il vero: due che si guardano una sera, la timidezza che li frena, l’occasione che sfuma. Nessuno sà nulla dell’altro. Ma nulla proprio. Lui non scrive ai giornali, non prenota striscioni da attaccare ad un aeromobile, non aspetta Godot su una panchina di fronte al locale in zona Pratello dove la sua testa fece click. No.
Lui un pomeriggio disegna i tratti del suo colpo di fulmine, apre una pagina facebook, e stampa centinaia di A4 in numero sufficiente da tappezzare nottetempo il centro di Bologna.
Colpì tutti, tranne lei. Gli sono piovute decine di proposte, interviste, opportunità… “sono io sono io, vediamoci”.
Macchè. Lui non voleva rimorchiare: lui voleva avere a che fare con lei. E ha raccontato tutto in un libro (disponibile anche in e-book) che neanche troppo indirettamente dà un profilo insolito e disincantato alla nostra città. E a chi la popola.
È una prova di creatività a mio avviso immane testare sugli altri la parte più privata di sè stessi, e proprio in un contemporaneo in cui la maschera, la bugia, la truffa sono così gustosamente disponibili.
“Aiutami a Trovarla” è una storia talmente reale che, abituati ai racconti un po’ patinati dal funzionale lieto fine, si prende il rischio di non piacere.
E un po’ di rispetto, da questo magazine, se lo guadagna.