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Creators Day 2025. La cultura incontra il digitale

28-05-2025

Di Laura Bessega

“Le organizzazioni culturali hanno tra le mani contenuti potentissimi, capaci di generare coinvolgimento autentico. Ma spesso mancano gli strumenti per raccontarli.”

Così sintetizza Giacomo Venezia, co-fondatore di Delizia Media, il motivo per cui oggi serve più che mai un evento come il Creators Day.

Il 13 giugno 2025, dalle 9.30 alle 19, lo Spazio Bianco di DumBO (Bologna) ospita la nuova edizione del Creators Day: una giornata di talk, workshop e incontri che mette in connessione il mondo della cultura con quello dei nuovi media e della creazione di contenuti. Un format ibrido, dinamico e accessibile che si propone di esplorare le tendenze del futuro, valorizzare la cultura digitale e stimolare la nascita di nuove traiettorie professionali.

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Ideato da Delizia Media in collaborazione con BAM! Strategie Culturali, il Creators Day è anche il frutto di un lavoro di co-progettazione partecipata che ha coinvolto oltre 30 realtà del territorio. Tra le novità di questa edizione: l’area podcast live, la call nazionale per nuovi format audio (Podcast Pitch Competition – qui per partecipare), panel con ospiti come Factanza, Caffè Design, Atomical, Chora e Will Media, e workshop curati da realtà come Housatonic e Dicolab.

A raccontarci la visione e la costruzione di questo evento, a cui stiamo collaborando anche noi di *ABOUT insieme all’agenzia di comunicazione ed eventi Super Porto, sono Giacomo Venezia (Delizia Media) e Federico Borreani (BAM!), che abbiamo intervistato per capire da dove nasce il Creators Day, cosa lo rende necessario e come sta contribuendo a trasformare il modo in cui raccontiamo la cultura.

Partiamo da Giacomo Venezia e Federico Borreani: perché Delizia Media e BAM! Strategie Culturali hanno deciso di unire le forze per organizzare insieme il Creators Day? Cosa avete visto l’uno nell’altro che ha fatto scattare questa collaborazione?

Giacomo: Abbiamo deciso di unire le forze per il Creators Day perché condividiamo l’obiettivo di promuovere e supportare il settore culturale. Essendo allineati di principi, abbiamo deciso di sperimentare nuovi format per la promozione del settore. Il Creators Day arriva a seguito di una collaborazione iniziata nel 2024 con la produzione e il lancio di Traiettorie, il video-podcast che racconta le organizzazioni culturali, per capire come funzionano, che impatti ricercano e che strategie adottano di fronte alle sfide di oggi. L’esperienza del podcast, risultata molto positiva, è parte di una strategia più ampia per contribuire a posizionare Bologna come città in cui la cultura può trovare spazio e nuove forme di racconto e il Creators Day vuole essere il momento in cui questo incontro avviene in presenza. Mettendo in comune le nostre due anime, BAM! Strategie culturali di carattere culturale grazie alla propria esperienza decennale di lavoro strategico con enti e istituzioni culturali di carattere nazionale, e Delizia Media, di carattere digitale e, in particolare, focalizzata sui nuovi media, è nata l’idea di orientare la terza edizione del Creators Day all’incontro tra questi due ambiti.

Federico: Innanzitutto abbiamo frequentato il Creators Day negli scorsi anni e l’abbiamo trovato una bella occasione di incontro tra le realtà del settore culturale e quelle creative che si occupano di comunicazione, nuovi media, digitale. Noi di BAM! ci occupiamo di lavorare al fianco delle organizzazioni culturali e far sì che raggiungano pubblici sempre più ampi e diversi, con contenuti rilevanti e coinvolgenti, quindi il tema ci sta a cuore.

Al Creators Day del 2024 abbiamo organizzato un talk su com’è cambiato il mestiere del bibliotecario e il ruolo delle biblioteche negli ultimi anni. Da lì è nata l’idea di fare un podcast insieme, Traiettorie, che è fuori da gennaio del 2025. Quattro episodi, ciascuno è un incontro fra due organizzazioni culturali che dialogano sulle sfide di oggi: musei e overtourism, partecipazione e festival culturali, accessibilità e teatro, archivi e digitale. Tra gli altri sono venuti a trovarci la Reggia di Caserta, il Teatro Stabile di Torino, la Pinault Collection di Venezia e il Teatro Regio di Parma.

Perché c’è bisogno di un Creators Day?

Federico: Perché il settore culturale ha bisogno di luoghi di confronto e incontro: prima di tutto tra gli stessi operatori del settore e poi con imprese e professionisti che possano mettersi al lavoro con loro per aumentare l’efficacia e l’impatto delle attività culturali. Oggi c’è bisogno di tante sensibilità e professionalità diverse per fare questo lavoro al meglio. E il CD è ideale proprio per il suo modello ibrido, ricco di contenuti: talk, workshop, formazione, networking. Senza essere dispersivo come una grande fiera o un festival.

Giacomo: C’è bisogno di un Creators Day perché manca, oggi, uno spazio dedicato a far dialogare in modo concreto il mondo della cultura con quello della comunicazione digitale e dei nuovi media. Le organizzazioni culturali hanno tra le mani contenuti potentissimi, capaci di generare grande coinvolgimento, ma spesso non hanno le risorse, gli strumenti o la fiducia necessari per valorizzarli su social e piattaforme digitali. Il Creators Day nasce per infrangere questa barriera e creare connessioni reali tra chi produce cultura e chi la racconta. Quando parliamo di digitalizzazione della cultura, non parliamo solo di innovazioni tecnologiche, ma anche di accesso, partecipazione e apertura a nuovi pubblici. Per questo, i social, i podcast e la creazione di contenuti in generale sono un canale privilegiato per raggiungere nuovi pubblici in maniera innovativa.  Inoltre, l’evento vuole ispirare e orientare nuove traiettorie professionali, soprattutto in ambito umanistico, culturale e creativo, mostrando come, con un approccio contemporaneo alla comunicazione, queste strade siano non solo possibili, ma sempre più necessarie e desiderabili.

Il Creators Day di quest’anno nasce da un percorso di co-progettazione che avete iniziato lo scorso ottobre coinvolgendo oltre 30 realtà del territorio. Che cosa è emerso da questo processo?

Giacomo: Il Creators Day di quest’anno è il frutto di un percorso di co-progettazione iniziato lo scorso ottobre grazie al supporto di Emil Banca, che sostiene l’evento fin dalla sua prima edizione. Per iniziare la nuova progettazione, abbiamo coinvolto oltre 30 realtà del territorio – tra istituzioni, organizzazioni culturali, enti di formazione e imprese creative – per costruire insieme le basi di questa edizione. BAM! Strategie Culturali ci ha affiancato nella progettazione del workshop, con l’obiettivo di rendere l’evento realmente utile per il territorio, ascoltando esigenze concrete. Ne sono nate connessioni autentiche, alcune delle quali si sono trasformate in collaborazioni e progetti. È emersa con forza la volontà di creare un momento che metta in dialogo professionisti di mondi diversi ma complementari, in un contesto come Bologna, con un formato nuovo, pensato per un pubblico giovane, dinamico e che offra qualcosa di concreto: relazioni, formazione, opportunità.

Una delle parole chiave del Creators Day è “connessione”. Come si crea un dialogo efficace tra il mondo della cultura e quello del digitale, spesso percepiti ancora distanti l’uno dell’altro?

Giacomo: “Connessione” è una parola chiave del Creators Day perché rappresenta l’obiettivo centrale dell’evento: creare un punto di contatto tra il mondo della cultura e quello dei media, che troppo spesso restano separati. Il Creators Day è, in questo senso, un esperimento: vogliamo testare nuovi modi per far dialogare questi due universi, creando uno spazio in cui ascolto e confronto siano alla base. Lo facciamo attraverso interventi ispirazionali, ma anche con momenti più attivi come workshop, incontri di formazione, un’area expo con realtà del settore e sessioni di matching pensate per far nascere collaborazioni reali. In un’unica giornata, proviamo a unire utilità e ispirazione, trattando temi rilevanti per entrambi i pubblici: dalla digitalizzazione della cultura al complesso rapporto tra AI e arte, dallo stato dell’arte della content economy ai trend futuri del mondo dei podcast e dei social, passando dal rapporto e dallo sviluppo tra le città e la produzione culturale.

Quali saranno i principali strumenti formativi e workshop di questa edizione?

Giacomo: Un esempio della collaborazione nata dal road 2 Creators Day è quella con Housatonic, che supporterà l’evento nella realizzazione e gestione dell’area dedicata ai Workshop. I workshop saranno tematici e aperti a tutti e i temi spazieranno su diversi fronti: dagli strumenti e processi per fare nascere e valorizzare idee a giochi interattivi per imparare a dialogare con l’AI, da strumenti e competenze per riattivare gli spazi attraverso la cultura a strumenti e strategie per creare una community di creativi.

Oltre ai workshop, che avranno un’impronta laboratoriale, il Creators Day sarà il momento di conclusione della Delizia Academy, un programma formativo gratuito realizzato da Delizia Media per under 35 che vogliono avviare un proprio progetto culturale e creativo. Durante l’evento, la Delizia Academy si aprirà a chiunque e sarà possibile prendere parte a formazioni di esperti sui temi dell’accesso al credito, della proprietà intellettuale delle produzioni creative digitali, del rapporto AI e creators digitali, di sostenibilità e tanto altro.

Secondo voi, cosa cercano e di cosa hanno bisogno davvero i giovani oggi quando si avvicinano al mondo della cultura e dei nuovi media?

Giacomo: I giovani hanno bisogno di linguaggi nuovi per scoprire da soli la cultura. Cresciuti nell’iper-accesso all’informazione e in un mondo fatto di bolle digitali, non hanno bisogno di più informazioni ma di strumenti per orientarsi e approfondire in modo personale e personalizzato la cultura, che parli la loro lingua. Per avvicinarsi al mondo della cultura, inoltre, i giovani hanno bisogno di nuove prospettive: vogliono sapere che è possibile vivere di cultura e di creatività, facendo quello che gli piace e trasformando i propri interessi in lavoro, la propria creatività in una vera e propria professione. I nuovi media, nati in contemporanea con loro, parlano la loro lingua e funzionano secondo le loro logiche, per questo rappresentano il canale più naturale per costruire queste possibilità.

Podcast e narrazioni digitali sono protagonisti della vostra programmazione. Perché questi media oggi riescono a raggiungere un pubblico così ampio e diversificato rispetto ai media tradizionali?

Giacomo: Podcast e narrazioni digitali sono oggi strumenti strategici perché permettono di costruire relazioni autentiche e profonde con il pubblico. Il podcast è un media “caldo”: chi ascolta lo fa per reale interesse, si affeziona alle voci, ai temi, ai ritmi. È versatile, si può ascoltare ovunque, e ha la forza di parlare direttamente a nicchie specifiche o community più ampie. Ma da solo non basta: va integrato in una strategia più ampia per raggiungere davvero il proprio target. Come Delizia Media, crediamo nel podcast come veicolo potente di contenuti e per questo, al Creators Day, abbiamo dedicato un’intera area a questo formato, in collaborazione con ABOUT Bologna.
Oltre a dare la possibilità di presentarsi ad alcuni podcast emergenti, stiamo organizzando in collaborazione con Baby Hurricane, casa di produzione di podcast emergenti fondata da Rossella Pivanti, direttrice artistica de ilpod.it, una Podcast Pitch Competition, la call aperta a podcaster, creatrici, creatori che hanno un progetto o un’idea di podcast. E per il miglior podcast scelto dalla giuria, un premio economico da corrispondere in servizi professionali necessari per la produzione tecnica o editoriale del podcast.

Qual è il ruolo di Dicolab nella costruzione del Creators Day di quest’anno, e che valore porterà all’evento?

Federico: ll tema della trasformazione digitale della cultura secondo noi è prioritario in questo momento storico e abbiamo deciso di metterlo al centro del nostro contributo al Creators Day. Dicolab. Cultura al Digitale è il progetto di formazione che sta accompagnando la trasformazione digitale del settore culturale italiano: è promosso dal Ministero della Cultura e realizzato dalla Scuola nazionale del patrimonio grazie ai fondi di Next Generation EU. Dopo aver costruito una ricca offerta formativa online, dal 2025 Dicolab ha inaugurato 10 Hub territoriali, luoghi fisici di incontro sul territorio nazionale per realizzare attività formative in presenza, tutte gratuite e certificate, e promuovere sinergie tra operatori del patrimonio culturale e realtà del settore digitale. Per l’Emilia-Romagna e le Marche, l’Hub Dicolab è gestito da noi di BAM! insieme a G-Lab S.r.l. Impresa Sociale, Fondazione Golinelli e Sineglossa.

Quest’anno il Creators Day avrà anche ospiti internazionali. Come cambia la prospettiva quando si allarga lo sguardo oltre i confini italiani?

Federico: In alcuni stati europei, come i Paesi Bassi, l’ecosistema culturale si è mosso già da tempo in direzione di una autentica trasformazione digitale. Non per niente la Scuola nazionale del patrimonio ha attivato il bando Digital Heritage Explorers che offre a 60 professionisti l’opportunità di un soggiorno formativo nei Paesi Bassi per approfondire la National Digital Heritage strategy olandese. Così abbiamo pensato di chiedere ad EYE, il museo del cinema olandese, di introdurre con un keynote il nostro talk sulla trasformazione digitale di musei e archivi del cinema, che vedrà partecipare anche il nostro museo nazionale del cinema di Torino.

Come abbiamo già accennato, la rivoluzione digitale ha introdotto nuovi canali e strumenti che permettono a giornalisti e non solo di raccontare storie in modi sempre più interattivi e coinvolgenti. Questo ha portato a una saturazione informativa, in cui il pubblico, bombardato da un’enorme quantità di contenuti che invecchiano alla velocità della luce, ne rimane in qualche modo sommerso. Pensate che i trend e la viralità possano soverchiare l’importanza dei fatti?

Federico: Certo che possono. Proprio per questo, le istituzioni culturali, che per definizione sono depositarie di patrimoni rilevanti e informazioni scientifiche e affidabili, devono almeno conoscere le regole del cosiddetto digital engagement. Poi possono decidere di utilizzarle o meno, ma devono poter giocare la loro partita nell’infosfera contemporanea e sapere cosa succede a un contenuto culturale nel momento in cui viene messo online. Per quello insistiamo tanto (e cerchiamo di formare gli operatori culturali) sull’importanza della strategia digitale.

Avete definito il Creators Day giornata per esplorare le tendenze del futuro. Secondo voi, quali sono le tendenze più significative oggi nel panorama della comunicazione culturale e digitale?

Federico: Purtroppo in tutti i settori, non solo in quello culturale, si tende a rincorrere le ultime tecnologie e ad appiattirsi sugli strumenti, piuttosto che concentrarsi su ciò che è più rilevante: i contenuti e i destinatari. Mi piacerebbe che il Creators Day aiutasse a farsi anche queste domande: cosa comunichiamo, e a chi, e perché. Non soltanto “come”.

Giacomo: Oggi, nel panorama della comunicazione culturale e digitale, ma soprattutto in un contesto in cui l’attenzione è sempre più frammentata, una delle tendenze più significative sarà quella di costruire e curare con attenzione le proprie community, creando qualcosa di autentico. I creators e le realtà culturali possono davvero creare il proprio palinsesto e decidere come comunicarsi, ma serve consapevolezza: gli strumenti sono tanti, ma senza obiettivi chiari diventano dispersione. L’approccio transmediale – che va oltre i social, integrando podcast, eventi fisici e contenuti editoriali – sarà centrale, così come l’uso strategico dell’intelligenza artificiale: non per sostituire, ma per permettere di stare al passo con i tempi e velocizzare la produzione di contenuti. In generale, la direzione è sempre più quella in cui ogni realtà deve pensarsi come una sorta di media indipendente, creando un team dedicato al racconto dei propri contenuti in maniera originale. E il mondo delle organizzazioni culturali parte avvantaggiato, perchè ha al suo interno una miniera di contenuti, informazioni e risorse autentiche e di grande interesse.

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