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Dal Giappone a Bologna. Ikigai Room, la casa fuori casa

19-03-2019

Di Valentina Fabbri

Ikigai: un concetto che può essere tradotto letteralmente come “la ragione per cui alzarsi al mattino”, una filosofia, una concezione di vita strettamente legata al quotidiano, alle passioni, a ciò che si desidera fare ogni giorno, a come farlo e a dove farlo, portata a Bologna direttamente dal Giappone, da Nicola Boari, Sonia Santoro Lee e Matteo Linari, fondatori e soci dell’Ikigai Room, spazio e associazione culturale che si trova nel cuore della città.

“Abbiamo deciso di portare a Bologna, attraverso il nostro locale, il concetto di kissaten: la cultura della casa fuori dalla casa, estremamente diffusa in Giappone” ci racconta Nicola.

I Giapponesi vivono in abitazioni davvero molto molto piccole e soprattutto nelle grandi città, come Tokyo, tendono a passare la maggior parte della loro giornata fuori dalle loro case e a selezionare accuratamente, sulla base delle loro esigenze e preferenze, locali, bar, caffetterie e spazi che per loro diventano una vera e propria seconda casa. In questi posti spendono ogni singola giornata per lavorare, incontrarsi con gli amici, coltivare le loro passioni, rilassarsi, ascoltare musica, vedere concerti di musica noise, leggere, bere sakè e anche per dormire a volte la notte, se necessario”.

I clienti quindi vivono a tutti gli effetti i bar o i locali che scelgono e hanno la possibilità di farlo senza l’obbligo di dover consumare cibi o bevande per tutta la durata della loro permanenza in loco, come invece solitamente avviene nei locali bolognesi e nei locali di molte altre città.

“Il nostro locale è stato inaugurato qualche mese fa – spiegano i ragazzi – con orari per adesso più limitati rispetto a quelli giapponesi, proprio con lo scopo di fungere da seconda casa. C’è la possibilità, per i bolognesi associati, di condividere le loro e le nostre passioni e sfruttare il nostro spazio per goderselo e per viverselo a pieno”.

All’interno dell’Ikigai Room si possono gustare sakè pregiati, prodotti in maniera artigianale e rari da trovare, si possono leggere manga, ci sono videogiochi, libri, e vinili originali introvabili in Italia perché sono stati comprati e portati dai ragazzi stessi direttamente dal Giappone. Vengono proiettati documentari legati alla cultura underground, musicale e socio-politica del Giappone; vengono ospitate anche delle mostre, nonostante lo spazio non sia una galleria d’arte.

Si possono inoltre ascoltare concerti di japannoise, musica che non è nata in Giappone ma è stata presa, modificata e portata agli estremi proprio in Giappone. Nicola Vinciguerra, che si esibisce con questo genere in tutta Italia e nel mondo, ha portato le sue sperimentazioni musicali più volte all’Ikigai Room.

Non c’è solo fruizione passiva di tutto il materiale che si trova nello spazio ma è prevista anche la possibilità di portare nel locale cose da casa, anche per lavorare in un posto che non siano la classica casa o il classico ufficio.

“In futuro, – aggiunge Sonia – verranno effettuati anche una serie di workshop al fine di far conoscere e far scoprire nuove passioni agli associati, in modo tale da incrementare l’interazione con loro e tra di loro”.

Un posto per sperimentare dialoghi di intrecci e lessici nuovi, “stanze” di senso ed esperienza che vi permettono di conoscere culture lontane ed apparentemente inaccessibili, ma sempre più vicine di quello che sembrano.

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