Design & Moda

Design Tales. Le storie dei designer in un magazine

16-03-2022

Di Sara Santori
Foto di Design Tales

È un magazine.

Ma anche un taccuino. Un albo illustrato. Una raccolta di ispirazioni. Di storie.

Nato durante il lockdown della primavera 2020, Design Tales parla di creatività nelle sue sfaccettature, attraverso i racconti intimi dei suoi protagonisti. Si può trovare su spaziomatteotti5.it oppure nello Spazio Matteotti 5, negozio di arredi e oggetti di design a Imola.

Le menti dietro al progetto sono quelle di Camilla Casadio, architetto specializzata in interni, Ines Ivkovic di studio Babai, designer grafica e curatrice di progetti editoriali, e Morena Dalmonte, fondatrice e retail manager di Spazio Matteotti 5.

Me lo hanno raccontato durante la nostra chiacchierata su Meet, ho letto e guardato i contenuti pubblicati sul sito. Ma ora stringo tra le mani la copia cartacea che mi hanno spedito e tutto acquista un altro sapore. C’è tutto. Ritrovo le parole, l’anima e gli intenti dietro al progetto.

«Tutto nasce da una bella amicizia tra noi tre. Ci siamo conosciute per lavoro, la mia parte è stata quella di averci fatto incontrare», racconta Morena.

Team di Design Tales

«L’idea della rivista nasce dall’interesse per la scrittura, il design, la progettazione d’interni, le tendenze, l’architettura. Amo leggere le riviste di settore e quello del magazine è sempre stato un mio sogno», continua Camilla.

«Siamo complementari. Camilla è caporedattrice e copy, facciamo le interviste insieme. Io mi occupo della direzione artistica e del progetto grafico. Morena è la mecenate», aggiunge Ines.

Accomunate dall’interesse per il mondo creativo e il design, è scattato in loro il desiderio di unire le proprie specialità e costruire qualcosa insieme. Così è nato Design Tales, in modo genuino, anche improvvisando. Inizialmente con la motivazione in più di sostenere il negozio di Morena durante la chiusura forzata.

Scorro le pagine, le parole sono accurate, misurate, delicate.

Quelle che sceglierei per descrivere questo progetto sono: racconto, intimità e gentilezza.

Partiamo dalla prima.

La parola tales del nome è stata scelta per l’approccio narrativo.

Camilla: «Mi ha stupito la disponibilità delle persone a raccontarsi, sono state interviste ricche».

Ines: «Abbiamo scelto come stile di riportare le frasi così come vengono espresse durante la conversazione, per non manipolare o rimaneggiare il pensiero altrui».

 

Finora sono usciti due numeri online e uno cartaceo. «Il primo numero su carta è stata un’emozione incredibile, vi ricordate?» chiede Ines.

Mi spiegano che le realtà indagate sono diverse tra loro e molto varie e che il filo conduttore è quello della creatività. «Seguiamo il nostro istinto, è un’improvvisazione costruttiva. Scopriamo tante cose, è come se ci stessimo formando mentre costruiamo un giardino di conoscenze da cui attingiamo» continua Ines.

Raccontano di personaggi noti, ma anche di piccole realtà; giovani alle prime armi e designer affermati. Partite da realtà locali, hanno poi ampliato il raggio.

Marco Costanzi, Giorgio Ragazzini, Marcantonio Raimondi Malerba, Marialaura Rossiello di Studio Irvine, per citarne alcuni.

La seconda parola: intimità.

Camilla: «Ci piace che le persone raccontino la professione in modo intimo, anche attraverso le aspirazioni, le difficoltà, i desideri».

Le interviste indagano l’immaginario creativo dei protagonisti delle storie. I loro percorsi di crescita personale e professionale, abitudini quotidiane, gesti e vissuti.

La terza: gentilezza.

Viene fuori, mentre Ines racconta, che adora il mondo del design e poter condividere con Camila e Morena un progetto dove creare in sintonia («per ora non ci sono mai stati scontri») e riconosce la gentilezza come un elemento fondamentale.

Gentilezza nella condivisione, nei racconti, nella veste grafica, aggiungo io.

C’è un’altra parola: fragilità. Emersa da diverse interviste, come racconta Ines.

Fragilità accolte come poetiche: il limite intrinseco del progetto di non essere mai finito. La conflittualità tra arte e design, tra l’essere propositivi e l’abbattersi nel non sentirsi all’altezza. La fragilità nel confronto con il mercato commerciale, e quello con il mondo esterno una volta usciti dall’ambiente universitario.

E molto spesso i punti di forza emergono proprio come risposta alle debolezze.

«Nel mio lavoro ho espresso nel tempo quello di cui le mie insicurezze avevano bisogno» come racconta in un’intervista Marcantonio Raimondi Malerba.

Il prossimo numero di Design Tales uscirà a giugno. Il progetto è che il magazine diventi semestrale, un ibrido rivista-libro, un tour box, con conversazioni che diventano contenuti. Le premesse mi sembra ci siano già tutte.

Morena ha l’obiettivo di agganciare qualche sostenitore: «Ho qualche anno in più, e dico alle ragazze che bisogna essere più concrete e pensare anche all’aspetto economico». «Ci tiene con i piedi per terra» aggiunge Camilla.

La speranza è poi quella di poter costruire una piccola distribuzione e poter organizzare eventi nel negozio di Morena, spazio fisico per loro molto importante per poter incontrare i creativi e i lettori.

Infine, ho chiesto loro un progetto da consigliare legato a Bologna, ecco le risposte (che anticipano alcuni contenuti del prossimo numero):

Ines: «Lo spazio di Marta Jorio nello studio Officina Margherita in via Santa Margherita 14A. È un progetto ibrido. Illustrazioni, sculture con vena ludica e sarcastica, oggetti ed eventi».

Camilla: «Vorrei dire lo studio del designer Valerio Sacchetti, luogo molto affascinante e ricco di ispirazioni. Ma è la sua casa privata, quindi consiglio il suo libro: Il design in tasca assolutamente da leggere».

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