Jimi Hendrix viene trovato morto il 18 settembre 1970 nel suo hotel di Londra. A Parigi il 3 luglio 1971 anche a Jim Morrison tocca la stessa sorte. Morti per overdose a ventisette anni. Una coincidenza? E se la storia fosse andata diversamente?
Alessandro Bruni, nel suo terzo romanzo Killing Rock Revolution (Persiani Editore, 2017), ordisce una trama originale attorno agli eventi tragici e ambigui accaduti ai più grandi musicisti rock tra il 1969 e il 1971, dall’incidente motociclistico di Bob Dylan, fino alla morte di Jim Morrison.
Il giovane Steve McBrown, una volta uscito dal carcere, intraprende il mestiere di fotografo. Dall’incontro con il critico musicale PJ, nasce una florida collaborazione che lo catapulta nel mondo dorato delle rockstar. Tra alcol, droga e sesso i due viaggiano per tutta l’Inghilterra al seguito dei più grandi artisti dell’epoca. Ma i misteriosi piani della CIA e dei servizi segreti inglesi per eliminare alcuni dei musicisti più scomodi della rock revolution, si intrecciano alla vicenda del giovane protagonista, trascinandolo in un vortice senza uscita.
Un romanzo che parla ad una generazione tra atmosfere libertine, musica, fatti realmente accaduti e un geniale colpo di scena finale.
Alessandro, com’è nata l’idea del romanzo?
“L’idea del romanzo nasce dal desiderio di intrecciare un certo periodo storico rilevante dal punto di vista sociale e musicale (1969-1971) e una spy story incentrata sulle morti misteriose di alcune rock-star dell’epoca: Brian Jones degli Stones, Hendrix, Jim Morrison. Mi interessano relativamente poco gli investigatori e gli indagatori della verità, molto di più le vittime e i carnefici, così gli anche i risvolti grotteschi, stralunati e psichedelici del periodo. Per questo ho scelto come protagonista un giovane fotografo, Steve McBrown, che ha la fortuna di immortalare istanti sacri della vita in scena e dietro le quinte di quei grandi musicisti e al contempo la sfortuna di diventare ingranaggio di una “macchina” che opera contro la rock revolution”.
Sei un appassionato di musica?
“Ovviamente tutto nasce da una irreversibile passione per la musica, per quella rock del periodo in particolare e per tutto ciò che concerne la libera espressione creativa”.
Il libro è illustrato. Che significato ha questa scelta?
“Le illustrazioni derivano da una idea dell’editore Persiani e dalla mano meravigliosa di Arianna Marconato che ha realizzato i disegni. Ho sposato questa intenzione con grande entusiasmo limitandomi a esprimere alcune preferenze sui vari campioni. Le immagini sono usate come indizi, suggeriscono qualcosa alla fantasia del lettore”.
Progetti futuri?
“Ho scritto tre romanzi toccando rispettivamente la tragedia degli equivoci, la commedia degli equivoci, la spy story degli equivoci. Credo sia venuto il momento di lasciare perdere gli equivoci e gettarsi sulle incertezze totali. Sto mettendo a fuoco una trilogia di storie sul rapporto fra l’uomo, la fede e i testi sacri. Vedremo, prima o poi tornerò anche al rock, ma più avanti”.
Alessandro Bruni ha esordito con La prossima estate (Giraldi Editore, 2008), ha pubblicato Ulisse aveva una figlia (Persiani Editore, 2015).
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