(A) Spasso - cosa fare in città

Electronic theatre al Kinodromo. La compagnia Icore porta in scena il “Cyberdramma” quotidiano di ognuno di noi

01-03-2018

Di Claudia Palermo

Un viaggio dentro la mente. Un viaggio tormentato dentro una mente che si guarda, quasi sviscerandosi tra musica elettronica, voci e corpi.

Benvenuti nel quotidiano cyberdramma umano.

A portarlo in scena venerdì 2 marzo dalle 21.30 al Kinodromo (via S. Rocco, 16), la compagnia teatrale Icore, nata a Bologna e composta da Azzurra Manetti, Daniel Vincenzo Papa De Dios, Federico Gnesutta, e Leonardo Sbabo.

Lo definiscono electronic theater ed è un progetto nato dall’unione di teatro e suono per raccontare un doloroso viaggio all’interno della mente del performer che è chiuso in una teca trasparente, mentre due attrici, fuori, sono proiezioni della mente stessa.

In occasione del loro prossimo spettacolo, ho incontrato Daniel, il regista della compagnia. 

“Cyberdramma è un progetto nato dall’idea di Leonardo Sbabo di unire musica elettronica e voce in un dialogo in cui la musica non è semplice sottofondo ma punta a creare delle sensazioni forti. L’idea successivamente diventa evento, insieme alla compagnia Icore, e a questo dialogo si aggiungono anche i corpi degli attori.

Le musiche sono di Sandro Vestita e di Leonardo, che ha scritto anche il testo. In scena saranno in tre: Elena Biagini, Irene Gonzàlez e lo stesso Leonardo. Quest’ultimo sarà dentro una teca trasparente come una sorta di entità tra essere umano e macchina.

E’ un viaggio che punta a coinvolgere direttamente gli spettatori attraverso il contatto con le due attrici, Elena e Irene, che li guideranno in un percorso e che, di conseguenza, saranno guidate dalle reazioni degli stessi. Non c’è una trama in senso narrativo, non c’è un racconto, lo spettatore non deve pensare di trovare un protagonista o un antagonista. È un’esperienza, un’immersione in una mente e uno spirito propri e altrui.

Lo spettacolo è un primo studio per la compagnia, una prima tappa che mira a raccontare e a condividere con il pubblico quello che abbiamo vissuto in questo primo periodo di lavoro costituito da improvvisazioni, sollecitazioni, discussioni, confronti tra i diversi membri della troupe. Una seconda tappa, per certi versi più integrale, avrà luogo il 24 Marzo allo Studio 54”.

Pensi che Bologna accolga e faciliti le varie realtà teatrali?

“Credo che Bologna stia crescendo e prendendo forza a livello artistico e quindi anche teatrale. Essendo una città molto eterogenea il pubblico è variegato, composto da studenti di diverse nazionalità e culture; è inoltre caratterizzata da un’ampia offerta per quanto riguarda eventi e attività culturali. Questo, però, può essere anche un rischio per le diverse realtà artistiche, perché associazioni e singoli artisti possono finire a gareggiare involontariamente per conquistarsi un pubblico. Ideale sarebbe creare una rete che coinvolga tutti: da un lato le diverse realtà artistiche e culturali, dall’altro le persone che abitano e che danno vita alla città stessa. In questo modo, più che di competitor si parlerebbe di alleati!”.

La compagnia opera principalmente a Bologna collaborando con spazi come il CostArena, il Teatro del Navile e lo Studio 54, e, seppure in poco tempo, le produzioni non sono state poche: Primo Battito: Varietà!, L’Idiotedio, Fiumi, Godot sono io, Secondo Battito: Varietà!

Operativi e con grande voglia di fare, considerano il teatro come una realtà capace di inglobare tutti gli ambiti artistici, una creazione che supera barriere spaziali e temporali, un momento di incontro e condivisione. Da qui la tendenza a creare rapporti non solo tra attori e regista, ma anche tra attori e spettatori per suscitare in questi ultimi maggiore consapevolezza culturale e artistica coinvolgendoli nell’esperienza teatrale. Icore si confronta infatti anche con spazi non convenzionali come piazze, case o appartamenti.

Condividi questo articolo