Design & Moda

Era ora market. La storia del progetto che unisce vintage, second hand e djset

27-05-2023

Di Pietro Di Carlo

Un progetto dinamico, originale e sostenibile. Queste potrebbero essere tre parole chiave per descrivere il lavoro di Alice Guastadini e Giulia Mazza, le due fondatrici di Era Ora Market.

Se siete amanti del vintage, del riuso e della moda o più semplicemente siete in cerca di esperienze bolognesi, vi consiglio di dare un’occhiata. Hanno collaborato con diverse associazioni locali, incoraggiano realtà lavorative differenti, e sono anche state scovate da Vogue Italia!

Abbiamo avuto modo, con un’intervista, di guardare più da vicino il progetto, e tutta la passione e la dedizione che questo porta con sé.

Cosa vi ha spinte a creare questo progetto? E come siete arrivate a scegliere proprio il nome “Era Ora Market”?

«Siamo da sempre appassionate di vintage e second hand, assidue frequentatrici del mercato della Montagnola fin da giovane età e negli ultimi anni anche sensibili al discorso del riuso e di come vestire second sia anche una direzione per alleggerire il pianeta, ridurre sprechi e contrastare una moda usa e getta.

Il nome “Era Ora market” è sembrato da subito perfetto per la sua doppia accezione. Da una parte il concetto del “finalmente!” era ora che ci fosse un mercato così, dall’altra proprio il discorso di un capo che “era” e che “ora” lo puoi riutilizzare».

 

Giulia, tu sei una fotografa, e Alice sei la fondatrice e una delle personalità dietro Neu Radio. Che accoppiata! Cosa della vostra professione avete personalmente portato nel progetto?

Giulia: «diciamo tutto il lato visivo, pensando appunto a un format grafico riconoscibile ma che allo stesso tempo fosse diverso da una rappresentazione classica legata all’immaginario dei mercati. Quindi l’idea di interpretare le varie edizioni e mesi dell’anno con un personaggio inventato che poi diventa la mascotte dell’edizione».

Alice: «la musica è parte integrante del nostro mercato e lo avvolge per tutta la sua durata; quindi, per ogni edizione curo un djset con una precisa ricerca. Non vuole essere solo un sottofondo ma anche un linguaggio aggregativo e spesso ci si ritrova anche a ballare e cantare. Inoltre, la musica sia per me che per Giulia è da sempre parte fondamentale dei nostri percorsi ed è stato ovvio inserirla come un’unica filosofia».

Qual è il concept dietro il vostro lavoro, e cosa vi rende diverse dagli altri market?

«Principalmente l’attitudine Do It Yourself. E poi, a livello di proposte, il riuscire a dare possibilità a tutti, quindi a chi ha realtà professionali ma anche ai giovanissimi che si stanno affacciando a questa dimensione, facendo una selezione che coinvolge anche tantissimo handmade e artigianato.

Grazie alla collaborazione con i ragazzi del Làbas siamo riuscite a creare uno spazio inclusivo e davvero aperto a tutti che va dalle signore dell’Arena Orfeonica, agli universitari, dalle fashion addicted a chi semplicemente vuole passare una giornata diversa».

 

Quali sono i piani futuri per Era Ora Market? Cosa avete in mente?

«Ci piacerebbe riuscire sempre a fare una due giorni in periodi dell’anno particolari come a Natale. Poi abbiamo iniziato una collaborazione con i ragazzi di Era Ora Noise, che con cadenza più o meno trimestrale curano un piccolo mercatino all’interno del nostro dedicato agli strumenti musicali usati e recentemente hanno provato ad organizzare anche un concerto e ci piacerebbe proseguire magari con una piccola programmazione».

 

Che ruolo giocano i social media nella promozione del vostro lavoro?

«Senza dubbio fondamentali! Aiutano a diffondere l’evento e creano nuovi contatti. Ci piace comunque mantenere anche una parte fisica che è quella di stampare le locandine dell’evento che in buona parte portiamo in locali, negozi vintage e non, creando una situazione di supporto reciproco perché oggi chi non fa rete affonda!».

Che tipo di clientela avete? A chi si rivolge Era Ora Market?

«Come anticipato prima la nostra clientela è davvero varia, soprattutto per età. Passano anche molti addetti ai lavori tipo ricercatori di moda, stilisti. E speriamo in futuro anche più turisti di passaggio».

 

Come ha risposto la città di Bologna ad un lavoro come il vostro?

«Molto bene e sempre più in crescita. Abbiamo avuto l’onore di essere citate come evento importante nell’articolo su Bologna di Vogue Italia curato da Giorgia Olivieri. E poi la diffusione dell’evento anche in tutta Italia, abbiamo tanti espositori che si fanno i chilometri per poter partecipare e la cosa che dà più soddisfazione è quando li vediamo contenti e con la richiesta di poter partecipare ancora».

 

Sono già segnati sul calendario i vostri eventi del 28 maggio e 18 giugno. Avete delle anticipazioni per noi? Come possiamo prepararci?

«Per l’edizione di maggio stiamo preparando le nostre shopper per l’estate anche con l’intento di ridurre le buste di plastica per fare shopping. L’illustrazione è stata realizzata da Lara Ottaviani un’artista che partecipa spesso ai nostri mercati.

Altre novità la cucina di Làbas sarà sempre aperta quindi possibilità di pranzare, fare merenda o cenare e in più il 28 maggio in serata dalle 19 si esibiranno in concerto i Mahlerinetti Clarinet Quartet dell’orchestra Senzaspine.

Per il futuro stiamo anche pensando ad un podcast… Ma al momento è solo un’idea».

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