Da mercoledì 26 maggio a mercoledì 2 giugno URBANA – Underground Art Project prende possesso del distretto urbano multifunzionale di DumBO: l’ex scalo ferroviario del Ravone, oggi di proprietà di FS Sistemi Urbani, ma in concessione a Open Event, una società formata da Eventeria e Open Group. Rivive per otto giorni lo sfarzo dei propri anni 90 quando il graffitismo la faceva da padrone.
Saranno proprio i writer di allora ad intervenire sulle pareti dello Spazio Bianco di DumBO accompagnati da tre grandi nomi del muralismo internazionale: Corn79, artista torinese, pioniere di progetti contemporanei per la riqualificazione estetica murale in Italia, Giorgio Bartocci, artista multidisciplinare che esplora il complesso rapporto tra l’uomo e il territorio in cui abita, dividendosi tra urban-art e product-design, e Luca Zamoc, modenese che studia la relazione uomo/natura attraverso la mitologia e mitologia/uomo attraverso la natura.
Oggetto del writing, le livree dei treni e i depositi ferroviari perché proprio il treno, dopo muri e portici, divenne luogo prediletto di questo linguaggio e proprio tra i binari dello scalo Bologna Ravone Dayaki (Speaker Deemo), Rusty e Shan-R (Deda degli SXM) scrissero su un vagone “MAGIC ART”. È nel 1995 che il Ravone si risveglia grazie alle visite di Ciufs, che sposterà la sua attività principalmente al DLF, poi Longe, che dopo una “prima missione” con Jed e Paniko, inizierà a frequentare il deposito assiduamente con Chob e Oida257 il successivo anno. Emblematica la nottata in cui i tre dipinsero, primi in Italia, un Pendolino, aggiudicandosi la copertina del magazine Aelle, e sembra sia stata una scelta degli operai quella di farlo uscire dalle officine “decorato” per viaggiare lungo tutto lo stivale.
Il Ravone divenne così seconda casa per questi writer, a cui ben presto si aggiunsero Texas, Goe, Jed, Lego e Trota mentre Longe e Chob fondarono una crew, i Ravone Burners, per celebrarlo. Longe era presente in Ravone quasi ogni notte, arrivando presto a contare, primo in città e tra i primi in Italia, 100 vagoni dipinti. Tra questi, uno lo dedicò alle vittime della strage del 2 agosto, scrivendo semplicemente quella data, così indelebilmente legata alla città. I treni girano, il nome Ravone Burners con essi: in poco tempo Ravone diventa una delle yard più conosciute non solo in Italia ma anche all’estero, meta di pellegrinaggio di writer da ogni dove.
Nel 1998 i Ravone Burners si sciolgono ma Chob e Texas fondano una nuova crew, i BB’S, a cui si uniscono immediatamente Fish, Gec, Grom, Leon, Race e Star. L’anno successivo una violenta retata interrompe l’attività dei BB’S e l’attività notturna di Ravone sembra giunta al capolinea ma in breve l’attività in yarde riprende passando alla storia come la golden age di Ravone.
Il programma prevede una rassegna ricca di musica e laboratori e la mostra Non solo muri, a cura di Lavinia Bottini e Cesare Bettini, che pone l’attenzione sui possibili esiti dell’arte urbana nel momento in cui si stacca dal suo supporto convenzionale, il muro, per approdare a tecniche e contesti differenti, supportata dalla partecipazione di alcune delle gallerie d’arte più all’avanguardia nel campo della ricerca sull’arte urbana, per un approccio al movimento suggestivo e innovativo.
Abbiamo incontrato Simona Gavioli, curatrice di URBANA – Underground Project, per farci raccontare le sfaccettature di questo ambizioso progetto artistico.
Quando ha incominciato a prendere forma URBANA e con quale scopo è stata avviata?
«Era novembre 2020. Insieme ad Andrea Giotti ripercorrevamo gli anni Novanta bolognesi, periodo in cui entrambi ci trasferimmo in città e ci conoscemmo. Era un periodo di grandissimo fermento culturale e l’attuale DumBO era all’epoca un polo cittadino pulsante di vita e subculture. Cercammo quindi di ricostruirne la storia e decidemmo di organizzare una manifestazione che celebrasse quel luogo. URBANA nasce così, in maniera inscindibile dal luogo per cui è stata pensata e con l’unico scopo di valorizzarlo, ricostruirne la memoria e ri-qualificarlo come centro propulsore di energie creative».
Il Ravone si è configurato come una delle principali yarde italiane dalla metà degli anni 90: che contributo può portare URBANA non solo a DumBO ma all’intera città di Bologna con l’intento di creare uno spazio in cui energie creative, artistiche e urbane facciano da collante cittadino?
«Come è stato detto anche durante la conferenza stampa URBANA è un evento che prevede già una ripetibilità nel tempo. Questo perché, attraverso una ricostruzione storica e il coinvolgimento dei protagonisti di allora, puntiamo a coinvolgere soprattutto i giovani, i nuovi artisti, i nuovi creativi, che possano trovare a DumBO terreno fertile per le loro idee, un luogo in cui crescere e sperimentare, grazie al confronto con una pluralità di attori e attività culturali che possano essere per loro stimoli costanti. E questo non può che avere ricadute positive per tutta la città».
In che modo il progetto intende raccontare la storia e gli sviluppi del Ravone?
«Per garantire una continuità storica e raccontare quello che il Ravone ha rappresentato per i giovani che negli anni 90 lo identificavano come una seconda casa abbiamo coinvolto uno dei suoi principali protagonisti: Chob. L’artista coordinerà un intervento pittorico e performativo sulla parete laterale dello spazio bianco su cui sarà realizzato un pattern che richiamerà visivamente le livree dei treni. I writer realizzeranno su questo pattern dei pezzi che ideologicamente entreranno in dialogo con quanto avvenuto nella yarde negli anni Novanta, approcciandosi alla parete come se stessero dipingendo il vagone di un treno».
Il writing agli inizi era relegato ad attività illegittima e non riconosciuta perchè detentrice e fautrice di messaggi, non solo artistici ma culturali, importanti, spesso fraintesi come sovversivi. Che ruolo hanno oggi invece writing e creatività urbana all’interno del tessuto comunitario? Come si sono evoluti nel tempo e quale la percezione e la concezione generale e lo scopo narrativo di questi?
«Il writing puro, così come nato agli inizi degli anni 70 a New York fortunatamente dura ancora in tutto il mondo e anche in Italia. Non ha niente a che fare né con l’arte né con messaggi socio-culturali. È un’esigenza di comunicare al mondo la propria esistenza, di indagare la propria personalità attraverso la riproduzione e l’evoluzione del proprio segno (tag), in maniera pura e libera dalle sovrastrutture. E a distanza di 50 anni continuano a esserci, in un continuo cambio generazionale, persone che si approcciano a questa “metodologia”. Alcuni però hanno evoluto il proprio segno e lo hanno legato ad altre pratiche, uscendo dal campo del writing puro ed entrando in quello dell’arte urbana.
L’arte urbana è uno strumento potente. Si impone allo sguardo di tutti creando inevitabilmente un dialogo con tutti i cittadini, che la comprendano o meno. Quale che sia la loro reazione si instaura comunque un rapporto fra opera e spettatore ed è proprio in virtù di questo rapporto che l’arte urbana sprigiona tutta la sua potenza. Grazie al legame inscindibile dal luogo, che contraddistingue tutte le pratiche urbane, l’arte può tornare ad essere, come nel Rinascimento, uno strumento educativo, un mezzo per raccontare storie e propagare valori. Può essere il congegno che fa scattare il senso di appartenenza a un luogo, che può sviluppare un senso di comunità».
Quali sono le attività principali su cui verte il progetto e come avete deciso di organizzarle?
«URBANA, come dicevo, vuole raccontare la cultura urbana a 360°. Ogni azione che compone il progetto è pensata per mostrare uno degli esiti a cui si è arrivati grazie alle esperienze maturate intorno al writing. Oltre all’azione coordinata da Chob, gli altri tre interventi pittorici realizzati da Corn79, Giorgio Bartocci e Luca Zamoc, offrono allo spettatore uno sguardo su tre linguaggi artistici molto diversi. La mostra Non solo muri curata da Lavinia Bottini e Cesare Bettini illustra alcuni esiti di arte urbana legata a supporti diversi dalla “classica” parete. Anche gli eventi musicali si rifanno alla cultura che accompagnava i writers negli anni Novanta, coinvolgendo anche alcuni dei protagonisti. Insomma, ogni attività concorre a raccontare un pezzettino di cultura urbana per offrire ai visitatori un’immersione totale nel progetto».
Proramma di urbana
L’ingresso al festival Urbana è gratuito e aperto a tutti. Per accedere all’area di DumBO è obbligatorio registrarsi gratuitamente su Eventbrite, selezionando la data esatta in cui si vuole partecipare al festival Urbana.
FREE WALL (dal 29 maggio al 2 giugno, dalle 12 alle 19)
Per tutti gli artisti emergenti e per chi è attratto e incuriosito dal mondo dell’arte urbana e vuole mettersi alla prova, verrà messa a disposizione un’intera parete dove potersi esprimere liberamente e dare sfogo alla propria creatività con i materiali acquistabili in loco allo stand di thegraffitibenchshop.
LABORATORI
Laboratorio Infanzia: rivolto ai bambini tra i tre e i sei anni frequentanti la scuola dell’infanzia Il Treninoche che realizzeranno un vero e proprio action painting sotto supervisione di uno degli artisti presenti, dopo aver preso parte a un percorso creativo su come immaginano di poter trasformare una delle facciate di DumBO.
Laboratorio Marakanda: un laboratorio protetto per persone con disabilità gestito dalla cooperativa Open Group, che dal 2009 realizza opere d’arte, design, arredo e merchandising. A DumBO, “Al dí la del muro” offrirà alle persone che lo frequentano, la possibilità di interagire con uno degli artisti invitati a URBANA, con cui condivideranno uno spazio da dipingere con pennelli, rulli e bombolette spray. Inoltre, Marakanda organizzerà anche una mostra personale di uno dei creativi del laboratorio protetto.
Laboratorio Giovani: I giovani, guidati da uno degli artisti presenti, potranno esprimere la loro creatività su un “muro palestra”, attraverso l’utilizzo di spray e vernici, apprendendo come intervenire in maniera attiva, creando un dialogo con lo spazio pubblico.
Qui trovate tutte le informazioni per partecipare.
MUSICA
Ogni giorno dj set e musica live sotto la tettoia della Baia di DmBO, con la programmazione curata da Marco Dilurgo:
mercoledì 26 maggio (dalle ore 19) in consolle c’è dj Lizard e giovedì 27 (dalle ore 19) dj deFe;
venerdì 28 doppio appuntamento con dj Rou (dalle ore 19), seguito dal live dei Giargo in arte (alle ore 20.30);
stessa formula per sabato 29 con i vinili di dj Christian Adamo (dalle ore 19) e le sonorità hip hop, funk, jazz e neo-soul del duo Mack (alle ore 20.30) e per domenica 30 con l’hip hop di dj Deda (dalle ore 17) e del Katzuma Trio (alle ore 19);
lunedì 31 dj set con deFe e Lizard (dalle ore 19), mentre martedì 1 giugno musica black con il dj rumble del collettivo Mercurio che porterà ad alternarsi sul giradischi dj Trix, Godblesscomputers, Katzuma, Frank Siciliano, Fonzie e dj Madkid (dalle ore 17);
mercoledì 2, infine, dj P!sta (dalle ore 17), quindi live di Phresoul (alle ore 19) e chiusura con la selezione dj Lizard.
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