Design & Moda

Il filo ribelle di Camilla Urso. Rebel Hands, non solo un brand ma un progetto Instagram. E un modo di stare al mondo.

16-02-2018

Di Elena Ghini

Da un anno ha intrapreso una strada parallela al suo lavoro in campo sociale. Semplice. Evocativa. Una strada che l’ha portata a far incontrare mani e visioni. Camilla Urso realizza a mano prodotti ricamati di sartoria per mamme e bambini. Il progetto si chiama Rebel Hands. E non è solo un brand.

Camilla, cosa proponi?

“Ho due linee al momento: oggetti di uso quotidiano come porta pannolini, bavaglini, sacchetti per il cambio, e poi astucci, pochette e borse. Le stoffe arrivano dal nord Europa, dal Giappone, dall’America. E non solo, uso anche scampoli di tappezzeria, scovati tra le vie di Bologna.  Mi ispiro ad elementi naturali e colori nordici. Integro elementi cuciti a mano libera come pois in rilievo o stelline. Per me è importante perché imprime una lentezza sul lavoro e in me che assomiglia molto a quella cura e a quella relazione di cura che fa da filo rosso in tutto quello che faccio a livello lavorativo”.

Come nasce l’idea?

“Essere approdata a Rebel Hands nasce dalla voglia di godermi la maternità senza rinunciare alla realizzazione di me attraverso il lavoro. Due dimensioni differenti difficili da conciliare. E la macchina da cucire è arrivata a riempire uno spazio che aspettava di essere occupato. Ho iniziato a divertirmi e ho scoperto il piacere di scomporre le stoffe e di ricomporle. Rebel Hands è un filo retto da due mani simmetriche in posizione meditativa. Un filo ribelle. Dentro a questo nome ci sono due perni del modo con cui sto al mondo: la mia naturale tendenza a ribellarmi alle storie che racconto di me. Ma che non ho scritto io. E le mie mani come luogo di creatività. L’artigianalità è la mia terza anima”.

E le altre due?

“La fotografia e la scrittura. E spesso le unisco”.

 “Rebel Hands” è più di un brand. Parlami del progetto su Instagram.

“Giuro che non molto tempo fa mi avresti sentito dire che non avrei mai usato uno smartphone per fotografare. Su Instagram non ci ero mai andata. E avevo un’idiosincrasia per gli hashtag che non pensavo guaribile. Poi ho comprato uno smartphone, mi sono appassionata a Instagram e del mondo artigianale che lì si muove ed è diventato il contenitore principale di Rebel Hands. Uso gli hashtag per condividere ciò che faccio. Insomma, dare spazio a ciò che sembra incoerente può portare delle belle sorprese”.

Camilla Urso

“Raccontare Rebel Hands significa in fondo raccontare me stessa: ciò che mi muove quando creo, la mia quotidianità, la mia maternità, il mio amore e la mia perenne nostalgia della Norvegia. E in questo ho trovato il mio strumento prediletto: parole, didascalie, narrazioni che si appoggiano alle immagini. Insomma, il mio mondo”.

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