Migliaia di persone con le mani alzate riempiono lo stadio. Berretto da baseball e giubbotto giallo, arriva Vasco ed è subito ovazione. Stiamo guardando il video del suo concerto del 2017 a Modena e ci viene suggerito di alzarci ed andare al centro della sala per avere un’esperienza più performante. Le grida delle persone arrivano da ogni parte dello studio. Sembra di essere in mezzo a loro. Poi il silenzio e lui inizia a cantare. Non amo particolarmente Vasco, ma ascoltarlo così mi fa un certo effetto.
Mi trovo in Fonoprint, la prima sala di registrazione professionale a Bologna al cui interno c’è uno studio 5.1, unico certificato in Italia, che riproduce quel coinvolgimento sonoro tipico di una sala cinematografica. Tra le mura di questo posto speciale, dove sono passati i grandi della storia della musica italiana e non solo, Dalla, Guccini, Pausini, Vasco, Elisa, Bocelli, Stadio e Sting, per citarne alcuni, è appena nato il Museo del Suono e della Canzone, realizzato grazie al sostegno e al contributo della Regione Emilia-Romagna e del Comune di Bologna.
All’inaugurazione, ieri, 4 marzo, giorno del compleanno di Lucio Dalla, Paola Cevenini, responsabile delle attività museali, Giacomo Golfieri, amministratore unico Fonoprint, Celso Valli, produttore discografico, Gaetano Curreri degli Stadio, Maurizio Bianconi, tecnico del suono e Matteo Lepore, assessore alla cultura, hanno parlato di questo nuovo progetto tra aneddoti e risate, ricordi e curiosità. Come quando vi entra per la prima volta Vasco nel lontano ’82 accompagnato da Curreri. Deve registrare il suo primo disco.
“Andiamo da Gitti che non è un vero e proprio studio – racconta Gaetano – Atti, il batterista che suonava con me, batterista mitico… sembrava Ginger Baker, comincia a montare la batteria, si gira e mi dice: qua il disco non si può mica fare, non posso mica fare il disco dentro un gabinetto”.
Vengono a sapere che c’è uno studio più avanti. È la Fonoprint. Suonano il campanello, entrano e registrano Silvia. Ad aprirgli c’era Pancaldi che ironizza: “E da lì non siete mai più usciti”. E come loro tanti altri, che hanno intrecciato la loro storia e creatività, mentre gli incontri diventavano amicizia e si creava un pezzo di storia della musica italiana tra le mura rosse di Bologna.
Questo è uno dei tanti aneddoti che si potranno ascoltare durante le visite guidate al museo.
Il progetto prevede diversi percorsi. Ci saranno ospiti che racconteranno “da dentro” le loro esperienze nello studio, “come per esempio Zucchero che racconta come ha concepito ‘Blues’ o gli Stadio sui retroscena della canzone ‘Com’è profondo il mare’ di Lucio Dalla”.
Oltre agli aneddoti, si potranno infilare le cuffie e ascoltare direttamente tracce originali e brani celebri, incontrare artisti della loro etichetta discografica che faranno esibizioni live. Il tutto con la migliore tecnologia audio a disposizione, parlare con sound engineers e produttori per approfondimenti e curiosità.
Camminando tra gli arredamenti di Visionnaire, le opere dell’artista Giuseppe Rossetti e un paio di quadri di Luca Carboni, i visitatori potranno anche immergersi nel passato mondo analogico. Lungo un corridoio, uno attaccato all’altro, una quindicina di registratori, grosse macchine che sembrano prese a prestito da 2001: Odissea nello spazio, riversano su supporto digitale vecchi nastri che altrimenti andrebbero perduti. Sono delle chicche o dei brani che non sono mai stati pubblicati, volti a creare un grande archivio, un mosaico di e per Bologna attraverso le parole dei cantanti che l’hanno vissuta o anche solo attraversata. “Il tempo crea degli scrigni che si scoprono solo quando vai a metterci le mani” racconta Paola.
Non mancano le attività con le scuole con corsi, laboratori e visite.
Oggi si aggiunge un altro tassello a Bologna Città Unesco della Musica.
Le visite guidate, le prime due sono già sold out, prevedono un numero massimo di 25 persone al costo di 15 euro a visita. Per info si può scrivere alla mail: paola@fonoprint.com
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