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Il backstage di una vita da tour. rovere: “Un anno ed è cambiato tutto”

25-06-2019

Di Giulia Fini
Foto di Giulia Fini

Solo un anno fa cominciavano a salire sui loro primi palchi aprendo i concerti dei Pinguini Tattici Nucleari. A ottobre 2018 con due singoli pubblicati, arriva il loro “primo vero concerto”, come lo definiscono loro, al Covo Club. Sold out. Oggi hanno all’attivo un album con Sony, una copertina di Indie Italia su Spotify con i loro volti e un tour che li ha portati nuovamente a Bologna, la loro città, questa volta sul palco del Biografilm Park.

“Un anno ed è cambiato tutto” come dicono un po’ stupiti, rispondendo alle domande dei fan.

Sono i rovere, gruppo indie pop composto da Nelson Venceslai (voce), Luca Lambertini (chitarra) e Lorenzo “Stiva” Stivani (tastiera) accompagnati in tour anche da Marco Paganelli (batteria) e Davide “Frank” Franceschelli (basso). Mi mettono subito in difficoltà perché a loro piace scrivere tutto minuscolo contro ogni norma di redazione, dalle canzoni al loro primo album uscito lo scorso 29 marzo, disponibile anche in mogano, prodotto da Giorgio Patelli e realizzato in collaborazione con Riccardo Zanotti, voce dei Pinguini Tattici Nucleari. Per questa volta farò un’eccezione.

Per capire cos’è successo in questo anno li abbiamo raggiunti in tempo per fargli qualche domanda prima del live.

Una data, 06.10.18. Nelson ce l’ha anche tatuata sul braccio. Cos’è cambiato dopo quel concerto al Covo Club?

Nelson:“È cambiato che abbiamo iniziato a suonare un sacco. Abbiamo iniziato a conoscerci meglio tra di noi, a conoscere il nostro pubblico. A visitare un sacco di città, a saper suonare dal vivo. Perché in questa data noi ci siamo sentiti dei gran fighi ma non è andata tanto bene…”.

“Ma non è vero!”, intervengono gli altri.

Nelson: “Ma sì, adesso siamo più bravi dai”.

Stiva:“Non è importante quanto sei bravo ma quello che ha simboleggiato per te. La nostra vita è cambiata perché è proprio cambiata la nostra quotidianità. Quella che per noi prima era una passione è diventata praticamente un secondo lavoro. Ti prende davvero tante energie ma ti dà anche tantissime soddisfazioni. E questo sia a livello di tempo che a livello di testa, almeno a me ha cambiato tantissimo”.

Mostrare il dietro le quinte del lavoro non è un problema per loro. Difficoltà, prime esperienze e ansie sono tutte raccontate attraverso il canale Instagram della band e il canale YouTube di Nelson che, ad oggi, conta 258.000 iscritti. Da quando è nato il gruppo nel 2016 hanno pian piano costruito un rapporto molto stretto con i loro fan che li seguono nei concerti e che contribuiscono a creare un’atmosfera familiare ad ogni data del tour.

Come vi rapportate ad un pubblico che sa molto di voi?

Stiva: “Ci sono un sacco di ragazzi che ci seguono in più concerti e alla fine diventano quasi degli amici. È un po’ paradossale perché noi non conosciamo quasi niente di loro. Però allo stesso tempo ci accomuna un affetto una riconoscenza reciproca che è veramente bella. Ti fa accorgere di come la musica in realtà davvero unisca un sacco le persone”.

“È anche vero però che – interviene Luca – per esempio, io prima dell’esperienza rovere non avevo Instagram e sui social non ci andavo praticamente mai. Mi ricordo ancora quando abbiamo fatto il primo post con la pagina rovere che io avevo una pagina Instagram con una sola foto e c’era gente che continuava ad aggiungermi e io mi chiedevo: ‘chissà cosa avranno da aggiungere’. Mi ha sempre messo molta ansia questa cosa, il pensare che qualcuno sappia qualcosa di me, soprattutto che gli interessi. Però andando avanti con il tempo ci vedo solo delle cose positive, è proprio condividere qualcosa tutti insieme che prima non avevo”.

Nelson: “poi chiaro che facciamo vedere solo quello che vogliamo, è anche interessante seguire un po’ il backstage di una vita da tour“.

I dietro le quinte raccontati riguardano anche la realizzazione dei video musicali dei tre singoli, la pioggia che non sapevo, caccia militare e infine tadb.

Per quest’ultimo avete deciso di affidarvi ad un altro gruppo di giovani molto attivi su YouTube che hanno costruito una società di produzione video, la Slim Dogs Production. Com’è nata questa collaborazione?

Nelson:“Ci conosciamo ormai da un sacco di anni e quando abbiamo pensato di fare un video ci è venuto naturale pensare di farlo fare a loro. Abbiamo detto ‘bon, abbiamo un budget a questo giro, investiamolo su una compagnia di gente che ci sta simpatica, lavora bene, conosciamo da tempo e che ci fa piacere avere intorno in questo progetto'”.

Stiva:“loro con noi son stati veramente carinissimi, davvero ci hanno dato una mano, si sono occupati di molti aspetti artistici che noi non sapevamo visto che era un’esperienza abbastanza unica per noi come video musicale. Quindi in realtà è stato molto interessante”.

Nelson:“noi pensavamo di essere con Matteo Bruno e Marco Cioni (n.d.r. due frontman del team)… cavolo, siamo saliti nella stanza dove abbiamo girato il video c’erano tipo 20 persone con tutte le attrezzature, costumisti, truccatori, di tutto”.

Una delle canzoni presenti nell’album ci salta subito all’occhio, titola soli come a bologna. Come vivete questa città? Vi sentite soli?

Luca:“Bologna non mi ha mai fatto mancare nulla. Forse una cosa, il mare. Infatti la canzone inizia dicendo ‘perchè io non vivo al mare tanto anche in mezzo alle persone ci si sente spesso soli come a Bologna’. Vale a dire: dalla via che comunque ti senti solo, che tu sia in Piazza Maggiore con tremila persone o su una spiaggia da solo, perché non stare al sole?” ride.

Nelson: “io lo so che sono in disaccordo con loro, personalmente me la vivo strana, nel senso che da sempre ho avuto il mito di Milano, ma ancora di più di New York, delle grandi metropoli dove veramente c’è qualsiasi cosa. A Bologna mi sento un po’ chiuso. Allo stesso tempo riconosco che ci sia una pace e una serenità, sia perché è casa nostra sia perché la città lo permette, introvabile in qualsiasi altra parte. Quindi mi sento un po’ solo, ma mi ci sento anche bene solo”.

Do uno sguardo alla copertina dell’album, li ritrae all’opera con caschetti e tute da lavoro, montano un mobile, ma anche la loro carriera musicale appena cominciata è in fase di costruzione.

Non posso non chiedervelo, a quando una collaborazione con Ikea?

Ridono, Nelson mi risponde: “Ci piacerebbe molto. Guarda Ikea se stai leggendo questa intervista noi siamo qua, quando vuoi”.

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