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Il Cinema Ritrovato. “Una celebrazione del cinema al cinema” con 400 film, 7 sale e 3 arene all’aperto

29-07-2020

Di Redazione

400 film, 7 sale cinematografiche, 3 arene all’aperto, da mattina a notte: la 34ª edizione del festival Il Cinema Ritrovato, promosso dalla Cineteca di Bologna, si farà dal 25 al 31 agosto, in presenza, in totale sicurezza, per dare anche quest’anno la possibilità ai tutti gli spettatori di entrare nel Paradiso dei cinefili.

Una 34ª edizione che attraverserà la storia del cinema, dalle origini ad oggi, attraverso i restauri, le retrospettive tematiche e monografiche, i documentari, le anteprime assolute di titoli selezionati al Festival di Cannes e presentati per la prima volta al pubblico proprio in occasione del Cinema Ritrovato, come il film di Anselma Dell’Olio, Fellini degli spiriti, selezionato a Cannes Classics, e Last Words di Jonathan Nossiter, selezionato invece in concorso, sempre al Festival di Cannes.

Quest’anno si festeggiano poi alcuni importanti anniversari: gli 80 anni del Grande dittatore di Charlie Chaplin, i 60 anni di Fino all’ultimo respiro di Jean-Luc Godard, i 30 anni di Quei bravi ragazzi di Martin Scorsese, anniversario che coincide con quello della nascita di The Film Foundation, l’organizzazione grazie alla quale proprio Martin Scorsese ha contribuito in questi 30 anni al restauro di alcuni grandi capolavori del cinema del passato. Il Cinema Ritrovato dedicherà a The Film Foundation un omaggio con una retrospettiva dei suoi restauri più significativi.

CHARLES CHAPLIN
in The Great Dictator
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Novità di quest’anno: Venezia Classici, la sezione della Mostra del Cinema di Venezia dedicata ai classici restaurati, si svolgerà interamente al Cinema Ritrovato, grazie alla collaborazione tra la Biennale di Venezia e la Cineteca di Bologna.

Altra novità importante è quella rappresentata dal Teatro Comunale di Bologna, dove vedremo tutti i programmi dedicati al cinema muto, creando così un’atmosfera di grande suggestione, grazie anche alla bellezza senza pari della Sala Bibiena.

Tra le retrospettive principali, quella dedicata a un indimenticabile volto americano, quello di Henry Fonda: la sua persona filmica è la sintesi polifonica di tre distinti momenti storici e dei modi in cui seppe interpretarli. Divenne celebre come popolare incarnazione dell’uomo del Midwest dei tardi anni Trenta, angustiato dalle contraddizioni del capitalismo e della democrazia, come nell’indimenticabile Furore che John Ford trasse da John Steinbeck. Acquisì sfumature di insicurezza e una certa vena tormentata durante la Seconda guerra mondiale e l’immediato dopoguerra, come in L’uomo questo dominatore di Elliott Nugent. Passò poi a esprimere le speranze e le paure che accompagnarono la ‘dissolvenza incrociata’ tra l’era McCarthy e gli anni Sessanta di JFK, come in L’amaro sapore del potere di Franklin J. Schaffner, nel quale Fonda è un candidato presidente, o A prova di errore di Sidney Lumet, nel quale interpreta invece il ruolo del presidente degli Stati Uniti.

Altra retrospettiva è quella dedicata a uno dei registi più dissacranti del nostro cinema, Marco Ferreri, i cui film sono da tempo al centro del lavoro di recupero e restauro della Cineteca di Bologna, presentando appunto i restauri di alcuni tra i suoi film principali, come La donna scimmia o La grande abbuffata, ma riscoprendo anche i suoi poco conosciuti esordi spagnoli, alla fine degli anni Cinquanta, come El cochecito.

“Per assicurare la sicurezza di tutti e per celebrare il cinema, raddoppieremo gli schermi e le sale del festival”, racconta il direttore della Cineteca di Bologna Gian Luca Farinelli. “A Piazza Maggiore si aggiungono la BarcArena e l’Arena Puccini, ai tradizionali cinema Lumière, Jolly e Arlecchino, si affiancheranno l’Odeon, il Manzoni e il Teatro Comunale. 10 sale e arene cinematografiche per ritrovare, assieme al nostro pubblico armato di mascherine e curiosità, il piacere di andare al cinema. Il cinema ritrova la sua essenza in sala, proiettato sullo schermo, tra persone che vivono assieme quel momento magico in cui esseri umani che non si conoscono, tremano, ridono, piangono, trafitti dalla stessa scena. L’edizione di quest’anno è, forse più di ogni altra, una celebrazione del cinema al cinema”.

Il Cinema Ritrovato è promosso dalla Cineteca di Bologna nell’ambito di Bologna Estate 2020, il cartellone di attività promosso e coordinato dal Comune di Bologna e dalla Città metropolitana di Bologna – Destinazione Turistica

Ø  I cine-concerti in Piazza Maggiore

Due serate speciali rinnovano la collaborazione tra la Cineteca di Bologna e il Teatro Comunale di Bologna: due cine-concerti con l’Orchestra del Teatro Comunale di Bologna.

Mercoledì 26 agosto vedremo uno dei film più amati di Buster Keaton, The General, nella versione restaurata dalla Cineteca nell’ambito del pluriennale progetto di restauro dell’opera completa di Keaton.

Sabato 29 agosto, un capolavoro del muto tedesco, Sylvester, diretto nel 1924 da Lupu Pick, la cui partitura musicale, scritta dal compositore Klaus Pringsheim, cognato dello scrittore (e grande appassionato di musica) Thomas Mann, è stata riscoperta dalla Deutsche Kinemathek.

Giovedì 27 agosto, invece, Daniele Furlati al pianoforte e Alberto Capelli alla chitarra, assieme alla danza e alla voce flamenca di Charo Martin, vedremo La femme et le pantin – La donna e il burattino, diretto da Jacques de Baroncelli nel 1929.

Ø  Le serate in Piazza Maggiore, alla BarcArena e all’Arena Puccini

Ed ecco allora il programma completo delle attesissime serate in Piazza Maggiore, il cui cartellone si inaugurerà già venerdì 21 agosto, con un cammino che ci porterà Verso Il Cinema Ritrovato:

 

  • venerdì 21 agosto: Gomorra – New Edition, prima assoluta del restauro e versione director’s cut del cult di Matteo Garrone, presentato dallo stesso regista;
  • sabato 22 agosto: Il grande dittatore di Charlie Chaplin, per festeggiare gli 80 anni di uno dei suoi titoli fondamentali (la serata è promossa da Canon);
  • domenica 23 agosto: Fellini degli spiriti, prima assoluta del nuovo film di Anselma Dell’Olio nel centenario della nascita di Federico Fellini;
  • lunedì 24 agosto: La traversata di Parigi di Claude Autant-Lara;

Da martedì 25 giugno, ecco le serate in Piazza Maggiore del Cinema Ritrovato:

  • martedì 25 agosto: prima assoluta del restauro di Fino all’ultimo respiro di Jean-Luc Godard, nel 50° anniversario dell’uscita del film;
  • mercoledì 26 agosto: cine-concerto con The General di Buster Keaton e l’Orchestra del teatro Comunale di Bologna (la serata è promossa da Pelliconi);
  • giovedì 27 agosto: cine-performance con La donna e il burattino di Jacques de Baroncelli e l’accompagnamento di Daniele Furlati al pianoforte e Alberto Capelli alla chitarra e la danza e la voce flamenca di Charo Martin;
  • venerdì 28 agosto: prima assoluta del restauro di Serpico;

  • sabato 29 agosto: cine-concerto con Sylvester di Lupu Pick e l’Orchestra del Teatro Comunale di Bologna;
  • domenica 30 agosto: Gli spostati di John Huston con Clark Gable e Marylin Monroe;
  • lunedì 31 agosto: anteprima assoluta del nuovo film di Jonathan Nossiter, selezionato in concorso al Festival di Cannes, Last Words.

Al programma serale di Piazza Maggiore si aggiungerà anche quest’anno quello delle sale cinematografiche, arricchito questa volta da quello delle altre due arene all’aperto, la BarcArena e l’Arena Puccini.

La BarcArena replicherà il programma di Piazza Maggiore, ad eccezione delle seguenti serate:

  • venerdì 21 agosto: A qualcuno piace caldo di Billy Wilder;
  • mercoledì 26 agosto: il restauro di 4 mosche di velluto grigio, alla presenza del regista Dario Argento;
  • giovedì 27 agosto: il restauro di The Elephant Man di David Lynch;
  • sabato 29 agosto: il restauro di Il mio nome è nessuno, diretto da Tonino Valerii da un soggetto di Sergio Leone, che ne è anche il produttore, e interpretato da Terence Hill e Henry Fonda.

Questo invece il programma serale dell’Arena Puccini:

  • martedì 25 agosto: Gomorra – New Edition di Matteo Garrone;
  • mercoledì 26 agosto: Accattone di Pier Paolo Pasolini;
  • giovedì 27 agosto: 4 mosche di velluto grigio di Dario Argento;
  • venerdì 28 agosto: Comizi d’amore di Pier Paolo Pasolini;
  • sabato 29 agosto: Sedotta e abbandonata di Pietro Germi;
  • domenica 30 agosto: Il mio nome è nessuno di Tonino Valerii;
  • lunedì 31 agosto: Luci del varietà di Alberto Lattuada e Federico Fellini.

  • Tutte le sezioni

Una 34ª edizione che ha ridisegnato il proprio profilo, mantenendo quello spirito di ricerca nella bellezza del cinema del passato, con quelle bussole che abbiamo chiamato Macchina del Tempo e Macchina dello Spazio, per aprire le porte del Paradiso dei Cinefili. Ecco le sezioni, suddivise in 3 grandi gruppi:

1) LA MACCHINA DEL TEMPO

Il secolo del cinema: 1900

Il vecchio secolo è alle spalle. Dopo cinque anni di rodaggio, il cinema è in forma smagliante. Tra esaltazione della modernità elettrica e dispiegarsi d’un immaginario esotico, l’Esposizione universale di Parigi del 1900 sarà una pietra miliare e un formidabile banco di prova per la nuova meraviglia tecnologica, che spalanca infinite vedute sul mondo. La nostra sezione è pensata non come un panorama, ma come una disseminazione centrifuga di immagini che s’irradia a partire da ciò che si vide all’Expo parigina: le vedute e le diapositive tricrome Lumiere, l’Indocina colonizzata nei magnifici film del grande viaggiatore Gabriel Veyre e un programma ricostruito del Phono-Cinéma-Théatre. Altrove, intanto, una palpitante Venezia veniva catturata dall’operatore Giancarlo Stucky, il giramondo Joe Rosenthal andava dall’Inghilterra al Sudafrica e alla Cina in cerca di storie da filmare e il grande Georges Mélies fabbricava nuove meraviglie: una Jeanne d’Arc di monumentale lunghezza (250m) e un incantevole Rêve de Noël.

A cura di Mariann Lewinsky

Cento anni fa: 1920

Con il 1920, entriamo in un nuovo decennio, nel quale la produzione cinematografica internazionale diventa di colpo vastissima. Per questa edizione abbiamo dunque dovuto stabilire delle priorità, e abbiamo voluto offrirvi eccitanti scoperte nel genere film d’avventura, alcune gemme dimenticate (tra le quali il cecoslovacco Tam Na Horách di Sidney Goldin) e rarità di grandi registi come Germaine Dulac, Ernst Lubitsch e André Antoine. Vi invitiamo inoltre a godere come mai prima d’ora dell’esperienza del cinema muto, con la proiezione di capolavori in copie che risplendono delle imbibizioni e dei viraggi curati da Jan Ledecký: tra questi Erotikon di Stiller, Die Spinnen di Lang e La cintura delle Amazzoni di Mario Guaita-Ausonia, quest’ultimo scritto dall’ancora immeritatamente misconosciuta Renée Deliot. Preparatevi alla pura gioia delle performance di attrici e attori come Astrea, Diana Karenne, Anny Ondra, Henny Porten, Ausonia, Polidor e Emil Jannings. Il programma sarà completato da una selezione di cortometraggi.

A cura di Mariann Lewinsky e Karl Wratschko

Le pioniere del cinema in Unione Sovietica

Non e una semplice nota in calce alla Storia: fino agli anni Cinquanta, l’Unione Sovietica fu il paese con il maggior numero di registe donne. Il fatto stesso che si possano citare più di dieci grandi autrici di lungometraggi di finzione e altrettante documentariste, nonché alcune registe di film d’animazione, testimonia il forte impatto della Rivoluzione sul ruolo sociale delle donne – in un paese che in teoria doveva essere più “arretrato” rispetto all’Europa occidentale. Nel 2013 Il Cinema Ritrovato ha reso omaggio a Olga Preobraženskaja. Vorremmo continuare con – solo per citarne alcune – la poliedrica Aleksandra Chochlova (principale collaboratrice di Lev Kulešov), la georgiana Nutsa Nino Gogoberidze (il cui unico film, Užmuri, è stato riscoperto l’anno scorso) e Margarita Barskaja (autrice di Rvanye bašmaki, un classico). La rassegna presenterà anche le opere delle pioniere del documentario Ėsfir’ Šub e Lidija Stepanova, accanto ai film di campionesse di incassi quali Vera Stroyeva, Nadežda Koševerova e Tat’jana Lukaševič.

A cura di Irene Bonnaud e Bernard Eisenschitz

Buster Keaton!

I cinque programmi di quest’anno guardano alla stagione d’oro di Keaton con un obiettivo più largo. Oltre ai nuovi restauri di The Boat (1921) e The Balloonatic (1923) presenteremo, sempre in versione restaurata, i due film che segnano l’alba e il tramonto della carriera di Keaton, The Saphead (1920) e Spite Marriage (1929), quest’ultimo restaurato in collaborazione con Warner Bros. e The Criterion Collection. Lobster Films porterà in dote i suoi restauri di (entrambe le versioni) di The Blacksmith (1922) e The Love Nest (1923). Guardando questi film l’uno dopo l’altro potremo: avvistare un pallone aerostatico con braccia e gambe; ferrare un cavallo in una boutique di scarpe; salire a bordo della locomotiva più famosa della storia del cinema (dopo quella in arrivo alla Ciotat!); vedere una vasca affondare nel mezzo dell’Oceano Pacifico. Il progetto Keaton è promosso e realizzato da Fondazione Cineteca di Bologna e Cohen Film Collection.

A cura di Cecilia Cenciarelli con Serge Bromberg e Tim Lanza

Documenti e documentari

Dedicata ai documentari classici (come Tempo di viaggio, co-diretto da Andrej Tarkovskij e Tonino Guerra), o ai film di storia del cinema e della cinematografia, questa sezione propone una selezione dei migliori e più recenti documentari tra cui storie di registi leggendari (Jean-Pierre Melville, Volker Schlöndorff), attori (Jane Fonda, Isabelle Huppert, Jane Birkin), direttori della fotografia (Tonino Delli Colli), distributori di film (Searching for Mr. Rugoff) – e il particolare caso di uno degli uomini più fidati di Hitler, Albert Speer, che ha avuto una singolare esperienza nel mondo del cinema, come viene raccontato in Speer Goes to Hollywood. E come sorpresa dell’ultimo minuto, è entrato in programma il nuovo restauro di When We Were Kings, documentario del 1996 sul mitico incontro di boxe tra Muhammad Ali e George Foreman del 30 ottobre 1974.

 

2) LA MACCHINA DELLO SPAZIO

 

Yuzo Kawashima: l’anello mancante

Kawashima e l’“anello mancante” tra cinema giapponese classico e nouvelle vague nipponica. Allievo di Ozu e maestro di Imamura, i suoi film uniscono la cura e la precisione dell’epoca dello studio system con la sgargiante audacia degli anni Sessanta. Per Imamura, Kawashima “incarnò il nuovo cinema giapponese con dieci anni d’anticipo”, attestandone l’influenza duratura sul cinema del suo paese, malgrado la prematura scomparsa a soli quarantacinque anni. Le precarie condizioni di salute contribuirono a ispirargli una visione del mondo pessimistica e uno spiccato senso dell’assurdo. Nella sua opera, drammi realistici intensi e raffinati si affiancano a commedie disinvolte e imprevedibili, in bilico tra satira e farsa. Maestro di stile, Kawashima amava le composizioni elaborate e disponeva con intelligenza i suoi interpreti tra gli arredi e gli attrezzi di scena. Regista di attori, incoraggiava interpretazioni spigliate, chiassose e vitali in cui la mimica, il tono della voce, la postura, i gesti e i movimenti si combinavano rendendo le caratterizzazioni persuasive e dettagliate. La rassegna proporrà una selezione delle sue opere migliori.

A cura di Alexander Jacoby e Johan Nordström

Cinemalibero – Restauro come Resistenza

Nel programma di quest’anno, dedicato alla memoria della regista, attivista e poetessa Sarah Maldoror, presentiamo un numero importante di film restaurati per vie tortuose, dopo lunghe ricerche, superando gli enigmi della censura e la scarsità degli elementi disponibili. La rinascita di questi film ci mostra, ancora una volta, quanto il restauro sia un mezzo potente per riscrivere le molte storie del cinema. Quest’anno le voci di Jia Zhangke, Sarah Maldoror, Ritwik Ghatak, Mohammad Reza Aslani, Ruy Guerra, Mike de Leon e Gutiérrez Alea raccontano di disadattati ladruncoli di provincia, poeti guianesi, rifugiati del Pakistan orientale, famiglie decadenti, guerriglieri rivoluzionari, patriarchi di estrema destra e burocrati. Parlano la lingua della resistenza, della satira e dell’immaginazione.

A cura di Cecilia Cenciarelli

Il secolo breve di Konrad Wolf

Noto come il più grande autore della Germania dell’Est, Konrad Wolf ha avuto una vita affine all’esilarante unicità dei suoi film. Nel 1945, Wolf tornò nella Germania nazista dall’Unione Sovietica, dove la famiglia era esiliata: al tempo era un giovanissimo tenente dell’Armata Rossa. Questo evento e successivamente diventato il classico Ich war neunzehn. Wolf studio cinema all’Istituto Statale di Cinematografia di Mosca ed intraprese una fortunata carriera al DEFA, dirigendo quattordici film. Fortemente convinto del potenziale del cinema nella costruzione di una società socialista, i suoi film hanno raccontato il passato ed il presente attraverso uno sguardo revisionista. Allo stesso tempo Wolf non ha mancato di avvicinarsi a certi temi sensibili che andavano oltre i confini del partito, esponendosi cosi alla censura di stato.

A cura di Ralf Schenk

Gösta Werner: il senso della perdita

Per Gösta Werner (1908-2009), illustre storico del cinema svedese e eccezionale regista principalmente di cortometraggi su commissione, il cinema fu un’occupazione e un’ossessione totalizzante, uno stile di vita del quale fecero parte il lavoro di critico cinematografico, l’insegnamento, la rielaborazione di film stranieri per il mercato locale. E tuttavia oggi questo talento eclettico e ricordato soprattutto per una cosa: i suoi scritti. Il nostro omaggio propone una panoramica del cinema di Werner: due programmi di cortometraggi esplorano l’ampiezza e il respiro dei suoi film, realizzati all’insegna della sperimentazione e pensati con l’intento primario di informare il pubblico, comprendendo alcune opere canoniche quali Midvinterblot (1946). Il mediometraggio Mauritz Stiller (1987) offre poi un assaggio della sua attività di storico del cinema alle prese con il soggetto più venerato e studiato. Il film di finzione Gatan (1949), infine, ci mostra Werner all’apice della sua finezza di narratore.

A cura di Olaf Möller e Jon Wengström

 

3) IL PARADISO DEI CINEFILI

 

Ritrovati e Restaurati

Scoperte provenienti da tutto il mondo e il meglio dei nuovi restauri digitali e analogici; il risultato di anni di duro lavoro di archivi e laboratori di restauro. Quest’anno, oltre ai migliori restauri di capolavori come L’Étrange monsieur Victor, Luci del varietà, À bout de souffle e The Misfits, celebriamo il trentesimo anniversario della Film Foundation proponendo alcuni tra i loro restauri del cinema americano e italiano, tra cui I cento cavalieri, Tap Roots, Accattone, Force of Evil, e la commedia pre-Code I’m No Angel. Più ricchi e diversificati di quanto si possa immaginare (con ulteriori titoli da Germania, Cecoslovacchia e Svizzera), preparatevi a ritrovare alcuni classici moderni come il racconto di Robert Altman sui giocatori d’azzardo compulsivi, California Split, e il ritratto compassionevole di un outsider totale, The Elephant Man, di David Lynch.

Venezia Classici

In quest’anno cosi drammatico e surreale, i film di Venezia Classici sono ospitati dal Cinema Ritrovato. Si tratta di una partnership inedita e importantissima tra due manifestazioni che nascono dalla stessa passione e dallo stesso intento, capace di dimostrare come la comunità cinefila sia in grado di rispondere a pandemia e crisi con uno spirito solidale e fraterno. Sotto il marchio Venezia Classici troverete film restaurati e presentati nella loro versione rinnovata in prima mondiale, capaci di grandissimo intrattenimento e al tempo stesso di offrire temi, emozioni e stilemi stimolanti a un pubblico attento, preparato ed esigente come quello del Cinema Ritrovato. Temporalmente i titoli della sezione coprono un arco di tempo che va dal 1937 di You Only Live Once, secondo film americano di Fritz Lang, uno dei primi noir della storia del cinema, fino al 1990 di Goodfellas di Martin Scorsese, capolavoro che ha cambiato per sempre il modo in cui il cinema racconta il mondo dei gangster. Film da godere e studiare, per continuare ad amare e sostenere il cinema e le sue modalità di fruizione, fortemente messe alla prova dalla pandemia e dall’isolamento forzato che ha imposto a tutti noi.

Henry Fonda for President

In questo 2020 cosi combattuto, Il Cinema Ritrovato propone all’elettorato un candidato molto particolare: Henry Fonda. La sua figura iconica e il rispetto che ispira tra gli attori americani lo rendono una scelta naturale. Il ruolo di Fonda nella vita sognata della repubblica del cinema va ben oltre l’“integrità” e la “semplicità” che sono state spesso attribuite a lui e alla sua arte. La sua persona, come suggerisce questa rassegna, e la sintesi polifonica di tre distinti momenti storici e dei diversi modi in cui seppe interpretarli. Divenne celebre come popolare incarnazione dell’uomo del Midwest dei tardi anni Trenta, angustiato dalle contraddizioni tra capitalismo e democrazia. Acquisì sfumature di insicurezza e una certa vena tormentata durante la Seconda guerra mondiale e l’immediato Dopoguerra. Passò poi a esprimere le speranze e le paure che accompagnarono la “dissolvenza incrociata” tra l’era McCarthy e gli anni Sessanta di JFK. Nell’ambito di una politique des acteurs, Fonda appare allo stesso tempo come “Best Man”, “Wrong Man” e “Man With No Name”: l’idealista, l’uomo accusato ingiustamente, l’uomo senza nome.

A cura di Alexander Horwath

I fuorilegge: Frank Tuttle vs. Stuart Heisler

Facendo dialogare le opere di due registi, la prima retrospettiva “comparativa” del Cinema Ritrovato illustra esempi perfetti di talento al di fuori del pantheon hollywoodiano: Frank Tuttle (1892-1963) e Stuart Heisler (1896-1979). Ciascuno dei due diresse gioielli – talora apprezzati, a volte dimenticati – del cinema americano, e questo programma intende restituire loro la statura di maestri a tutti gli effetti. I loro film, con percepibili differenze, sono splendidamente ritmati e imprevedibili nel variare il lessico cinematografico dei generi popolari. La decisione di proporli insieme e stata ispirata dalle visioni politiche e filosofiche che li accomunarono e che li portarono ad affrontare gli stessi temi (fascismo, dualismo, redenzione) con stili nettamente diversi.

A cura di Ehsan Khoshbakht

Marco Ferreri ritrovato

Un viaggio nel cinema irriverente e crudele di Marco Ferreri, il più irriducibile tra i grandi registi italiani, seguendo le tracce di rarità ritrovate e dei più recenti restauri. Il suo affacciarsi al cinema nei primi anni Cinquanta in veste di produttore (e occasionalmente attore), per il cortometraggio Colpa del sole, unico film diretto da Alberto Moravia, e per il film collettivo L’amore in città. Gli esordi spagnoli nel segno d’un neorealismo deformato e intriso di grottesco veleno. I nitidi e crudi apologhi sull’istituzione matrimoniale, dall’episodio L’infedeltà coniugale a Marcia nuziale. Da La Grande bouffe, il più estremo e “insopportabile” tra i film di Ferreri, a quello che forse è il capolavoro del regista milanese e apolide (vissuto tra Spagna, Roma, Napoli, Francia…), La donna scimmia, di cui presenteremo i tre diversi finali. E poi Break Up – L’uomo dei 5 palloni: film-emblema degli interventi censori, giudiziari e produttivi che hanno caratterizzato l’intera carriera di Ferreri, presentato nella versione integrale che recupera la sequenza a colori.

A cura di Emiliano Morreale

16mm – piccolo grande passo

Colori vivaci, la poesia della grana, la libertà dell’indipendenza: questa sezione vi invita ancora una volta ad ascoltare il suono crepitante dei proiettori in sala e a scoprire le opere di tre grandi artisti visivi che hanno sperimentato con il passo ridotto. Uno dei focus sarà incentrato sui film prodotti nei Paesi Bassi, in particolare le opere di un artista e cineasta-poeta stranamente poco noto, Henri Plaat, e gli psichedelici film di una delle figure centrali del cinema indipendente olandese, Barbara Meter. Il lavoro dell’altro artista in programma, Peter Hutton, è caratterizzato dall’uso squisito dell’occhio cinematografico nel cogliere immagini di chiarezza e purezza straordinarie.

A cura di Karl Wratschko e Mariann Lewinsky

Il Cinema Ritrovato Kids & Young

Schermi e Lavagne, il dipartimento educativo della Cineteca di Bologna, dedicherà una speciale programmazione ai piccoli cinefili: ogni pomeriggio i bambini e le bambine saranno accompagnati alla scoperta di piccoli e grandi capolavori del cinema del passato e del presente. Nel centenario della nascita di Federico Fellini, il programma si ispira principalmente alle atmosfere dei suoi film, al circo e alla dimensione del sogno a lui tanto cara. Proponiamo inoltre, per la prima volta, uno spettacolo a cura del Circo Sotto Sopra, Il grande viaggio di Augusto. Molte altre le rassegne in programma: un omaggio in due atti a Gianni Rodari e al potere della fantasia, un’incursione nel cinema d’animazione est europeo, un appuntamento con il cinema astratto surrealista musicato dal vivo dal duo So Beast ed uno speciale omaggio allo scrittore Luis Sepulveda, recentemente scomparso. Come da tradizione, dopo le proiezioni i piccoli spettatori potranno partecipare a laboratori e giochi ispirati ai film visti in sala. Un gruppo di giovani appassionati dai 14 ai 18 anni condurrà inoltre la rubrica online Pillole dal festival per giovani cinefili, rivolta ai loro coetanei in cui verrà presentata quotidianamente una selezione dei film in programma.