Due giorni di resistenza, musica e parole per dire no a sessismo, bullismo e omotransfobia.
Indie Pride è tornato anche quest’anno raddoppiando l’appuntamento, con l’obiettivo di coinvolgere artisti e musicisti per aprire un dibattito attorno a queste tematiche, raccontare l’anno di lavoro e mettere le basi per l’inizio di nuovi progetti.
Quest’anno siamo media partner, anche noi abbiamo firmato con un bacio la carta d’intenti e seguito la due giorni di eventi, il 25 e 26 ottobre.
Ad inaugurare il festival, due tavole rotonde. La prima, Storia e storie: la retorica dell’esclusione, ha unito uno sguardo in prospettiva storica dell’appassionatissimo professore della facoltà di Antropologia dell’Università di Bologna Vincenzo Lagioia, alle esperienze personali di due artisti chiamati a raccontarsi: Maria Antonietta e Sem&Stènn.
Il secondo talk al Centro delle donne di Bologna invece ha messo a confronto diversi attori dell’ambiente musicale: da Shesaid.so Italy, delegazione nazionale di una rete globale di donne che lavorano nell’industria musicale, ai rappresentanti di alcune etichette discografiche e booking, Bpm Concerti, di locali come il Tpo e Hall, e infine uno spazio di musica e arte, Cap10100.
Insieme a loro anche KeepOn Live, la prima associazione di categoria dei live club e festival italiani, che, insieme a Indie Pride, ha promosso un questionario per indagare la situazione attuale sulle problematiche relative a sessismo e omotransfobia nel mondo della musica dal vivo in Italia. Ve ne abbiamo parlato qui.
Durante la serata sono stati presentati i primi risultati permettendo agli invitati di avviare un primo confronto sul tema. Come si può immaginare questo ambiente non è permeabile alle discriminazioni, come suggeriscono i primi numeri, ma ciò che invece risulta nebuloso e che ha innescato il confronto è stato individuare quali siano le cause di queste discriminazioni.
È colpa del pubblico che non è ancora pronto? È colpa del club che non si impegna ad avere una line up più equilibrata? È colpa booking che non promuove artiste donne? O è colpa degli “esclusi” che non spingono abbastanza per emergere?
Come emerso dal confronto è un intero e complesso sistema culturale a influenzare le azioni dei singoli: “Le disparità nell’ambiente musicale non ha un’unica motivazione – ci spiega Irene di Shesaid.so Italy – Non è colpa di qualcuno nello specifico. Però se continuiamo a giustificarci nella difficoltà di superare questo ostacolo e non operiamo mai una soluzione, non cambierà mai nulla“.
Il sabato invece è stato il momento per mettere in campo la musica, insieme. Al Tpo, durate la serata presentata da Sem&Stènn, si sono alternati sul palco i Twee, Cara Calma e gli Endrigo con incursioni dei Botanici e dei Benelli. Un trio esplosivo formato da Una, Honeybird e Diana Paiva Cruz,Venerus e infine tutti nel reparto biondologia con Romina Falconi.
Con questo video vi raccontiamo com’è andata
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