Sàmbugar è un brand di sartoria illustrata, artigianale, made in Italy e sostenibile che produce kimono.
«Poi se non piacciono li mettiamo noi…» è la frase che Alessandra Vicini e Serena Zaniboni si sono dette quando hanno deciso di dare vita al progetto e che ogni tanto si ripetono nei momenti di scoramento. «Ma la cosa diventa sempre più seria» e alla fine per loro non rimane mai nessun capo da indossare.
Serena disegna le illustrazioni, poi stampate su tessuti 100% plastic free, Alessandra progetta i modelli e realizza i capi in numero limitatissimo, massimo 4.
Hanno appena lanciato una collezione di magliette e canotte sartoriali. Pezzi unici, nati dal desiderio di arricchire la varietà dei capi delle loro collezioni e con l’intento sostenibile di evitare sprechi ed esaurire le scorte e gli scampoli.
Come per i kimono, anche qui troviamo dettagli stampati con le illustrazioni di Serena, taglio sartoriale e abbinamento studiato di tessuti e colori.
Le abbiamo incontrate per farci raccontare il loro progetto in un afoso e umido lunedì bolognese, salvate dalla brezza che inspiegabilmente si infila sempre sotto a Palazzo Re Enzo. «È molto difficile essere social quando non si è sociali, ma capiamo che dobbiamo sforzarci e raccontarci un po’ di più, specialmente con la community che ci segue».
Sorridenti, appassionate e più che affiatate, completano l’una il racconto dell’altra, in piena sintonia e condivisione. «Sàmbugar funziona perché gli ingranaggi girano, il lavoro a quattro mani è la nostra forza, frutto del nostro rapporto. È uno scambio, lavoriamo in maniera fluida, ci divertiamo», racconta Alessandra.
L’idea di Sàmbugar nasce in piena pandemia: «conoscevo due sorelle cagliaritane che avevano dato vita a un progetto di sartoria e illustrazione e ho pensato a me e alla Sere», continua Alessandra. Si conoscono dalla prima elementare: «la nostra è un’amicizia storica, che affonda le sue radici in lezioni di italiano e grammatica. Cercavamo un nome che avesse a che fare con la nostra amicizia ed ecco l’illuminazione: Sàmbugar è il cognome della nostra maestra delle elementari, era molto severa, ma ci ha insegnato molto».
Serena ha una formazione in lettere ed editoria, da sempre affiancata a corsi di illustrazione come linguaggio narrativo ed è Dottore di ricerca in neuroestetica del visivo.
Alessandra ha studiato scenografia a Bologna, dove è tornata dopo aver vissuto 10 anni a Roma. «Lavoravo come assistente ai costumi, poi mi sono dedicata sempre più alla sartoria dello spettacolo».
A entrambe piace osare, specialmente nei colori. Le illustrazioni di Serena nascono da ispirazioni e visioni personali: «soprattutto quelle più narrative, perché posso raccontare un po’ di più, penso ad esempio alla collezione Animalia. Sono storie di un istante, sfasi miei, è la mia magia». «Poi c’è lo sfaso mio, che trasformo la stoffa in qualcosa di unisex, sostenibile, made in Italy e tutto il resto, verificando che il capo funzioni e valorizzando la grafica» aggiunge Alessandra ridendo.
La scelta del kimono, oltre a seguire una ricerca di mercato, è nata proprio dal fatto che è un capo che con i suoi pannelli ampi si presta molto all’illustrazione. Si è poi arricchita di altri significati: è in grado di abbracciare fisicità diverse, può essere realizzato in taglia unica e non ha identità di genere.
Può essere indossato in situazioni eleganti e formali, «un cliente ci aveva ordinato un bel kimono pieno di pesci per un evento di lavoro, quando è entrato in laboratorio mi sono trovata davanti un ragazzone alto 2 metri, ho temuto che il kimono non gli stesse, e invece è andata bene!» racconta Alessandra. Ma è adatto anche per un aperitivo, per la spiaggia «o per quando sei di fretta, butti su un kimono e sei perfetta» aggiunge Serena. Sono molto urban style, «ci piace l’idea di portare le illustrazioni in giro per la città, è una sorta di street art indossata».
Li realizzano corti, medi e lunghi, in tessuti naturali privi di microplastiche (cotone, lino, seta, velluto) e tessuti stampati digitalmente in certificazione ambientale, con materiali e processi water free. La filiera produttiva è cortissima ed è formata da un fornitore di tessuti, TheColourSoup, loro e il cliente finale. Hanno studiato la produzione in numeri che consentano di evitare sprechi e questo è il motivo per cui non fanno kimono in pezzi unici.
Il kimono più venduto è il primo che hanno prodotto, ha un’illustrazione dallo spunto orientale con un campo di gigli del ragno rosso. Quello che sognano è vedere un loro kimono indossato da Levante. Quello “della vergogna” è il kimono Fresh wood, «non ne abbiamo venduto neanche uno e in aggiunta, a causa di un errore del fornitore, avevamo ricevuto il doppio del materiale e ne avevamo realizzati 12!», svela Serena. «Ma io ancora non mi arrendo!» aggiunge Alessandra.
I capi di Sàmbugar di possono acquistare qui:
instagram.com/sambugarsartoria
sambugar.com
Per informazioni e contatti si può scrivere a: sambugarsartoria@gmail.com
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