“Ho imparato a conoscermi facendo luce sulle mie zone d’ombra e fidandomi poi della parte buona”.
Valentina Dallari, classe ‘93, autrice e dj, attivista, si occupa di sensibilizzare sui Disturbi del comportamento alimentare, sui social e non solo. Tra una battuta sui piani per il Capodanno e sull’entusiasmo per le feste pari a quello del Grinch, mi racconta come si struttura il suo processo creativo e l’importanza che ha avuto per lei nel suo percorso di guarigione. “Ci vuole molto coraggio per stare meglio e per conoscersi”, spiega. Nel percorso di cura dai Dca è essenziale imparare a leggersi o, per usare le sue parole, “tracciare una mappa di sè”.
Creare uno spazio safe in cui poterlo fare è l’obiettivo dei laboratori di scrittura creativa organizzati da Animenta con cadenza mensile, sotto la conduzione di Valentina. Essi rientrano nella serie di laboratori di comunità, una parte importante del progetto di azione e sensibilizzazione portato avanti in merito ai DCA.
Il prossimo laboratorio si terrà l’11 gennaio, dalle 10.30 alle 13.00, negli spazi di Labas (Vicolo Bolognetti, 2 – Bologna). È possibile iscriversi al costo simbolico di 2 euro e rimanere aggiornatə sul prossimo appuntamento e su quelli successivi consultando il profilo Instagram di Animenta Bologna
Animenta è un’associazione non profit che si occupa di Disturbi del comportamento alimentare, arrivata a Bologna nell’ultimo anno con l’obiettivo di radicarsi sul territorio e offrire, attraverso l’attivismo, uno spazio comunitario, alternativo e complementare a quello clinico in cui poter portare avanti dei percorsi di cura multidisciplinari. I laboratori comunitari, insieme al Punto di ascolto, rappresentano importanti opportunità per informare e agganciare sia coloro che sono colpitə dai Dca che le figure di supporto e la collettività tutta. Nello specifico, le attività laboratoriali sono essenziali per creare una comunità, formata anche da persone esperte, dove poter condividere la propria esperienza.
Come racconta Valentina, per coloro che sono colpitə dai Disturbi del comportamento alimentare è importante avere un luogo e un gruppo a cui poter far riferimento per coltivare le interazioni sociali in un contesto non-digitale e protetto, contrariamente a quanto accade sui social, nel quale coltivare l’esplorazione di se stessə come obiettivo condiviso.
La scelta di pratiche analogiche quali la scrittura creativa e il journaling non è casuale, ma dettata dal desiderio di Valentina, la quale ha avuto l’opportunità di testare la struttura dei laboratori in precedenza a Milano, di rendere questi momenti collettivi il più sicuri, ma anche i più liberi e creativi possibile.
Pur essendo guidate da un tema, queste modalità non rispondono a regole specifiche e dunque permettono, da un lato, un accesso ai laboratori anche a coloro che non hanno un animo particolarmente artistico, e, soprattutto, di liberarsi dello spettro del perfezionismo che, come racconta proprio Valentina nel suo Ted Talk, infesta i Disturbi del comportamento alimentare. “Te ne accorgi: c’è un’energia pazzesca, elettrica”, mi racconta Valentina con entusiasmo, come se, nello scegliere la parola più esatta per descriverla, ne potesse infondere un po’ anche a me. A generare questa carica sono l’introspezione e la creatività, applicate in un contesto safe.
Essa attraversa sia il momento della produzione tanto quella della restituzione. Si aderisce ad entrambi in modo libero e cercando di tutelare la sensibilità di tuttə. Il materiale fornito tanto quanto il clima del laboratorio viene monitorato dallə attivistə di Animenta e da Valentina per proteggere coloro che partecipano e permettere ai laboratori di essere, appunto, opportunità di cura collettiva.
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