Nate a difesa della città, le Porte di Bologna sono diventate simboli architettonici che, come bussole, aiutano a orientarsi nello spazio urbano. Rappresentano passaggi rituali, spazi fisici che segnano il confine tra esterno e interno, tra passato, presente e futuro. Quest’anno lo Special Program di ART CITY rende omaggio alle Porte della Città, celebrando le dieci Porte storiche di Bologna con altrettante iniziative. Un itinerario circolare di opere, firmate da artisti e artiste italiani e internazionali, intreccerà un dialogo con la storia, le evoluzioni sociali e i cambiamenti morfologici e culturali che hanno segnato il percorso della città felsinea. Si chiama Le porte della Città ed è a cura di Lorenzo Balbi e Caterina Molteni e promosso dal Comune di Bologna e BolognaFiere, con main sponsor Banca di Bologna
Lo Special Program si apre con Porta Mascarella dove Angelo Plessas colloca, nella facciata del varco, l’opera Extropic Optimisms: Portal IV, un vero e proprio portale composto da insegne luminose raffiguranti diversi simboli scelti dall’artista greco in quanto portatori di conciliazione e rigenerazione: 8 simboli che la cultura visuale online ha espropriato da civiltà antiche e successivamente manipolato e che possiedono ciascuna una specifica valenza.
In Porta San Donato l’installazione sonora Deep Water Pulse di Susan Philipsz evoca il mondo sommerso e l’abisso marino, così come, in modo metaforico, il ritmo del battito cardiaco. In Deep Water Pulse l’artista registra il suono di un emettitore subacqueo, strumento usato in navi o aerei in caso di incidente. L’emettitore una volta immerso in acqua inizia a riprodurre un impulso per segnalare la sua esatta posizione, permettendo ai soccorsi di individuare la sua collocazione. L’installazione audio viene trasmessa in Porta San Donato dal vicino Museo Bombicci.
Il percorso prosegue in Porta San Vitale con l’artista Judith Hopf e la scultura Phone User 4 attraverso cui, con il linguaggio ironico mutuato dalla slapstick comedy, l’artista si concentra sui nostri gesti quotidiani e sui movimenti inconsci. Secondo Hopf l’umorismo rende strano ciò che sembra familiare, permettendo di guardare la realtà in modo diverso e attraverso il filtro dell’ironia persino l’utilizzo di un cellulare risulta un gesto insolito. L’artista si concentra sul modo in cui si impugna lo smartphone e sul perchè, invitandoci a cambiare passo, a rallentare.
Franco Mazzucchelli presenta a Porta Maggiore il suo nuovo Intervento Ambientale, una grande scultura gonfiabile in pvc che l’artista collocherà all’interno della Porta abbattendone la monumentalità e che sarà esposta all’interazione di chiunque. Un invito a riscoprire il desiderio ludico e alla decompressione dai ritmi della vita quotidiana.
Negli ambienti di Porta Santo Stefano l’installazione video Elegy di Gabrielle Goliath rimarca la persistenza di una cultura della violenza nella società contemporanea, attraverso la commemorazione intima e corale di persone LGBTQIA+ perseguitate e uccise in Sudafrica. Una lunga performance commemorativa in cui un gruppo di sette interpreti vocali femminili sostiene il canto della medesima nota per circa un’ora. Il canto sembra dissolversi fino a quando la successiva performer ne ravviva la potenza. Ciascun lamento funebre è rivolto ad una specifica persona, la cui memoria è tramandata all’interno dell’installazione da un testo scritto da madri, sorelle, familiari. Vengono enunciati nomi, abitudini, qualità, ma anche la violenza e gli atti di sopraffazione a cui son state esposte. Un rituale collettivo di lutto che in modo simbolico diventa un’azione politica di protesta contro qualsiasi forma di abuso razziale, sessuale, di genere.
A Porta Castiglione l’installazione site specific Tremendous gap between you and me di Fatma Bucak riflette sulla possibilità di rinascita da un cumulo di rovine. Il varco appare traboccante di grossi pezzi di macerie e assomiglia ad una rovina che espelle il suo contenuto. Le rovine si intrecciano alla storia di Bologna ricordando anche la devastazione lasciata dall’alluvione dell’ottobre 2024. All’interno delle macerie si trova un’installazione sonora per riflettere sul canto di Hildegard, basata su una poesia scritta dall’artista. Il canto si decostruisce fino a rimanere un rumore indistinto, per poi riprendere: quasi un requiem per la distruzione, un invito a riconoscere ciò che è già avvenuto, così da rendere possibile la ricostruzione.
A Porta Saragozza c’è Francesco Cavaliere con OTTO, doppia curva lingua!: una scultura totemica d’ottone dotata di due megafoni inseriti in due maschere bidimensionali. Una scultura sonora-marionetta che attraverso l’intervento gestuale-vocale si attiva e agisce come una giocosa cassa di risonanza attraverso cui diffondere il proprio pensiero e amplificare la propria energia.
Sulla facciata di Porta San Felice, Dread Scott posiziona A Man Was Lynched by Police Yesterday, una bandiera nera di denuncia dei soprusi da sempre subiti dalla comunità afrodiscendente americana e ancora oggi profondamente radicati. Il drappo nero è stato realizzato in seguito all’uccisione di Walter Scott da parte dell’agente Michael Slager avvenuta in South Carolina nel 2015. Walter Scott era stato fermato dalla polizia perché la sua macchina aveva un faro rotto; sceso dal veicolo, Scott aveva tentato la fuga e l’agente di polizia gli aveva sparato uccidendolo. Questo delitto si inserisce in un ampio clima di sopraffazione verso le persone afroamericane da parte della polizia che continua a rimanere impunita. Il drappo realizzato dall’artista ricalca fedelmente l’iconica bandiera esposta nella sede ufficiale della National Association for the Advancement of Colored People (NAACP) a New York tra il 1920 e il 1938, come parte della campagna anti-linciaggio sostenuta dall’associazione in epoca segregrazionista. La bandiera riportava la frase “ A MAN WAS LYNCHED YESTERDAY” e sarebbe stata esposta lungo la facciata dell’edificio newyorchese ogni qualvolta una donna nera o un uomo nero fossero stati linciati. Il lavoro di Dread Scott condivide il medesimo tono accusatorio e ne rimarca le analogie con gli eventi attuali.
A Porta Lame, il video Aaaaaaa di Valentina Furian esplora le profondità della terra addentrandosi nel buio per avvicinarsi all’essenza animale che appartiene a ogni essere umano. L’opera ripercorre un’attività di ricognizione della grotta del Farneto, uno dei luoghi iconici del parco regionale dei Gessi e dei Calanchi bolognesi. L’esplorazione è condotta da A. uno speleologo che, in seguito a un morso di un cane al viso e al collo avvenuto in età infantile, è divenuto balbuziente. Il video mostra A. discendere nel ventre della terra, cantando alcuni estratti di articoli sul suo incidente apparsi su Il Resto del Carlino nel febbraio 1999. Il canto segue le note di uno dei tormentoni di quegli anni Maria dei The Blondie e la voce di A. appare scorrevole (il canto è una tecnica che permette a chi soffre di balbuzie di acquisire fluidità di espressione). Da adulto A. ha deciso di trasformare quella bocca che lo ha azzannato in un antro da esplorare. Aaaaaaa è un ritratto ibrido tra la storia di un essere umano, un essere animale, un ambiente naturale e le varie forme di potere e relazione che possono esistere tra queste entità.
A Porta Galliera, l’artista Andrea Romano presenta il progetto Anteo ispirato alla storia di Anteo Zamboni, giovane ragazzo bolognese ucciso da un gruppo di squadristi fascisti per aver tentato di uccidere Mussolini. La serie Study of Anteo esposta negli spazi di Porta Galliera riflette su alcuni schizzi realizzati dallo stesso Anteo pochi giorni prima del fallito attentato. In quei fogli il ragazzo pianifica e immagina il suo sacrificio.
A chiudere in un cerchio ideale lo Special Program è BARK, la performance di Derek MF Di Fabio: una biciclettata che riunisce un coro di persone queer seguendo le Porte della città e unendo idealmente tutti i progetti.
Come ogni anno abbiamo selezionato alcuni tra gli eventi più interessanti di ART CITY e quest’anno abbiamo deciso di suddividerli seguendo quel confine.
QUI la nostra guida a 25 (+1) appuntamenti da non perdere in centro storico
QUI lo SPECIALE FUORI PORTA, dedicato alle iniziative che si trovano fuori dalle storiche mura bolognesi: mostre, installazioni, performance e molto altro.
QUI invece il nostro articolo su ARTEFIERA
mentre QUI BOOMING CONTEMPORARY ART SHOW
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