Design & Moda

Monili che raccontano storie. I gioielli “narrativi” di Stefania Bandinu

05-02-2019

Di Sara Santori
Foto di Stefania Bandinu

Incontro Stefania Bandinu una limpida mattina di gennaio e mi ritrovo in un piccolo mondo appartato, un borgo di vie porticate e silenziose incastonate tra i viali e il vecchio tribunale.

Stefania è sarda, adora la classificazione e crea gioielli narrativi.

Ostinata e testarda, si definisce lei; creativa ma con le idee chiare, dico io.

Stefania Bandinu, Janas

Quando arrivo è lei a iniziare l’intervista facendomi domande.

Stefania mi spiega che lavora in due modi: collezioni illustrate, come Surimono (che significa “pensieri stampati”) realizzata a partire da serigrafie giapponesi del 1700-1800, o Bestiario d’inverno e Sailor collection, dove ha utilizzato illustrazioni botaniche e figurine dedicate al mare. Di queste serie solitamente ne crea una a stagione. E collezioni concettuali, come Mediterranea, presentata a settembre; con illustrazione inedite, sue, e Nebbia.

Nebbia

La nebbia confonde lo sguardo e fa smarrire il senso, ma quando le cose sembrano aver perso i loro contorni compare sempre una nuova struttura. È una collezione legata alla malattia che portava via mia madre, l’alzheimer. Cercavo di poter trovare nel mio sguardo nuove strutture che mi permettessero di avvicinarmi al suo. Sono diventata fornitore del Moma di San Francisco con questa collezione dedicata a mia madre. E lei, che amava incoraggiarmi, ne sarebbe stata molto felice”.

Galattica

Chiedo a Stefania di raccontarmi del suo progetto più importante, dedicato invece alla sua terra, la Sardegna

È una terra meravigliosa a cui sono legatissima. Sono arrivata a Bologna negli anni del liceo e ho frequentato qui anche l’Università; la amo ma ogni tanto ho bisogno di allontanarmi. Alla Sardegna è dedicato uno dei miei progetti più importanti, la collezione Janas: ho raccolto dalle tessitrici sarde storie e campioni di tessuto che ho cucito insieme in una collezione.

L’associazione Carta Bianca ha realizzato un documentario per raccontare la tessitura sarda. Da qui è nato un film e la collezione ha viaggiato in tutto il mondo. La cosa straordinaria è che a un certo punto, seguendo il filo della tessitura, un’università delle arti di Okinawa, in Giappone, ha ricevuto il film e ci ha invitati.

E così è nato il progetto Isole Gemelle: così lontane ma così simili, la Sardegna e Okinawa ospitano entrambe le popolazioni più longeve del mondo, hanno lingue e culture autonome, hanno una forte presenza di basi militari americane ma soprattutto sono patria dell’arte della tessitura. Io sto lavorando a una nuova collezione di gioielli che unisce tessuti sardi e Bashofu, tessuto realizzato dalle fibre di banano; Carta Bianca ad un nuovo film”.

Mediterranea

Il tuo “About” sul tuo sito, inizia così: “Le mie collezioni nascono da ciò che incontro nella vita”

Raccolgo, accumulo, classifico, smembro, scelgo dettagli, assemblo e modello. E mi diverto molto. Creo collezioni tematiche partendo da un’idea, da forme, materiali e stili. Le mie creazioni portano con sé un racconto, una memoria, evocano un senso”.

Utilizzi diverse tecniche e diversi materiali, quali senti più tue?

“L’argento. E modellare il metallo utilizzando tecniche orafe. Ma fare solo quello mi annoia. Allora mescolo diversi materiali e aggiungo tessuto o carte laccate, stampate o disegnate; sulla carta puoi scrivere. Mi piace sperimentare e cambiare. Anche per questo motivo lavoro a edizioni limitate: mi permette di iniziare e chiudere un progetto, segnando delle epoche. La cifra stilistica è sempre quella ma mi reinvento e faccio qualcosa che prima non esisteva”.

Bestiario d’Inverno

Come sei arrivata ai gioielli?

“Per caso. Un anno, durante le vacanze di Natale, mia mamma, che era una donna molto eclettica, mi ha messo a bottega da un fabbro. Questo è stato l’inizio. Poi, come spesso succede, le cose restano lì. E a un certo punto tornano fuori. Durante il biennio della specialistica in Storia dell’Arte Medievale ho cominciato a creare farfalle su stelo. Poi ho portato le farfalle sulle spiagge della Sardegna. Nel 2010 è nata la prima collezione narrativa, con carta e metallo”.

Raccontaci qualcosa di più

“Avevo trovato da un antiquario sardo un pacco di lettere che raccontavano la storia di un’intera famiglia, dagli anni ’20 agli anni ’60. Ho scelto le lettere scritte dalla madre e ho utilizzato gli originali per la collezione: Scritture. Prima di farlo le ho tutte catalogate: adoro la classificazione! Specialmente l’illustrazione enciclopedica, che ci mostra gli oggetti isolati dal contesto, nella loro nudità. Penso alle spedizioni degli esploratori, al desiderio di catalogare l’umano mondo in immagini, quando ancora non esisteva la fotografia”.

Surimono

Quali gioielli porti?

“I miei monili da corredo fisso sono: due bracciali, regalati, che non tolgo mai; un orecchino piccolissimo a forma di coniglio di quando ero bambina e due braccialettini della collezione Arcaica che portano fortuna”.

Ho sbirciato in anteprima la collezione della prossima stagione e posso solo anticiparvi che è popolata di zebre e piante esotiche.

È possibile acquistare i gioielli narrativi di Stefania Bandinu presso il suo atelier Mon Île tramite lo shop online oppure nei tanti punti vendita sparpagliati in Italia e nel mondo, sul sito la lista completa.

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