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#narrandoBO. La prima serata di storytelling dedicata a Bologna arriva a Porta Pratello

28-09-2021

Di Sara Santori

La definizione è puntuale, che la si cerchi online o la si chieda a loro, ecco la risposta: «#narrandoBO è la prima serata di spettacolo dal vivo interamente dedicata a Bologna», come hanno ripetuto anche a me durante la nostra intervista online.

Abbiamo raggiunto i tre attori che portano avanti il progetto: Leonardo Bianconi, Leo Merati e Giulia Quadrelli. Oltre a loro, le serate raccolgono le performance di diversi artisti legati a Bologna che raccontano la città attraverso diversi linguaggi: stand-up comedy, teatro di narrazione, poesia, musica.

«La comunità di artisti coinvolti è molto ampia, finora circa una cinquantina. – spiega Giulia Quadrelli – È una narrazione ed esplorazione artistica della città sviluppata intorno all’associazione culturale Spazio Altrove, ma anche a Loft Kinodromo, Borgo Mameli, il Foyer dell’Arena del Sole, Piazza San Francesco e altri ancora».

La serata di giovedì 30 settembre della nostra rassegna About Stories a Porta Pratello sarà proprio dedicata allo storytelling su Bologna. Gli autori di #narrandoBO, tra fatti di cronaca e storie d’amore, proporranno il loro spettacolo dal vivo e dialogheranno con tre ospiti speciali: l’illustratrice e fumettista Cristina Portolano, la fotografa Francesca Sara Cauli e la regista e sceneggiatrice Margherita Ferri.

«Proporremo il nostro spettacolo in limited edition, una versione “spacchettata”: abbiamo diviso in nostri tre pezzi in tre monologhi (non scriverlo, se no non viene nessuno), che alterneremo alle interviste con le artiste presenti alla serata».

Qui il link all’evento.

Nel 2016 Leonardo Bianconi si riprende con una webcam mentre interpreta il suo testo Lo straccio, poi pubblica il video, che raggiunge più di 10.000 visualizzazioni. Tra gli hashtag: #narrandoBO.

Nel 2018 #narrandoBO diventa un progetto di storytelling dedicato a Bologna.

«Sono affezionato ad About Bologna: Silvia Santachiara è stata la prima che ha scritto due righe sul progetto. – dice Leonardo mentre ripercorre gli inizi – Ero al Fish’n’Roll al Pratello, facevo un monologo su una serie di storie poetiche ispirate a Bologna e ricordo che uno spettatore si è addormentato sul tavolo durante la perfomance. Presi un pennarello e scrissi sulla locandina: questa è la genesi. Lo conservo ancora».

«Beh ma queste cose non le sapevo nemmeno io!» commenta Giulia accanto a lui.

La natura del progetto prevede tematiche specifiche a ogni puntata, una programmazione a cadenza regolare e uno stretto rapporto col pubblico. «Essendo un progetto indipendente, che non si appoggia a una struttura fissa, ma si seleziona gli spazi ad hoc, nell’ultimo anno siamo stati cornuti e mazziati. Ci siamo dovuti reinventare la scatola, aprendoci ad altri spazi teatrali e collaborazioni; penso ad esempio a Camping Bolognina, rassegna di spettacoli organizzati quest’estate grazie alla collaborazione con la Casa di Quartiere Fondo Comini, l’associazione La Ricotta e Fortitudo per il Sociale APS. In questo caso si trattava di una drammaturgia completa nella quale eravamo noi tre della direzione artistica. L’abbiamo chiamata limited edition, spiega Giulia.

Come nasce una puntata di #narrandoBO?

Giulia: «Nella mia cucina» ridono.

«Prima cosa: capiamo chi chiamare, scegliendo chi è più affine al tema e cercando una variazione nelle tipologie di linguaggio utilizzato dagli artisti».

Leonardo: «Seconda cosa: aspettiamo le conferme».

Giulia:«Anzi, ora, prima di tutto bisogna individuare la realtà, il dove e il quando. Ad esempio lo spazio della Casa di Quartiere Fondo Comini ha molto influenzato le scelte. Il quartiere Bolognina era un luogo nuovo per noi, che abbiamo dovuto conoscere».

Leonardo: «Poi ci sentiamo, capiamo se fare anche noi dei dialoghi o monologhi e cerchiamo di essere dei fili rossi di collegamento tra le performance. Cerchiamo di coltivare il rapporto con chi fa già parte del progetto ma anche di cercare nuovi artisti, che stimolano a cambiare la struttura».

Giulia: «Con #narrandoBO bisogna conoscere gli artisti che andranno in scena, perchè ciascuno sviluppa in autonomia il tema che diamo, non si fanno prove insieme e la scaletta viene creata il giorno stesso, cercando una logica e un’armonia d’insieme».

Delle varie tematiche trattate nelle puntate, qual è quella alla quale siete più legati o quella sulla quale avete avuto maggior riscontro?

Leonardo: «Bella domanda, non mi era mai stato chiesto un parere personale. AAA cerco casa a Bologna era una tematica nella quale ero coinvolto perché la stavo vivendo in prima persona e PandorandoBO – una serata al mascarpone, la sera prima di Natale, la ricordo come una serata molto calorosa perché c’erano molti amici e artisti. Poi sicuramente poter presentare King Marracash».

Giulia Quadrelli e Leonardo Bianconi sono stati infatti conduttori e presentatori dell’evento 6000 sardine – Bentornati in mare aperto il 19 gennaio 2020 in piazza VIII agosto a Bologna e tra gli ospiti c’era anche Marracash.

«Anche Bolo state of mind, la serata successiva all’evento delle Sardine, durante la quale abbiamo raccontato il dietro alle quinte, è stata pienissima, nonostante non l’avessimo pubblicizzata».

Giulia: «La serata post-Sardine è stato un bello sbalzo termico, passare dal palco a uno spazio più contenuto e al calore delle persone. Comunque io sono legata ad ogni serata perchè vivo con grande dramma la fase compositiva e quindi ogni puntata diventa una parte di me. Ma sicuramente sono molto legata a Futura dedicata a Lucio Dalla. Era la prima volta che partecipavo a #narrandoBO. Ero una degli artisti e mi sono detta “cavolo, mi sento proprio a casa stasera“, ho sentito che a Bologna c’era spazio per fare delle belle cose.

Poi la pandemia è stata uno spartiacque, Camping Bolognina è stata una fase faticosa, è stato difficile creare una familiarità con uno spazio nuovo, ma allo stesso tempo mi ha dato la consapevolezza che il progetto #narrandoBO ha una sua forza e una sua adattabilità».

Ci sono temi tabù?

Leonardo: «Di tabù non c’è niente, abbiamo parlato di tutto. Ma non nego che il contesto in cui ti trovi ti porta a una diversa costruzione della drammaturgica. Insomma, nei posti più underground dici quello che ti pare».

 

E temi che non avete mai trattato?

Giulia invita Leonardo: «Fai una puntata sulle periferie, esempio: i Prati di Caprara, sarebbe una puntata scomoda, ma interessante».

Leonardo: «Oggi sei ispirata!».

Giulia: «In realtà la progettualità è al contrario, il tema nasce in funzione della puntata. Lanciamo la tematica in base all’attualità, a quello che ci succede intorno».

 

Parlando di cose serie, su Giulia non ci sono dubbi, ma Leo e Leonardo come vi chiamate per distinguervi?

Leonardo: «Io sono il presidente» ride.

Giulia:«Leo e l’altro. A volte non li distinguiamo, chiamiamo nel mucchio e vediamo quale Leo risponde».

Leonardo e Giulia hanno percorsi più affini, si sono formati entrambi alla scuola di teatro Galante Garrone di Bologna. «Abbiamo specificità diverse, ma siamo più interscambiabili nei ruoli. Dei tre noi siamo quelli che si occupano dei bandi, scriviamo molto e siamo i più chiacchieroni, seguiamo le relazioni e teniamo i contatti con i luoghi e gli artisti. Leo Merati [che non era presente all’intervista n.d.r.] ha un percorso diverso dal nostro e quindi è una grande risorsa. È quello più esperto di tecnica, si occupa della costruzione scenica, visiva ed estetica. #narrandoBO per come è costruito adesso è anche merito del Merati, che cura le cose e gli spazi. La newsletter MailingBO, nata dopo il susseguirsi di lockdown per continuare a mantenere il rapporto con il pubblico, è stata una sua idea, della quale ha seguito anche la parte tecnica», racconta Leonardo.

 

«Il cast in versione limited edition, con solo noi tre, ci consente di portare una doppia corrente: essere protagonisti in scena e dialogare con altri protagonisti, altre voci, altre realtà. #narrandoBO può tenere insieme tanti linguaggi diversi, non tutti gli spettacoli lo consentono. La cosa interessante è che si sta costruendo una narrazione intorno alla città, una fotografia, una poetica, un repertorio di Bologna (i riders, “dove sono finiti i punkabbestia?” ecc). Registriamo la città in quel determinato momento».

 

Quanto vi divertite?

Leonardo «Molto, se no come la reggeremmo la baracca?».

Giulia: «Molto, se no non avrebbe senso farlo».

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