L’ho conosciuta due anni fa per scrivere della sua start up sul settimanale Donna Moderna. Pensavo sarebbe finita lì, ovviamente. E invece mi sono ritrovata a scrivere in un mese il libro di quella start up. O meglio, ho realizzato e scritto una settantina di interviste contenute in “Destinazione Umana, la guida di viaggio per cambiare vita”, che poi è stato presentato in ogni dove lungo lo Stivale e su cui sono stati sfornati articoli su articoli. Per la seconda volta, ho pensato: “Ora la saluto”. E invece siamo pure diventate amiche. Molto amiche, insomma di quelle che si tengono ore al telefono per raccontarsi i propri drammi sentimentali e molto altro.
Lei è Silvia Salmeri, co-founder di Destinazione Umana, e sostiene di essersi inventata il turismo ispirazionale, anche se Word continua a correggerlo. “Ispirazionale non è uguale ad esperienziale, che invece esiste: l’esperienza ha a che fare con l’attività, con il cosa e con il dove. L’ispirazione invece parte dal viaggiatore, la domanda è chi e perché”, mi spiega.
Riavvolgo il nastro. Il concetto su cui si basa Destinazione Umana è semplice: Non chiederti più dove, ma da chi vuoi andare, per fare esperienze diverse, per essere aiutato a sviluppare un’idea professionale o anche per conoscere chi ha mollato tutto ed è ripartito da zero. Quindi, tradotto, un’agenzia di viaggio che propone destinazioni in base al tipo di ispirazione che il viaggiatore sta cercando in quel momento: cambiamento, innovazione, ruralità, spiritualità.
Non più mete fini a se stesse quindi, ma persone, volti, storie, esperienze, altri modelli di vita.
Nonostante ci sentiamo una media di due volte al giorno, decido di intervistarla ancora, questa volta per aBOut.
Persone quindi, e non mete fini a se stesse…
«Sì, il portale suggerisce destinazioni a seconda dell’ispirazione ed è articolato in quattro diversi percorsi: cambiamento (per chi è alla ricerca di nuove strade), innovazione (per chi ha bisogno di entusiasmo per affrontare nuove sfide), ruralità (per chi vuole staccare la spina e stare in mezzo alla natura) e spiritualità (per chi vuole ricaricare mente e corpo). Conta più di cento strutture ricettive su tutto il territorio italiano e le prime all’estero. Nella sezione “chi ti accoglie” del portale si possono leggere le storie degli host, per poi scegliere la destinazione più in linea con le proprie ispirazioni».
Perché oggi si sente sempre più il bisogno di cercare una Destinazione Umana?
«Siamo sempre più iperconnessi, frammentati in tanti ruoli e spesso sottoposti a ritmi di vita che non sentiamo nostri. Le nostre proposte,invece, mettono al centro le relazioni e rispondono ad un bisogno sociale sempre più forte, quello della ricerca di uno stile di vita che si avvicini il più possibile a quello che siamo. Spesso chi sceglie Destinazione Umana lo fa perché è alla ricerca di idee ed entusiasmo, per incontrare persone che hanno qualcosa da raccontare, per condividere esperienze, ascoltare consigli o condividere spazi e visioni. Aiutiamo le persone quindi, a vivere il viaggio come un momento di crescita, d’ispirazione, alla ricerca della propria personale forma di felicità».
Chi incontriamo nel portale?
«Si incontrano persone che hanno lasciato tutto e cambiato vita, come i ragazzi di Ecovillaggio Tempo di Vivere, ma anche percorsi per aiutarti a concretizzare e sviluppare un’idea insieme al tuo team come quello che faremo il 23-25 marzo presso la nostra sede a Monteveglio. Spesso chi si avvicina al portale è perché è alla ricerca di idee ed entusiasmo e noi cerchiamo di creare proposte per dargliele».
Come le hai trovate?
«Sono loro che si candidano per diventare Destinazioni Umane, attraverso un apposito form, attraverso il quale ci raccontano la loro storia».
Un’idea che è arrivata proprio dopo quattro anni alla scrivania…
«Sono laureata in Scienze Politiche, corso di Cultura e Diritti umani. Per quattro anni ho lavorato come impiegata in una azienda di forniture medicali…un lavoro sufficientemente noioso (sorride). Poi mi sono resa conto che il mio cervello stava andando in stand by e ho aperto il blog ViviSostenibile. Dopo alcuni mesi gli eventi mi hanno portata a licenziarmi e ad aprire un bed and breakfast a Monteveglio, sulle colline della Valsamoggia in provincia di Bologna. Mi dicevano: «Ma sei matta? Hai un contratto a tempo indeterminato…e poi chi ci viene a Monteveglio?». In verità quell’esperienza andò molto bene e lì mi sono accorta di quanto gli ospiti fossero interessati, oltre che alle camere e alla colazione, a conoscere la mia storia, come avevo fatto, dove avevo trovato il coraggio…»
Da ViviSostenibile a Destinazione Umana, chi siete oggi?
«ViviSostenibile lo considero un embrione di quella che poi è diventata Destinazione Umana, più che una semplice agenzia siamo un’ecosistema che si rivolge a tutti gli attori potenzialmente interessati al turismo ispirazionale: viaggiatori, host e travel designer. Per loro organizziamo viaggi ispirazionali ma curiamo anche progetti di comunicazione umana e corsi di formazione».
Come è cambiata la tua vita?
«Sento che sto facendo quello che mi piace, forse sono più impegnata di prima e la mia vita è più dinamica, ma proprio per questo piena di creatività, e posso quindi dirmi davvero felice. Le tantissime persone che stanno passando da questo progetto mi stanno arricchendo molto».
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