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Non leggere qui! Un sondaggio sulla lettura e i suoi immaginari

14-11-2022

Di Mattia Lusini

Chi sono i lettori? E i non lettori? Cosa leggono, perché leggono, cosa considerano lettura e quali supporti utilizzano?

Non leggere qui! è un’indagine etnografica intorno alla lettura e al suo immaginario, promossa dalla rete del Patto per la Lettura di Bologna in collaborazione con Kilowatt.

Attraverso un questionario online attivo fino al 21 novembre e rivolto a tutti: dallo studente al lavoratore, fino all’anziano, si cerca di capire chi sono i non lettori e come intercettare, invece, gli altri.

Occhi aperti, nelle strade del centro trovate anche i manifesti di CHEAP, il progetto di arte pubblica su poster che torna nello spazio pubblico con un nuovo intervento inedito per promuovere la ricerca.

Per la realizzazione dei manifesti, CHEAP ha scelto di lavorare con Giulia Neri, illustratrice concettuale italiana che ha tradotto in un set di 8 manifesti inediti le declinazioni di lettura come relazione, piacere, desiderio, cura, epifania e attenzione, corredati da QR code porta direttamente al form dell’indagine. L’intento è quello di decostruire l’immaginario sulla lettura, sulle condizioni e sui moventi che l’accompagnano, chi legge, su come quando e perché questo avviene.

«Il bisogno intellettuale è simile al bisogno sessuale». La frase è della scrittrice Susan Sontag, ed è la più emblematica per Simona Brighetti, responsabile di Patto per la lettura, la rete coordinata dal Comune di Bologna / Settore Biblioteche e Welfare Culturale che promuove la lettura e la conoscenza in tutte le loro forme. Libri, letture, attività, servizi, voci, progetti, luoghi, occasioni, incontri intorno alla lettura.

«Leggere non è un verbo attribuibile solo ad un libro, l’importante è il contenuto e non il supporto», sostiene la dipendente comunale dell’ufficio di coordinamento del Patto per la lettura con 25 anni di esperienza nel mondo culturale bolognese. E proprio seguendo l’idea che la lettura ormai si sia evoluta e non sia ferma alle sole pagine di un libro, si è sviluppato il progetto.

Il Patto per la lettura nasce con lo scopo di creare una rete locale e permettere a tutti i cittadini bolognesi di capire quali siano i luoghi in cui si possa praticare attivamente quest’arte ormai in disuso. Il beneficio è doppio: grazie a questa rete il Comune di Bologna può informare anche coloro che posseggono le caratteristiche adatte a partecipare ai numerosi bandi dedicati alla cultura.

«Siamo partiti nel giugno del 2018 con circa 140 stakeholders e ora ne abbiamo più di 200», afferma compiaciuta Simona. Il più eccentrico è RoNK RiO APS, biblioteca all’aperto sui colli bolognesi nata durante il periodo del distanziamento sociale. Qui, i libri sono custoditi in un capanno e si può leggere comodamente sdraiati in amache che vengono messe a disposizione. Durante il periodo invernale la biblioteca si sposta in una casa cooperativa, ma presto verrà inaugurata anche la nuova sede invernale.

Il Patto per la lettura si pone come obiettivo quello di favorire l’inclusione sociale. Infatti, identifica e localizza i gruppi di lettura, andando così a incentivare soprattutto gli studenti bolognesi ad entrarne a far parte. «Avere un gruppo di lettura crea nuove amicizie e genera luoghi orizzontali senza pregiudizi, con scambi di riflessione tra persone diverse», continua Simona.

Patto per la lettura collabora con l’Università di Bologna: l’ultima volta con il FICLIT, filologia classica ed italianistica. Il movente è sempre quello di fare rete e riuscire a coinvolgere sempre più persone alla lettura.

Il fenomeno della non lettura secondo Simona è causato dalla mancanza di infrastrutture nei piccoli paesi in cui ritrovarsi per leggere e creare così un ambiente vivo e di fermento. «Bologna fortunatamente si differenzia poiché le principali biblioteche del centro ospitano spesso eventi culturali e hanno le strutture necessarie per ospitare molte persone», afferma soddisfatta.

«Leggere non sopporta l’imperativo – conclude Simona – Il mio desiderio è quello che le persone siano invogliate a leggere e non lo vedano come un dovere, ma come una passione».

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