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Nu Lounge Bar riapre: arte, cocktail e una giungla digitale

10-09-2025

Di Laura Bessega

C’è chi a Bologna lo ricorda come un vodka bar, chi come il regno dei cocktail tiki e chi come un punto di riferimento della movida cittadina. Oggi il Nu Lounge Bar si prepara a scrivere un nuovo capitolo. Dopo ventanni di serate e sperimentazioni, il locale riapre con un volto rinnovato e una visione ampliata: non solo drink dautore e musica, ma anche arte, installazioni e momenti di incontro. Un luogo pensato per un pubblico trasversale, dai ventenni agli “anta”, che cerca unesperienza capace di mescolare sapori, immagini e atmosfere.

Domani alle 20:00 dopo qualche mese di stop, ci sarà l’opening night. In via dei Musei 6, la galleria si spegnerà del tutto e dal buio prenderà vita una giungla digitale con il videomapping a cura di Monday Windows e la musica di Rame dei Pastaboys.                                                                                Luci e atmosfere immersive trasformeranno il portico in un nuovo mondo. È linizio del restyling del Nu Lounge Bar. Dopo ventanni, si rinnova senza rinnegare le proprie radici. Un pezzo di portico diventa così unestensione naturale del bar e del ristorante, uno di fronte all’altro. Un unico spazio che unisce dentro e fuori, passato e futuro. Qui il pubblico troverà continuità e sorpresa: non la nostalgia di ciò che è stato, ma unenergia nuova, capace di interpretare una Bologna che sta cambiando.

Abbiamo incontrato Maurizio Gerosa e Michele Collina, due dei quattro soci del locale insieme a Davide Cavallari e Gianfranco Lo Martire. Si conoscono da ventanni, entrambi con un lungo percorso nel mondo del clubbing. Maurizio arriva da Milano, con un lungo curriculum – oltre cento locali gestiti e la storica one night Fidelio, che ha segnato una generazione. Michele, invece, è una figura di riferimento per Bologna, con esperienze come la Capannina, il Kasamatta e il Bamboo.

«Io arrivo da Milano, dal mondo del clubbing, e ho portato a Bologna, insieme a Davide, un modo diverso di intendere lospitalità. Qui mancava quel bar alla milanese”, fatto di accoglienza e un ricco buffet che permetteva di bere e mangiare senza tornare a casa o al ristorante. Con Michele ci siamo trovati subito sulla stessa lunghezza donda», racconta Maurizio.                        

Il Nu Lounge nasce nel 2002 come vodka bar, per poi diventare uno dei cocktail bar più noti della città. Con Daniele Dalla Pola è entrato nella storia per i suoi tiki, vincendo premi internazionali ed entrando nella classifica dei migliori 100 bar al mondo. Oggi la miscelazione passa nelle mani di Vladimir Ticaci, bartender con una carriera di rilievo internazionale, pronto a guidare il nuovo corso. «Il Nu Lounge è sempre stato un punto di riferimento, ma oggi vogliamo andare oltre: non solo drink, ma esperienze a 360 gradi», spiega Collina.

Raccontare questo locale significa anche raccontare Bologna: dai primi anni 2000 la città è cambiata, e con lei anche il modo di uscire la sera. Indubbiamente è diventata sempre più turistica, attrattiva non solo per chi cerca divertimento ma anche per chi arriva per lavoro, fiere e congressi. Ventanni fa il percorso tipico era: aperitivo, cena e dopocena in tre posti diversi. Oggi, complici pandemia, controlli sullalcol e la necessità di parcheggiare lauto e lasciarla ferma, la tendenza è vivere la serata in un unico luogo. È qui che il Nu Lounge vuole collocarsi: un posto dove fare aperitivo, cenare e restare fino a tarda notte, con la possibilità di vivere esperienze sempre nuove.

Non solo bar, dunque, ma anche spazio polivalente con mostre, installazioni, musica, videomapping. «Un concetto un ponewyorkese, un poChelsea Market fatto a bar, adatto tanto ai bolognesi quanto a un pubblico internazionale» racconta Maurizio. Un locale che cambia volto a seconda della serata, con un respiro cosmopolita, ma radicato sotto i portici di Bologna, in un luogo che vuole essere accogliente tanto per i bolognesi quanto per i turisti.

Il nuovo slogan, ideato da Paolo Bruciaferri di Cr3are, Its all about something nu”, gioca con la sonorità tra Nu” e new”: un richiamo allevoluzione senza perdere la propria identità. «Si chiamava Nu Lounge e si chiama ancora Nu Lounge. Se avessimo voluto fare un altro locale, avremmo cambiato anche il nome», sottolineano i soci.

Alla base resta sempre il un concetto dellospitalità. «A volte vale più un cocktail semplice servito con un sorriso che il drink perfetto dato con il muso lungo. Le persone vengono qui per distrarsi e stare bene, ed è questo che conta davvero», dice Collina.

Eppure, nonostante cocktail premiati e nuove proposte, a chi gli chiede qual è il suo drink preferito, Michele sorride e risponde: «Non bevo cocktail. Bevo vino fermo e vodka liscia». Una battuta che restituisce lo spirito del Nu Lounge: un locale che senza prendersi troppo sul serio, sa regalare serate da ricordare.

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