Diciamocelo, abbiamo tutti ricordi di cui vorremmo sbarazzarci una volta per tutte. Ma a Bologna abbiamo la fortuna di vivere nel tempo in cui Daniele Castellano, Bruno Zocca e Marco Bassi ci offrono ciò che fa al caso nostro: l’Ufficio Misteri.
I veri fan di Harry Potter avranno già colto la citazione, ma al di là di tutto questo è un vero ufficio e va preso sul serio. I tre ragazzi, che al telefono si alternano in maniera ordinata nel raccontarmi il loro progetto, hanno voglia di offrire alle persone dei veri e propri servizi attraverso quello che sanno fare meglio: disegnare.
E così l’illustrazione si mette al servizio della memoria e della nostra voglia di ricostruire il passato, ma non solo. La “compravendita dei ricordi” è solo il primo dei progetti dell’Ufficio Misteri, che prossimamente non esclude di aprire porte anche verso il futuro.
Come nasce Ufficio Misteri?
“Ufficio Misteri nasce circa due anni fa. Noi ci conoscevamo da diverso tempo, abbiamo studiato insieme e avevamo già lavorato in gruppo per alcuni progetti legati ad alcuni esami. Ci siamo trasferiti a Bologna e ora abitiamo tutti e tre nella stessa casa.
Nello specifico siamo tre disegnatori che cercano di realizzare dei progetti insieme, come in un vero e proprio ufficio. La nostra idea è quella di offrire un servizio, però attraverso l’illustrazione. Spesso ci ritroviamo a disegnare insieme sugli stessi lavori e le stesse immagini, altre volte lavoriamo singolarmente in progetti più strutturati”.
Uno dei vostri servizi è la “compravendita dei ricordi”?
“In un certo senso sì. Se tu hai dei ricordi orribili e te ne vuoi liberare, noi li disegniamo e li vendiamo. Comprando questi ricordi si può liberare la persona dalle sue memorie più scomode e il dimenticante, con la sua percentuale, può iniziare una nuova esperienza e farsi altri ricordi (si spera positivi!)
L’idea è nata circa un anno fa. Abbiamo chiesto ad un nostro amico scrittore, Marco Taddei, di buttare giù una ventina di ricordi di cui volesse sbarazzarsi, per qualsiasi motivo. Abbiamo creato dei disegni da questi ricordi e abbiamo venduto gli originali, con anche testo scritto da lui, tutto a matita”.
E tutto questo poi si è trasformato in una mostra, giusto?
“Esatto. L’ultima mostra è proprio un insieme dei ricordi che abbiamo ricevuto da diverse persone. Ne abbiamo selezionati alcuni e in molti c’erano pure elementi in comune. Per esempio, abbiamo notato la comparizione di gatti in ricordi di tantissime persone diverse. Sempre con Marco siamo riusciti a costruire una storia attraverso questi ricordi e tramite i nostri disegni.
In questo caso quindi siamo riusciti a dar vita ad un progetto strutturato, con l’idea di fare un’esposizione di illustrazioni che non fosse semplicemente un appendere illustrazioni ad un muro”.
Scusate, ma perché Ufficio Misteri?
“Prima di tutto è un omaggio ad Harry Potter e l’Ordine della fenice. Nella versione inglese (“Department of Mysteries” ndr) il nome è molto meno interessante e più burocratico. Nella traduzione italiana ci piace molto di più e suona davvero da Dio. Forse abbiamo messo su tutto solo per il nome!
Ma soprattutto il nome identifica quello che facciamo: come esiste un ufficio immigrazione, noi siamo un ufficio misteri. È un tentativo di risolvere un mistero, qualcosa che ha un piede nel reale e un piede nella dimensione più fantastica. Il nostro compito è risolverlo attraverso l’illustrazione”.
L’obiettivo di questo Ufficio?
“Il nostro obiettivo principale non è fare dei libri, anche se siamo tre disegnatori. Ci interessa di tutto: proprio in questo periodo ci stiamo aprendo a possibili commissioni legate al video e all’animazione.
Questo collettivo nasce anche da un’esigenza di sperimentare. Singolarmente ognuno di noi ha dei propri lavori legati all’editoria, quindi con il progetto Ufficio Misteri tentiamo di evadere dal circuito classico e cerchiamo di svagarci un po’”.
Quindi sembra preferiate ricostruire il passato, piuttosto che immaginare il futuro. Siete d’accordo?
“È vero, per ora ci siamo focalizzati molto sul passato. Però nell’ultimo periodo stiamo pensando, forse già col prossimo lavoro, di staccarci dal passato per indagare il futuro.
È ancora tutto incerto, anche perché l’improvvisazione ci piace. Per ora ci siamo fatti soprattutto coinvolgere dalle cose che ci hanno proposto. È importante sapere però che l’Ufficio Misteri non è legato solo ai ricordi, ma ai misteri in generale. Forse potrebbe essere arrivato il momento anche di raccontare il futuro”.
Cosa vedete per il vostro futuro?
“Come detto, non siamo certi di nulla. Non è detto che faremo un fumetto. Stiamo continuando a lavorare, ma non sappiamo ancora che forma avrà il nostro prossimo progetto. Dopo questa mostra ci piacerebbe sicuramente fare altre esposizioni, continuare ad aprirci verso l’esterno.
L’idea che ci guida è la consapevolezza che l’illustrazione oggi non debba essere sempre e solo pensata nell’ottica di arrivare ad un libro come risultato finale. Pensiamo che questo sia uno dei motivi per il quale l’illustrazione venga poi svalutata nei circuiti dell’arte ufficiale.
L’illustrazione è sicuramente legata all’editoria e può diventare anche un prodotto commerciale, ma ha una sua autonomia profondamente legata alla narrazione, con un linguaggio vero e proprio, che può sopravvivere anche al di fuori del libro”.
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