Musica & Libri

Un viaggio nel tempo attraverso il vinile in Salaborsa e l’eredità musicale della famiglia Santonastaso

13-03-2025

Di Valentina Toro

Se per tutti gli appassionati di musica febbraio è stato il mese per eccellenza grazie al Festival di Sanremo, i cittadini bolognesi, oltre a ciò, hanno preso parte ad un altro evento eccezionale: il 14 febbraio è stata infatti inaugurata la sala ascolto vinili al secondo piano di Salaborsa, frutto di una donazione.

Al centro di questa vicenda c’è la famiglia Santonastaso, conosciuta soprattutto per il duo comico Mario e Pippo, attivi perlopiù negli anni Settanta. Mario, oltre ad essere stato un comico, suonava la chitarra, era un grande appassionato di musica rock e viveva insieme al fratello Carlo. Pippo è il padre di Andrea Santonastaso, talentuoso attore teatrale e fumettista e strettamente legato allo zio Carlo. Andrea lo ricorda con affetto viscerale e con gli occhi sorridenti, ci racconta che “era un puro”, dal carattere schivo e silenzioso ma parlava attraverso la musica che ascoltava e faceva ascoltare.

I vinili che si trovano nella sala sono infatti una parte dei vinili da 33 giri che Carlo ha collezionato in tutta la sua vita nella casa dove viveva insieme al fratello Mario in via Spartaco a Bologna. Li conservava nella sua camera, dotata di un impianto stereo, e persino in bagno. Carlo ha collezionato un numero impressionante di dischi: si stima più o meno 25mila tra 45 giri, 33 giri e tanti CD.

Andrea ci racconta che la sua casa era un punto di riferimento per tutto il quartiere, la porta era sempre aperta per permettere a chiunque di entrare e di ascoltare i dischi insieme a lui. Per Carlo la musica era passione ma soprattutto condivisione, il suo patrimonio aveva valore soprattutto perché veniva ascoltato e abbracciato anche da altre persone, che potevano così sperimentare generi come il rock o l’elettronica che stavano prendendo forma in quegli anni. Il suo linguaggio era soprattutto la musica, lasciava che fossero i dischi a parlare, stringendo con loro un rapporto fisico e intenso, occupavano un posto speciale e inscalfibile nella sua vita. Carlo si recava ogni sabato mattina insieme al nipote Andrea al magazzino di Nannucci in via Roveri e lì aveva accesso ad una grandissima varietà discografica. Negli ultimi anni comprava sempre tre copie per ogni disco: una per tenerla chiusa, una per scambiarla e una per ascoltarla.

Quando Carlo è morto improvvisamente nel 2009, Mario ha continuato a vivere immerso nei dischi collezionati dal fratello fino a quando non ha deciso, insieme al nipote Andrea e poco prima della morte avvenuta nel 2021, di donare quel patrimonio musicale al Comune di Bologna. Andrea ci tiene a sottolineare quanto sia stata una decisione spontanea: era ovvio che tutti quei dischi dovevano continuare ad avere la stessa funzione che avevano avuto in mano allo zio, non poteva essere altrimenti. E in questo modo poteva rivivere il rituale di andare a casa di Carlo per ascoltare musica; anche se lui non c’è più, la sua musica ha ancora qualcosa da dire attraverso la sua passione che permea nel tempo.

Andrea Santonastaso

Il materiale discografico è stato quindi donato al Comune di Bologna nel 2021. Dopo aver verificato l’ottimo stato di conservazione dei dischi e l’eterogeneità dei gusti, si è cercato di delineare e attuare il progetto sotto il coordinamento di Manuele Giannini dell’ufficio Musica del Comune di Bologna.

Non si è pensato ad una tradizionale fonoteca ma ad una stanza luminosa visibile a tutti dall’esterno attraverso i vetri trasparenti, dotata di un impianto stereo adeguato, dove la musica può risuonare nell’ambiente e non nelle cuffie e dove sono custoditi circa 10mila vinili da 33 giri dai gusti più disparati. La scelta del luogo non poteva che ricadere nel secondo piano di Salaborsa dedicato alla musica. Si è scelta in particolare la stanza vicina alla Sala della Musica, dove inizialmente vi era un ufficio, per armonizzarla ulteriormente con l’ambiente circostante. La sala è accessibile a tutti tramite prenotazione, che può essere fatta direttamente in biblioteca oppure attraverso i canali web o app accedendo all’area personale del catalogo. Si può prenotare la sala per uno slot temporale di 1h e 30 e per un massimo di due persone.

Andrea Santonastaso

L’obiettivo principale è quello di rendere l’ascolto dei vinili un’esperienza tangibile che coinvolge anche il corpo: ammaliati dalle tante copertine, il singolo disco ci viene incontro catturando la nostra attenzione. Una volta scelto, lo si estrae dalla copertina, accuratamente senza lasciare impronte, lo si inserisce nel giradischi e si lascia che l’ambiente circostante risuoni, realizzando quindi una serie di gesti dove ci si rende soggetti attivi e partecipativi. Questo rituale è ben diverso dall’esperienza digitale a cui siamo abituati nella società odierna: le canzoni vengono ascoltate distrattamente, spesso messe in sottofondo mentre siamo intenti a fare altro e vengono consumate velocemente. La sala ascolto vinili è invece uno spazio speciale dove le persone decidono di trascorrere del tempo ascoltando musica, partecipando al rituale corporeo dell’ascolto e immergendosi nei suoni senza accelerare i pensieri del mondo circostante. È un’isola all’interno della confusione della città, un luogo di pace dove essere soggetti attivi nel decidere cosa ascoltare e nella partecipazione al flusso musicale attraverso l’immersione.

Dal 14 febbraio ad oggi la sala è spesso sold out ed è prenotata soprattutto da giovani che si avvicinano con cautela ad un mondo che non hanno mai vissuto interamente. Ho provato anch’io questa esperienza e mi sono sentita allo stesso tempo piccola di fronte all’immensa quantità di dischi, ma anche grande, perché si stava schiudendo davanti a me un mondo vastissimo e potevo scegliere io come esplorarlo.

Chiunque adesso può avere accesso ad una piccola parte di immense passioni: quella di Bologna per la musica, riconosciuta dall’UNESCO come Città della Musica, quella di Carlo per i dischi e per la loro condivisione spontanea, e quella di Andrea per la sua famiglia, l’affetto nel ricordo dello zio Carlo, nell’intensità dell’insegnamento che ha avuto e nella delicatezza nel voler ancora lasciare che la sua musica si diffonda nonostante il tempo.

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