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“Lavoratori, che spettacolo!”. Il Teatro Duse riparte con Alessandro Bergonzoni

30-04-2021

Di Redazione

«É bello poter lanciare questo avvio, non solo per un godimento personale, un bisogno istintivo, una necessità, ma per la linfa vitale, la luce e la frequenza che emana il pubblico. Ripartire in questo modo mi dà una possibilità di grande carico e di grande vitalità».

A parlare in conferenza stampa dal palco del Teatro Duse è Alessandro Bergonzoni, che si è poi soffermato sui lavoratori. «Siamo qui anche per parlare dei lavoratori dello spettacolo, che possiamo far ripartire con uno spettacolo. Non li chiamerei più lavoratori dello spettacolo, ma lavoratori, che spettacolo!»

Sarà lui infatti a inaugurare la nuova apertura del teatro, a quattordici mesi dal primo lockdown, con Trascendi e sali, diretto da Riccardo Rodolfi e dallo stesso Bergonzoni, che firma anche le scenografie.

Lo spettacolo, già accolto da ripetuti sold-out a ottobre 2018, torna in scena dall’11 al 14 maggio e dal 18 al 21 maggio, alle ore 19.15, per 500 spettatori.

Le prevendite per queste prime 8 date in calendario sono già aperte, ma il progetto è pensato per andare in scena a oltranza, ovvero fino a quando il pubblico sentirà la necessità di partecipare, al fianco della compagnia e del teatro, a questa ripartenza culturale e sociale.

Teatro Duse | Foto di Massimiliano Donati

«Riapriamo il Teatro Duse dopo un anno doloroso che ha lasciato profonde cicatrici nella nostra società. La pandemia ha segnato le nostre vite, è entrata nelle nostre case, nelle nostre abitudini, nei nostri affetti. Non si può ignorare la sua presenza, né cancellare le tracce che ha lasciato in ognuno di noi, non si può semplicemente “tornare alla normalità” – ha detto il presidente del cda del Teatro Duse Walter Mramor – ma si può trovare la forza per combattere, per reagire, per curare le ferite, per costruire insieme una nuova normalità. Questa ripartenza porta con sé un bagaglio importante: un dolore, una consapevolezza diversa, ma anche la gioia di un nuovo inizio».

Lo spettacolo, infatti, va in scena grazie alla precisa scelta della compagnia Bergonzoni di ridurre i propri compensi in ciascun comparto. Non solo, sarà offerto a tutti un biglietto a prezzo politico di 17 euro per la platea e la prima galleria, e di 13,5 euro per la seconda galleria, inclusa la prevendita.

Alessandro Bergonzoni

Trascendi e sali: un consiglio, ma anche un comando. Forse una constatazione dovuta ad un’esperienza vissuta o solo un pensiero, da sviluppare o da racchiudere in un concetto più complesso. Nel percorso artistico che in questi anni l’ha portato nei teatri, cinema e in radio, ma anche nelle pinacoteche nazionali, nelle carceri, nelle corsie degli ospedali, nelle scuole e università, sulle pagine di quotidiani e settimanali, nelle gallerie d’arte e nelle piazze grandi e piccole dei principali festival culturali, Alessandro Bergonzoni è diventato un “sistema artistico” complesso che produce e realizza le sue idee in svariate discipline per metabolizzare tutto e ripartire da un’altra parte, facendo tesoro dell’esperienza acquisita. L’artista, che non ha rinunciato alla sua matrice comica mai satirica, aggiunge un’ulteriore, ovvia, complessità per il suo quindicesimo spettacolo teatrale.

Trascendi e sali arriva, infatti dopo Urge e Nessi, spettacoli che hanno inciso profondamente Bergonzoni, in tutti i sensi, aprendogli artisticamente e socialmente strade sempre più intricate e necessarie. In scena uno spettacolo in cui il disvelamento segue e anticipa la sparizione, dove la comicità non segue obbligatoriamente un ritmo costante e dove, a volte, le radici artistiche vengono mostrate per essere subito sotterrate di nuovo.

Trascendi e sali come vettore artistico di tolleranza e pace, colmo di visioni che potranno scatenare le forze positive esistenti nel nostro essere. Piuttosto che in avanti, potrebbe essere, artisticamente, un salto di lato, a dimostrazione che per una progressione non è sempre necessario seguire una linea retta. Dove la carta diventa forbice per trasformarsi in sasso, dove il comico si interroga per confessare e chiedere e tornare a indicare quello che, evidentemente, lui vede prima degli altri. Forse dall’alto delle sue scenografie o nella regia condivisa con Riccardo Rodolfi. Forse. Sicuramente. Sicuramente forse.

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