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Terraviva Film Festival: essere umani, nonostante tutto

21-11-2025

Di Silvia Santachiara

Un mosaico di voci che indagano ciò che più ci riguarda oggi: mobilità, migrazione, libertà, responsabilità collettiva.

Dal 26 al 30 novembre 2025, Bologna e Casalecchio di Reno tornano a essere il cuore pulsante di un cinema che guarda il mondo negli occhi. Il TERRAVIVA FILM FESTIVAL, giunto alla sua sesta edizione, porta sul grande schermo storie selezionate dai principali festival internazionali, dieci lungometraggi e quattro cortometraggi provenienti da 22 Paesi.

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Un festival che non teme la complessità, nato dall’Associazione Amici di Giana intorno al Premio Gianandrea Mutti dedicato ai registi e registe migranti, e che da anni mette al centro un valore semplice e difficilissimo: essere umani. Non a caso il tema scelto dai direttori artistici, Laura Traversi e Giampiero Judica, è esplicito: “Essere o non essere, umano”. Una domanda che il festival trasforma in esperienza, attraversando conflitti, crisi ambientali, fragilità e rinascite, con un unico filo conduttore: ritrovare uno sguardo che non rinunci a empatia e coraggio.

In un momento storico segnato da tensioni e disorientamento, Terraviva propone al pubblico qualcosa di raro: cinema e incontri totalmente gratuiti, aperti fino a esaurimento posti, distribuiti tra luoghi simbolici come il Cinema Modernissimo, l’Oratorio San Filippo Neri, il DAMSLab e il Teatro Comunale Laura Betti.

I film selezionati spaziano da Gaza all’Iran, dal Cile all’Ucraina, dalla crisi climatica alle derive del fanatismo, fino ai traumi familiari che attraversano generazioni. Sono opere che non cercano risposte semplici: offrono prospettive. Ogni proiezione è un viaggio, ogni storia un’occasione per spostare un po’ più in avanti il confine della nostra consapevolezza.

Il film di apertura sarà “Put Your Soul on Your Hand and Walk” proiettato in anteprima all’Oratorio di San Filippo Neri (mercoledì 26 ore 20, ingresso libero) il giorno precedente all’uscita in tutte le sale italiane, distribuito da Wanted.

Il film della regista iraniana Sepideh Farsi racconta il suo rapporto quotidiano in videochiamata
da Parigi, lungo un anno, con la reporter palestinese Fatma Hassona a Gaza: le due donne avrebbero avuto la possibilità di presentare il loro progetto di documentario a Cannes, ma Fatma è rimasta uccisa lo scorso 16 aprile sotto i missili israeliani insieme a gran parte della sua famiglia. Sepideh Farsi ha dunque fortemente voluto portare a termine l’opera perché la voce di Fatma non venisse dimenticata.

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C’è un’idea che ritorna nelle parole di direttori, ospiti e istituzioni: non possiamo più permetterci l’indifferenza. Il mondo di oggi chiede partecipazione, capacità critica, immaginazione. Il cinema — soprattutto quello che raramente arriva nelle sale — è uno dei modi più potenti per farlo.

Terraviva è anche un laboratorio civile che unisce studenti, spettatori, artisti e professionisti in un confronto diretto con la realtà. La presenza di una Giuria Studenti, accanto a quella ufficiale formata da esponenti del panorama culturale presieduta quest’anno dallo scrittore Marcello Fois, racconta un intento chiaro: ridare ai giovani un ruolo attivo.

TuttoQuelloCheRestaDiTe

Il festival affianca alle proiezioni una serie di incontri e masterclass. Dal divulgatore scientifico Adrian Fartade, capace di accendere l’immaginazione delle nuove generazioni, a figure come Emanuela Pala e Alberto Negri, giornalisti di guerra che porteranno testimonianze vive, urgenti, necessarie. Spazio anche alla comicità di Marianna Folli, e al teatro di denuncia di Cristian Ceresoli, autore di uno degli spettacoli più discussi e premiati degli ultimi anni, La Merda. Incontri che non si limitano a “raccontare”: chiedono al pubblico di esserci, di partecipare, di farsi domande.

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