...E Altre Storie

Oltre le identità. Le Ultrabandiere di Guerrilla Spam e Mattia Branca arrivano al Mambo

20-02-2020

Di Il Lato B di Bologna

Nato nel 2010 a Firenze come spontanea azione non autorizzata di attacchinaggio negli spazi urbani, il collettivo Guerrilla Spam ha perseguito negli anni una modalità d’azione che si sviluppa come una vera e propria “Guerrilla”.

Da un incontro a Torino con Mattia Branca è nato il progetto Ultrabandiere, che oggi, giovedì 20 febbraio, alle 18 viene inaugurato al Mambo – Museo d’arte moderna con un talk organizzato da Cheap a cui parteciperanno Fabiola Naldi (docente e storica dell’arte), Guerrilla Spam e Mattia Branca (curatori del progetto), Siaka Dibba autore di una bandiera e abitante dello Spazio Popolare Neruda, Flavia Tommasini (Cheap). Introduce Lorenzo Balbi (direttore artistico Mambo).

L’installazione poi rimarrà visibile nel foyer del museo fino al 15 marzo 2020, l’ingresso è gratuito.

Ieri abbiamo incontrato Mattia e Guerrilla Spam per scoprire cosa sono queste Ultrabandiere.

Foto di Alberto Della Beffa

Com’è nato il progetto?

Guerrilla Spam: “Tutto è nato nel 2017 nello Spazio Neruda, un’ex scuola chiusa e abbandonata dove, dal 2015, vivono più di 100 persone, tra cui molti nuclei familiari con bambini. Abbiamo iniziato dipingendo un murales chiamato ‘La scala degli antenati‘ su invito di Mattia, dipinto nella scala d’accesso ai piani alti, il luogo più frequentato. Lo avremmo potuto fare in tre giorni ma volutamente abbiamo finito in tre settimane proprio per iniziare questo processo di conoscenza con gli abitanti del posto”.

Mattia: “Io già seguivo il lavoro di Guerrilla Spam e apprezzavo il filone sociale che la loro arte esprime. Nel luglio 2017 c’è stata la volontà di portarli allo spazio Neruda in cui ancora mancava il lato artistico.

Sul murales all’interno dello spazio Guerrilla Spam ha dipinto una frase bellissima della carta di Mandé, la carta dei diritti scritta nel 1222 nel Mali: ‘Non esiste una vita superiore all’altra‘. La frase è stata dipinta in tre lingue, italiano, arabo e inglese proprio per renderla accessibile a tutti”.

Ultrabandiera Sidi

Cosa sono le Ultrabandiere?

Guerrilla Spam: “Sono 14 bandiere di stoffa cucite, ognuna delle quali è stata pensata, ideata e realizzata con il nostro aiuto da persone che abitano lo Spazio Neruda. Bambini, nuclei familiari. Si chiamano Ultrabandiere perchè non volevano creare delle bandiere nel senso classico del termine inteso come bandiera nazionale identitaria, ma qualcosa che andasse oltre.

Sono nate su carta e poi sono state trasporate su stoffa. I significati delle bandiere sono molteplici, da skate e unicorni dei bambini, alla storia di Siaka, riguardante la schiavitù di Kuntakinte, personaggio tra il reale e il fantastico che dall’Africa viene portato in America con la tratta degli schiavi”.

Mattia: “Le bandiere di carta sono state trasformate in vere e proprie bandiere di stoffa grazie a un ragazzo di 19 anni che faceva il sarto in Gambia. Il processo è durato un anno e mezzo pieno e il prodotto sono queste ultrabandiere che adesso stiamo portando negli spazi museali per una seconda fase del progetto.

Lo Spazio Neruda è occupato dal 2015. Anche a Torino durante l’ideazione e la realizzazione del progetto non tirava una bellissima aria. C’erano problemi di sgombero con l’asilo occupato, giravano voci di possibili inasprimenti della riflessione sugli spazi occupati, si parlava di decreto sicurezza. Il progetto è diventato un motivo di resistenza. Una resistenza simbolica che attraverso la creazione di cultura ha generato consapevolezza negli occupanti che riescono ad autogestirsi senza problemi.

Si sono affrontati momenti di difficoltà, come un piccolo incendio, ma sono state tutte affrontate in maniera collettiva. Ad oggi stiamo per festeggiare il quinto compleanno. Lo spazio Neruda è un progetto in divenire così come il progetto ultrabandiere”.

Guerrilla Spam: “Il Neruda è un’occupazione atipica perché è un’occupazione abitativa: è una casa dove convivono tantissime persone di nazionalità e fedi religiose differenti. Esistono problemi quotidiani ma è una babilonia che si sorregge in modo miracoloso. È raro trovare posti del genere che funzionano e il Neruda funziona. Il concetto di arte illegale e abitare illegale si è unito, ma non era un concetto così scontato”. 

Ultrabandiera Praise

Avete portato questo progetto a Bologna in un momento particolare, in cui questi spazi vengono sistematicamente chiusi. Come mai avete scelto di portalo in un luogo istituzionale e non in un centro sociale?

Guerrilla Spam: “Proprio perché sia gli abitanti del Neruda che le bandiere sono nati in un posto non istituzionale e non legale per lo Stato. La nostra è una sfida, vogliamo portare qualcosa di non riconosciuto fatto da persone che lo stato non riconosce in un posto che invece è riconosciuto.

Portare un progetto come questo al Mambo non è uno snaturarsi per noi, ma semplicemente sfruttare un altro luogo. Le ultrabandiere hanno un significato al Neruda e un altro significato al Mambo e così via generando una contaminazione continua. Mentre siamo nei musei, come Guerrilla Spam lavoriamo in modo illegale con attacchinaggi quotidiani nelle strade e non credo che una cosa rovini l’altra, basta saper stare in ogni contesto”.

Mattia: “Questo progetto è nato e si è potuto confrontare con questi temi di superamento dello stato nazione, della bandiera identitaria proprio perché è nato in uno spazio occupato dove questo genere di discorsi si possono trattare con più libertà. Probabilmente in un luogo istituzionale non ci sarebbero state le condizioni a priori per arrivare a questo progetto.

Ci sono le ultrabandiere che vogliono superare lo stato nazione e gli ultramigranti che hanno deciso di restare superando il concetto di migrante. Il progetto è un omaggio agli spazi occupati e a questo genere di cultura e speriamo che Bologna possa diventare motivo di riflessione. Questa città sta vivendo un momento controverso, gli spazi occupati vengono chiusi e questo genere di operazioni artistiche manipolate e mercificate”.

Ultrabandiera Sharif

È la prima volta qui a Bologna in un contesto istituzionale?

Guerrilla Spam: “Sì. Eravamo già stati qui nel 2017 sempre su invito di Cheap, partner del progetto e co-organizzatori dell’esposizione al Mambo. Allora avevamo agito in Bolognina su un muro esterno di un edificio in rovina lungo via della Liberazione con un grande paste up di 120 metri quadrati. Un grande ‘affresco’ sulla Bolognina, tra i quartieri più complessi, multietnici e in trasformazione della città, che già nel 2017 cominciava a mostrare i segni della gentrificazione”.

Foto di Alberto Della Beffa

Il futuro del progetto?

Mattia: “Questa fase di esposizione museale precede un momento di ritorno nello spazio dov’è nato il progetto, spazio che rimane oggi l’occupazione abitativa più grande nel centro di Torino. Una zona situata vicino a Porta Palazzo, zona con dinamiche di gentrificazione che si stanno accelerando negli ultimi anni“.

Guerrilla Spam: “Lo step del museo non è la fase conclusiva del progetto. Nel manifesto c’è scritto: ‘2017 –  in corso’ proprio perché continuerà ad agire in altri posti e contesti. Non abbiamo ancora volutamente deciso nulla perché è un progetto aperto di natura”.

Condividi questo articolo