Sono una coppia. O meglio, un trio: c’è anche Mira, una gatta adottata dagli occhi azzurri e dal pelo tricolore.
Valentina Cabri ed Enrico Ganzerli sono due grafici bolognesi, lavoravano nello stesso studio e coltivavano il desiderio di un progetto proprio. Nel 2008 dall’unione delle loro menti creative nasce Valiko, che unisce anche i loro nomi, con l’aggiunta della “K”, piccolo vezzo letterale.
Vecchie cartoline reinventate danno vita a taccuini, quaderni, poster, astucci, spille e magliette dal gusto retrò. Tutto, dal progetto alla realizzazione, viene curato da Valentina ed Enrico in modo totalmente artigianale.
Li raggiungo a casa loro per una chiacchierata intorno al tavolo della cucina e nel loro studio, dove conservano anche l’archivio di tutte le loro creazioni.
Tutto è iniziato dai taccuini, come mai avete scelto questo oggetto?
Valentina: “Siamo due grandi fruitori di taccuini, ce li regalavamo a vicenda, di modelli molto particolari. E anche adesso continuo a comprarne, lo ammetto.”
Enrico: “E io tutte le volte: ‘ma ne abbiamo tanti, perchè li devi comprare?’, poi però sono talmente belli che finisco sempre per darle ragione”.
Come nasce un oggetto Valiko? Da dove traete ispirazione?
Valentina: “Siamo entrambi appassionati di mercatini, amanti delle immagini e delle cartoline, la nostra miniera da cui attingere è immensa. L’ispirazione nasce da lì. E nasce anche dal piacere che proviamo davanti a un certo tipo di estetica fotografica, quel sapore anni ’60.
Per arrivare al prodotto finale c’è poi un lavoro di foto collage digitale, di sovrapposizione di molte immagini, completato da una veste grafica più moderna. Prima la scansione della cartolina e poi un processo piuttosto lungo di metti, togli, scansiona, stampa, prova e ristampa.”
Le copertine sono stampate sia sul lato esterno che su quello interno, con motivi diversi ma complementari. Le cartoline si sovrappongono a immagini, a colorate grafiche geometriche e spesso a un elemento ricorrente: la lista della spesa scritta a mano dalla mamma di Enrico.
Enrico mi racconta del laboratorio di rilegatura che ha allestito in cantina: “sono diventato rilegatore da solo, specializzandomi sempre di più”; mi spiega della scelta della carta in cartiera, venduta al chilo, del procedimento di lavorazione, dal taglio al tipo di rilegatura. Non è un prodotto industriale, “il valore è diverso, trasferire l’emozione che ci hai messo è sempre difficile”.
“Anche trasferire il valore del tempo impiegato nell’intero processo”, aggiunge Valentina.
Ho sfogliato ogni taccuino che mi hanno mostrato, accarezzato la copertina e sentito il fruscio delle pagine sotto le dita. Ciascuno è diverso, non c’è una carta uguale all’altra. E, seppur artigianali, Enrico ha talmente affinato la sua tecnica che è difficile trovare un’imperfezione.
Ogni vostra creazione vuole essere un pezzo di emozione, un’immagine che evochi ricordi da portare con sé. Qualcuno vedendo le vostre creazioni vi ha mai detto: “mi ricorda…”?
Entrambi: “Tantissimi!” (Si guardano e ridono)
Enrico: “I quaderni colpiscono le persone più adulte, che hanno vissuto quegli anni e riconoscono la spiaggia di Cesenatico o le Dolomiti, ricordando le vacanze trascorse in quei luoghi”.
Valentina: “I giovani sono catturati dall’aspetto estetico. E sono anche attirati da qualcosa che non hanno vissuto ma della quale i genitori hanno trasferito loro il ricordo. Un legame, diretto o indiretto, c’è sempre. Fanno leva su cose che tutti abbiamo vissuto”.
Usate spesso la definizione “d’antan” per descrivere le cartoline e le immagini che utilizzate. Questa espressione porta con sé anche un senso di nostalgia, di rimpianto. Vi riconoscete in questo tipo di sensazione?
Valentina: “Enrico è vintage, intendo come età (lo guarda ridendo), ha vissuto più di me quelle epoche. Io provo nostalgia per l’estetica di quelle immagini: fotografie di cagnolini e bimbi nelle ceste, fondi monocromatici. Quel gusto che ora non c’è più e destinato a perdersi… che non è poi detto che sia un male” (ride).
Enrico: “Sentiamo il desiderio di tramandare una memoria che le nuove generazioni stanno perdendo. Nelle nostre grafiche riprendiamo cartoline viaggiate, che ora non si spediscono più. Proponiamo l’utilizzo della carta e dei taccuini per riprendere la voglia di scrivere a mano un appunto, una ricetta, un disegno, attaccare una fotografia. E ci piace vedere che ci sono tanti giovani che li comprano.
Siamo tutti nostalgici, siamo attratti da tutto ciò che ci ricorda l’infanzia, il passato, per l’emozione di rivivere un ricordo”.
Avete all’attivo diverse collaborazioni con la moda e il cinema, come si sono sviluppate?
Enrico: “Valiko non è solo un progetto nostro, negli anni si è aperto anche a collaborazioni esterne. Per quanto riguarda la moda: Antonio Marras, Roberto Collina, Massimo Osti.
Poi taccuini di viaggio per il Piccolo Teatro di Milano. E la Cineteca di Bologna: per il festival del Cinema Ritrovato abbiamo realizzato una serie di taccuini e dei segnalibri con ritagli di pellicole originali.
Qualcuno intuisce che il prodotto che realizziamo può essere riadattato e prestato a varie vesti, che non si tratta di un semplice taccuino.
I nostri taccuini realizzati per le sfilate di Antonio Marras come regalo ai giornalisti avevano in copertina disegni dello stilista ed erano annodati con un nastro in stoffa rossa. Sempre per Marras, per la collezione ispirata a Costantino Nivola, artista e scultore sardo, in copertina avevamo aggiunto una sua poesia stampata su stoffa. In occasione del festival della letteratura ad Alghero erano stati rilegati con una matita.
Per Roberto Collina, brand bolognese di maglieria di lusso, ciascun taccuino conteneva una bustina con un filo.
Ogni pezzo è unico.
L’ultima collaborazione è quella con RiSalto, in via Rialto 13/b a Bologna (ve lo abbiamo raccontato qui), insieme a Mako Mako abbiamo creato ‘Le camicine’, spille di carta e stoffa”.
Se poteste scegliere, chi vorreste che scrivesse su un vostro taccuino?
Valentina: “Un neofita, qualcuno che non li ha mai utilizzati”.
Enrico: “Il pianista Michael Nyman. Ma sappiamo per certo che li usano già Antonio Marras, Samuele Bersani, Alessandro Bergonzoni e Vinicio Capossela. E ne siamo felicissimi”.
Valiko è in continua evoluzione, “vorremmo declinare il sapore ‘valikoso’ anche in altri settori”, dice Valentina. Mi hanno mostrato i progetti ai quali stanno lavorando: magliette, zaini, spille, grafiche più asciutte e svuotate, ma sempre molto “valikose”.
Propositi per il nuovo anno?
Enrico: “Implementare il sito e lo shop online e aggiornare i social con costanza, su internet siamo quasi invisibili. A proposito, voi come ci avete trovati?”
Le creazioni Valiko si possono acquistare tramite lo shop online sul sito, alcune serie sono in vendita a Bologna nel bookshop della Cineteca e da Fabrica Features, in Strada Maggiore.
È possibile chiedere a Valentina ed Enrico di realizzare creazioni personalizzate, con un numero minimo di pezzi.
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