«Ogni tecnologia sufficientemente avanzata è indistinguibile dalla magia».
(Arthur C. Clarke)
Ed è proprio questa sensazione – un misto di stupore, possibilità e ambiguità – quella che si respira nei padiglioni di BolognaFiere dal 4 al 6 giugno, quando la città accoglie WMF – We Make Future, la più grande fiera internazionale dedicata all’innovazione, all’intelligenza artificiale e al digitale. Un evento che, anno dopo anno, si trasforma sempre più in una piattaforma globale, capace di mettere in dialogo imprese, istituzioni, intellettuali, startup, giornalisti e artisti. Qui il programma completo.
Nata come manifestazione verticale su web e marketing, oggi il WMF è diventato un viaggio nell’innovazione, crocevia di visioni e tecnologie che interrogano il nostro presente e modellano il nostro futuro. A confermarne la rilevanza, una line-up impressionante: oltre 1.000 speaker su 90 palchi, 700 espositori da tutto il mondo, e delegazioni da 43 Paesi con rappresentanti di big tech come Microsoft, Intel, Nvidia, Softbank, LG Nova, ESA, Netflix, ma anche investitori, policy maker, creator e attivisti. Tra gli ospiti, nomi del calibro di Federico Faggin, inventore del microchip, Enrico Mentana, Francesca Rossi (AI Ethics in IBM), Luc Julia (co-creatore di Siri), insieme a creator, giornalisti, attivisti, CEO e policy maker.
Ma è soprattutto Bologna a giocare un ruolo decisivo. Non solo come città ospitante, ma come vero e proprio hub del futuro. “Vogliamo sostenere il WMF come leva per riposizionare Bologna nel futuro” ha dichiarato il sindaco Matteo Lepore, sottolineando la necessità di integrare tecnologia e umanità, investimenti e coesione sociale. Un pensiero condiviso anche dall’assessore Raffaele Laudani, che immagina la città come un distretto permanente dell’innovazione, capace di generare valore a lungo termine, anche oltre i tre giorni di evento.
Non è un caso che Bologna ospiti il supercomputer Leonardo, uno dei più potenti al mondo, e il Tecnopolo, cuore pulsante dell’AI europea. Ed è proprio qui che il WMF apre le porte al “business of tomorrow”, offrendo momenti unici come la cena riservata al Tecnopolo, la finale della storica Startup Competition e incontri B2B tra innovatori, investitori e istituzioni internazionali.
Insomma il WMF è molto più di una fiera: è un laboratorio globale, dove si esplorano le applicazioni più avanzate dell’intelligenza artificiale – dagli agenti intelligenti alla sanità digitale – fino alle startup che stanno rivoluzionando settori come la mobilità, l’energia, la comunicazione e la cultura.
Agostino Melillo, Communication Manager di Intel, lo definisce “un luogo fondamentale per promuovere consapevolezza e cultura tecnologica, affinché aziende e istituzioni collaborino per un progresso sostenibile e condiviso.”
Monica Orsino (Microsoft) ha sintetizzato il passaggio epocale che stiamo vivendo: “Il 2023 è stato l’anno del ‘wow’, il 2024 è l’anno del ‘how’ e il 2025 sarà l’anno del ‘now’.” In questa prospettiva, il WMF non è solo osservatorio, ma acceleratore di implementazione reale dell’AI in ogni settore.
ESA, l’Agenzia Spaziale Europea, sarà presente con un nuovo spazio esperienziale e interverrà sul Mainstage con talk dedicati all’uso dell’intelligenza artificiale per l’osservazione della Terra e la sostenibilità ambientale.
E ancora, il progetto MARE Technopark, hub internazionale per l’AI nella sanità con sede a Venezia, verrà presentato per la prima volta in esclusiva durante la giornata del 6 giugno.
Ma anche per chi vive di comunicazione, creatività e cultura – come noi di About Bologna – il WMF è una miniera. I panel spaziano dall’editoria digitale alla creator economy, dalla sociolinguistica ai contenuti generati dall’IA, con ospiti che fanno ponte tra sapere accademico e linguaggi pop: da Vera Gheno a Marcello Ascani, da Plestia Alaqad, giovane reporter di guerra, a Carlo Lucarelli e Pablo Trincia. La presenza di personalità del giornalismo accanto a scienziati e imprenditori non è casuale: la cultura, anche quella informativa e artistica, è chiamata a confrontarsi con le nuove tecnologie, a comprenderle, talvolta ad anticiparle.
Il Mainstage, crocevia di linguaggi e ispirazioni, ospiterà anche Marcello Ascani, Cathy La Torre, Marco Montemagno, e artisti come Dardust, BigMama, La Rappresentante di Lista, Pau (Negrita), Samuel Romano e TurboPaolo. Una programmazione che mescola musica, etica, tecnologia e satira.
Il WMF non è solo un evento. È un ecosistema in movimento, un osservatorio, una sfida. In un tempo in cui l’intelligenza artificiale ridefinisce il lavoro, la formazione, la comunicazione e persino l’immaginario collettivo, non possiamo più limitarci a osservare da lontano. La cultura, le città e chi le racconta devono trovare un linguaggio nuovo, capace di abitare questo futuro senza subirlo.
In questo senso, Bologna, con il suo tessuto creativo, le sue università, i suoi centri di ricerca e la sua sensibilità sociale non è solo lo sfondo del WMF, ma una protagonista in grado di mostrare come l’innovazione possa essere anche inclusiva, equa e ispirata. Il futuro non si guarda: si costruisce. Possibilmente, insieme.
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