Devo recitare un mea culpa. Quando ho preso in mano questo libro di cui ora vi sto per raccontare, ho proprio creduto che avrei fatto fatica ad arrivare all’ultima pagina. Una copertina che non mi ha convinto, una quarta di copertina che mi ha convinto ancora meno.
Ma adesso ho il cuore in pace perché l’autore del libro, Fabio Cicolani, questa cosa la sa e sa pure che alla fine del suo romanzo ci sono arrivata con naturalezza, che ho riso tanto e che quello che dicono è vero: un libro non va mai giudicato dalla sua copertina.
Fabio Cicolani ha 41 anni, nasce nella provincia di Rieti e appena può fugge a Bologna per studiare cinema al DAMS; nella vita «fa tante, troppe cose» come mi dice: lavora come costumista per cinema e teatro e da diverso tempo si occupa di scrittura. Il suo ultimo libro si chiama Amori provvisori (Edizioni Cinque Terre) e, sì, parla d’amore, quindi un po’ di tutti noi.
Avete presente quando ci si incaponisce per far funzionare una storia che fa acqua da tutte le parti tappandosi le orecchie di fronte ai consigli benevoli di amici e parenti? Ecco quello è un amore provvisorio.
«Quando ho incontrato l’amore non provvisorio mi sono reso conto della provvisorietà delle esperienze precedenti. Ho scritto questo libro per esorcizzare un periodo della mia vita in cui mi sono comportato da stupido», racconta Fabio.
Stupida potrebbe sembrare anche Milla, la protagonista del romanzo, che in realtà è solo un po’ ingenua, insicura e in cerca della sua voce. Lavora come ghostwriter per una famosa star della tv, ma freme dalla voglia di scrivere un romanzo che porti finalmente il suo nome ed è in cerca di un’idea. Il resto del tempo lo passa a raccogliere le briciole che le lascia Filippo, l’uomo che crede di amare, e a schivare le parole di sua madre e della sua migliore amica Anita, due donne che sanno il fatto loro.
L’idea arriva quando Milla trova per caso un cellulare e inizia a leggere una chat privata e a entrare nelle vite di Christian e Daniele, due ragazzi che si incontrano su Grindr e provano, senza riuscirci, a imboccare le strada dell’amore.
Passione, gelosia, ripicca, insicurezza ma anche paura e tenerezza trapelano dalle conversazioni tra i due ragazzi, alcune delle quali Cicolani decide di riportare proprio in forma di dialogo tra le pagine del libro.
E noi lettori e lettrici, insieme a Milla, ci insinuiamo velocemente tra le pieghe di una storia che vogliamo sapere come va a finire dimenticandoci che, sebbene le nostre vite ne siano piene, nessuna storia potrà mai esaurirsi in una chat e che qualsiasi finale va cercato nei tessuti del reale.
«Oggi tanto la nostra vita si svolge in chat e ne siamo tutti un po’ deformati. Spesso si pensa che il display venga utilizzato come una maschera, ma io credo che sia l’esatto opposto: non avere la persona davanti ci porta a dire ciò che in faccia non diremmo mai, talvolta creando disagi e alimentando le insicurezze dell’altro», confessa Fabio.
La scrittura di Cicolani è scorrevole, sicura, comica e piena di metafore (tanto che mentre leggi ti sembra di stare al cinema) e dà luogo a personaggi molto diversi ma estremamente umani. Non c’è eroismo o fantascienza in loro, solo un pizzico di sana follia. Quella stessa follia che ti ha fatto fare, magari, quell’unica pazzia che ricordi nella vita e che subito dopo ti ha dato uno schiaffo in faccia.
Si ride tanto in Amori provvisori, pure in quei momenti in cui ti senti morire perché Cicolani è stato così bravo che si è inventato uno stratagemma letterario non indifferente per farti arrivare tutto intero alla fine del romanzo.
«Ammetto di aver preso alcune cose realmente successe nella mia vita e di averle mescolate, chat e dialoghi compresi, inserendole in contesto più organico. Per me è stato un lavoro illuminante perché leggere, col senno di poi, frasi che avevo scritto e risposte ricevute è un po’ come assistere a un omicidio e non poter fare nulla», racconta Fabio.
La presenza di una vicenda gay, di un’amica lesbica e l’appartenenza di Fabio Cicolani alla comunità LGBT, non fanno di questo libro un romanzo LGBT. «Quando l’editore ha deciso di pubblicare il mio libro aveva quel target in mente, ma io lo trovavo limitante perché non l’ho scritto affinché fosse un romanzo LGBT. La protagonista è una donna etero che sa poco e niente della nostra comunità e affronta tutto ciò che le succede con molta trasparenza», ammette Fabio.
Con questo racconto esilarante dal finale a sorpresa Cicolani si distacca per la prima volta dal fantasy e della narrativa per bambini e young adults e ci porta con sé tra Bologna, Montepulciano, Londra e Firenze in compagnia di Milla, che troverà la sua storia, la sua voce e qualche traccia d’amore, e a Christian e Daniele che di strada dovranno ancora farne.
Ho consigliato a Fabio un adattamento cinematografico di questo romanzo ed era d’accordo. Ma per ora si augura di scriverne il seguito.
Condividi questo articolo