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No, non è un albergo. Art Motel e le sue stanze immaginarie

11-01-2022

Di Noemi Adabbo

Un luogo itinerante, dalle tante stanze, che alla propria porta accoglie artisti e artiste al suon di “bando al gap generazionale” e la cui parola d’ordine per accedere è, semplicemente, “confronto”. Semplice anch’esso, perché diretto, costruttivo, perché critico e autocritico, come l’arte d’altronde, che si pone costantemente in discussione.

È Art Motel è un progetto tutto bolognese a cura di Lucia Cataleta e Dario Molinaro, quello che si indicherebbe come un luogo di passaggio, così come suggerisce il nome, nato in un periodo di transizione quale è stato il principio della pandemia.

«Art Motel, è il nostro laboratorio permanente sull’arte contemporanea. – raccontano Cataleta e Molinaro – Durante il primo lockdown abbiamo cominciato a incontrarci online con un gruppo di giovani artisti per confrontarci sul momento storico, raccontare l’evoluzione o l’involuzione che il proprio percorso artistico stava riscontrando, parlare di emozioni, di paure.

Qui ci siamo resi conto che a questi ragazzi mancavano gli strumenti fondamentali per affrontare l’oscuro mondo dell’arte contemporanea, riflessione che ci ha portati a lanciare il nostro primo format: le Art Motel ROOMS, in cui un artista affermato si trovava a dialogare e raccontarsi con studenti dell’Accademia e artisti emergenti per fornire loro consigli utili e rispondere alle più disparate domande. Da qui trova anche manforte il concept alla base del naming “Art Motel”: uno spazio fluido fatto di tante stanze e di tanti altri sottospazi, appunto di questo motel immaginario, in cui ciascun artista può sempre trovare il proprio libero canale di espressione».

Art Motel Fest, sessone pittura dal vero

Ma l’arte ha tante sfaccettature e declinazioni, eppure il progetto ha la sua branca favorita, quella della pittura e del disegno, che non presenta solo tramite mostre ma attraverso eventi e interventi, che non si sono consumati solamente nelle stanze vere e proprie di Art Motel ma anche lungo i corridoi della città che accoglie sempre benevola chiunque tenti di portare aria di innovazione.

E con questo progetto Cataleta e Molinaro ci sono riusciti, creando quel punto di rottura da cui nasce una sana condivisione, foriera di nuove idee, nuovi spunti, e salvifica per l’arte contemporanea, mondo difficile ma all’interno del quale Art Motel ha voluto lanciarsi senza remore. Il primo evento con cui ha debuttato in città e nel mondo post lockdown è stata una sessione di disegno dal vero, organizzata in occasione di Atelier Kinotto negli spazi del DLF: undici giovani artisti dell’Accademia, selezionati tramite una open call in collaborazione con la zine d’arte La.Banana, si sono misurati con il disegno dal vero, integrandosi nel contesto circostante a contatto con i partecipanti alla manifestazione.

E poi Il Bar di Art Motel ai Giardini Margherita con la Scuola di Santa Rosan e le Drawing Walk in giro per la città a disegnare. «Quello che ci fa emozionare di più quando andiamo a una mostra ha sicuramente a che fare con la pittura e con il disegno – affermano, appunto, i due – Non ce lo siamo mai detti apertamente ma fino a ora le due espressioni artistiche con cui abbiamo voluto lavorare sono sempre state queste e in ottica di specializzazione, continueremo assolutamente su questa linea. Negli ultimi anni, soprattutto in Italia, entrambe sono un po’ snobbate. A nostro parere, però, sia la pittura che il disegno, sono da sempre i mezzi espressivi più utilizzati e meritano il giusto spazio, a maggior ragione del fatto che molti giovani artisti coinvolti li privilegiano su altri».

Continuano, partendo dalle fondamenta del progetto: «La prima mostra a cura di Art Motel si è tenuta a luglio 2021 a Bagnacavallo, negli spazi della home gallery Casa Baldassarri: sei artisti in mostra per sei stanze, tre emergenti, tre affermati. Un esperimento, una prova, riuscita poi benissimo che ha creato un dialogo serrato tra le anime artistiche partecipanti, bene incollate dal testo-racconto di Massimiliano Fabbri.

A fine ottobre invece Flavio Favelli ha esposto al Museo Temporaneo Navile, i disegni del suo libro Bologna la Rossa, sui cui Margherita Borghesi, artista e studentessa del corso di Fumetto dell’Accademia di Bologna, ci ha costruito poi un percorso fatto di sopralluoghi e disegni esposti in mostra. Un’operazione di certo poco semplice, che ci ha dimostrato ancora una volta come quel confronto tra generazioni differenti e lontane che inseguiamo e auspichiamo è davvero possibile. Questo caratterizzerà sempre le nostre esposizioni e la nostra identità».

Bologna La Rossa

Linea conduttrice e minimo comune denominatore di tutte le opere e gli artisti scelti e incontrati è la co-creazione, quel cooperare che vede nell’altro e nel suo lavoro lo specchio in cui ravvisare somiglianze e difetti, al fine di raggiungere quegli step successivi che, rinchiusi nel proprio studio d’artista, probabilmente, non sarebbe così facile tagliare, a mò di ostacoli, né superare. Ma il proprio nido rimane sempre il luogo primo, quello dove tutto nasce e si sviluppa, il posto in cui la mente creativa genera e concepisce.

«Una delle ultime intuizioni a cui stiamo lavorando è quella delle visite agli studi d’artista. Ne abbiamo organizzata una fino ad ora e siamo sempre più convinti che l’idea funziona davvero benissimo – spiegano Cataleta e Molinaro – Lo studio è il luogo per eccellenza della ricerca artistica, dove nell’intimità ciascun artista crea il proprio immaginario e la propria poetica: un luogo affascinante e fatto di mille sfaccettature in cui ci si perde e grazie al quale si scopre tutto ciò che è dietro un quadro o un lavoro finito e concluso. Con il nostro format ci facciamo aprire le porte dello studio per un gruppo di artisti emergenti, affamati di sapere e di scoperta. Il compito di aprire le danze è andato ad Alessandro Saturno, artista napoletano che vive e lavora a Bologna.

È stato emozionante! I ragazzi hanno toccato con mano cosa significhi avere uno spazio tutto proprio in cui esercitare la propria arte, riflettendo sui concetti di spazio, tempo, intimità, solitudine. Inoltre hanno anche avuto la possibilità di mostrare portfolio e lavori per discuterne tutti assieme: il format prevede la scelta di uno tra gli artisti emergenti con cui Alessandro esporrà assieme nel proprio studio creando così un confronto ancora più serrato. È o non è una grande possibilità? A gennaio, invece, abbiamo in programma una visita allo studio di Domenico Grenci e andremo avanti per tutto il 2022 con la stessa formula».

Bologna La Rossa

A proposito dell’anno nuovo e di nuovi propositi, Art Motel prenderà forma negli spazi di Maison Ventidue nel quartiere Santo Stefano, per Art City 2022 (per ora rimandata causa covid a data da destinarsi), la cui riflessione sui luoghi del “salotto buono della città” ne sarà il concept, e su cui sei artisti dell’Accademia di Belle Arti di Bologna lavoreranno per un progetto espositivo con annessa passeggiata di disegno nel quartiere e dialogo con gli artisti stessi.

«Più che cercare un senso noi intendiamo innescare dei processi, dei metodi, fin ad ora poco esplorati – concludono Cataleta e Molinaro – Raro è visitare delle mostre in cui artisti con un certo percorso accettino di esporre con altri molto più giovani: è uno schema quasi mai presente, anche nella democratica città di Bologna. Ecco noi vogliamo essere un punto di rottura, innescare processi e dialoghi nuovi, dirompenti, impattanti che provino a cambiare i giochi e le regole. A Bologna non è facile farsi spazio, ma ringrazieremo sempre questa città così viva di cultura che a noi ha sempre aperto le porte quando necessario».

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