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Beatrice Dellacasa: da Netflix al palco di Oltre Festival 2021

24-07-2020

Di Claudia Palermo

Classe ‘97, vincitrice dell’Oltre Music Contest, il primo contest online organizzato dall’Oltre Festival in alternativa alla seconda edizione del festival di quest’anno. La musica per Beatrice Dellacasa è un viaggio ricco di sorprese, di condivisione ed empatia iniziato per caso a soli 16 anni.

Gli studi al conservatorio l’hanno sicuramente aiutata a spaziare, con una certa padronanza, tra il soul il jazz e RnB, e quello che la contraddistinguono sono la determinazione, la solarità e la sicurezza sul palco acquisita in anni di varie esperienze. 

Per lei molte le novità quest’anno: da poco anche attrice e tra i sei finalisti del Bologna Musica d’Autore, rassegna per giovani cantautori emergenti organizzata dagli studi di registrazione Fonoprint. 

foto di Camilla Marrese

Com’è cominciato il tuo viaggio nella musica? 

“Per me la musica è proprio un viaggio, sono molto contenta tu abbia usato quest’espressione. 

È cominciato tutto a 16 anni, per caso. Una sera, mi sono trovata a canticchiare con degli amici su un muretto del centro di Bologna, e una ragazza sentendomi mi ha dato il numero della sua insegnante di canto. Ho guardato quel numero in rubrica per qualche giorno ma non ho resistito a lungo.  Da lì sono iniziate una serie di esperienze bellissime fatte di musica e condivisione che mi hanno portata qui (e questo è solo l’inizio!).

Ho avuto la fortuna di iniziare presto a fare live in giro per la città. 

Dopo qualche tempo è partito il viaggio con i “Blurango”, band hip-hop e rnb made in Bologna, e, contemporaneamente,  sono diventata la voce del gruppo manouche “Gipsy Caravan”.  Adesso è nato il progetto “Beatrice Dellacasa”. “

Recentemente ti sei aggiudicata il primo posto tra i sei  finalisti dell’Oltre Music Contest, il premio consiste nell’esibizione sul palco di Oltre Festival 2021. Come ti immagini tra un anno? 

“Faccio davvero fatica ad immaginarmi tra un anno, perché la vita va di corsa e tu le stai dietro cercando di capire come si trasformerà. 

So che sembra una massima astratta, ma in quest’ultimo anno mi sono imbattuta in realtà molto diverse e lontane da me e mai avrei pensato di poterne fare parte. Però posso dire con certezza che sarà una Beatrice ancora più sicura di oggi, piena di nuove idee e pronta a saltare e a dare tutta se stessa insieme al pubblico.”

Pianeta Rosso è il brano con cui hai vinto. Cos’è il Pianeta Rosso per te? 

“Il pianeta rosso è il posto in cui mi trasporto con la testa tutte le volte. È il luogo più disordinato e aggrovigliato che ci sia, ma è mio. Il mio spazio, il mio tempo. 

Sono una persona molto lunatica e questo fa sì che io riesca a viaggiare alla velocità della luce, nel bene e nel male. In più il rosso è in assoluto il mio colore.”

In concomitanza alla vittoria di Oltre, anche la partecipazione alla nuova edizione di Bologna Musica d’Autore, contest per giovani cantautori organizzato dagli studi di registrazione Fonoprint. Anche qui tra i sei finalisti. Cosa ti aspetti? 

“Dopo questo periodo, dopo il lockdown, mi aspetto soprattutto momenti di condivisione ed empatia, due elementi fondamentali per vivermi la musica. Non vedo l’ora di conoscere gli altri  cinque ragazzi e iniziare a far girare la mia musica. 

Sono l’unica ragazza ad essere arrivata in finale, questo mi rende ancora più carica e determinata. Anche qui gareggio con “Pianeta Rosso”, il mio brano d’esordio e l’unico uscito per il momento, e “Giro Strano”, altro brano facente parte del mio primo progetto come Beatrice Dellacasa (ma questo è uno spoiler, giuro che non dirò altro!). 

Non solo musica: ti troviamo nella serie Summertime, diretta da Lorenzo Sportiello e Francesco Lagi, uscita ad aprile su Netflix. Che relazione hanno il mondo della musica e quello cinematografico nella tua esperienza artistica? 

“La continua ricerca su se stessi e il mettersi in gioco sono le costanti che legano i due mondi ed è anche la prerogativa fondamentale per lavorare in questo ambiente per me.”

Cosa vuol dire essere donna nel campo artistico? 

“Mi ritengo fortunata a fare quello che faccio, il campo artistico è il più bello che ci sia ma è anche molto difficile e competitivo. Anche essere donna è bellissimo ma spesso molto complicato, sia da artista che da essere umano. 

I pregiudizi sono tanti, gratuiti e spesso si finisce in situazioni ambigue che ti mettono in difficoltà. Ma questo non basta ad abbattermi, anzi, mi rende molto più determinata!”

 

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