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Retrogame Experience, la mostra sui videogiochi di Bologna Nerd al Future Film Festival

24-09-2022

Di Francesco Di Nuzzo
Foto di Giulia Fini

Prendere l’iniziativa è una qualità importante nella vita, e chi gioca di ruolo lo sa bene. E ci è voluta tanta iniziativa – forse anche un pizzico di pazzia – ai ragazzi di Bologna Nerd per fondare la loro associazione, un salone ludico che da otto anni rappresenta un importante punto di incontro per chi vuole condividere le proprie passioni nerd, dalla vecchia scuola del fantasy pen&paper fino ai videogames di nuova generazione. Le sale dell’associazione ospitano anche altre due realtà del panorama ludico bolognese: il Museo del Flipper, promosso dall’Associazione Tilt!, e il Videogame Art Museum gestito dall’Associazione Insert Coin.

In occasione della kermesse culturale Future Film Festival l’associazione Bologna Nerd ha allestito nel foyer del Cinema Arlecchino (via delle Lame, 59/A) l’esposizione Retrogame Experience, un percorso interattivo dedicato al futuro passato dei videogiochi, dalle loro origini fino agli anni ‘90. Ci siamo così lasciati guidare da Crash Bandicoot, Sonic e Gorf alla riscoperta di questo mondo ormai dimenticato fatto di pulsanti, sale giochi e televisori a tubo catodico. La mostra, a ingresso libero, è aperta al pubblico dalle ore 15 alle 23 fino a domenica 25.

Innanzitutto, come nasce Bologna Nerd?

«Bologna Nerd nasce all’incirca tra il 2007 e il 2008 dall’idea di un gruppo di ragazzi che si riunivano cercando un posto dove poter condividere le proprie passioni. All’inizio andavamo in tutte le ludoteche di Bologna, poi nel 2010 abbiamo conosciuto Federico Croci – del Museo del Flipper – grazie al quale siamo riusciti ad avere uno spazio totalmente nostro. All’inizio era solo un luogo dove trovarci, poi abbiamo deciso di partire con qualcosa di nostro. Nel 2018 siamo riusciti a trovare un posto tutto per noi, i locali che ora ospitano il Nerd Park in via Vittoria 28/G».

Da dove viene la collezione dell’associazione?

«La maggior parte del materiale arriva dalla collezione privata di Bologna Nerd, a cui nel tempo si sono aggiunti anche quelle dello Spazio Tilt e del Museo del Videogioco. Parte della collezione, invece, è arrivata con le donazioni degli iscritti».

Dal flipper al gioco di ruolo pen&paper siete quasi un archivio storico per un mondo che si sta digitalizzando sempre di più. Pensate che il mondo del Metaverso avrà ancora bisogno dei supporti fisici?

«È uno dei temi che affrontiamo più spesso in associazione. Per noi collezionisti il passaggio al digitale sarà un futuro obbligato, perché per le case di produzione è molto più semplice distribuire i giochi attraverso il digital delivery che su supporto fisico. Sappiamo che il futuro è quello, ma finché rimarrà il supporto fisico continueremo a comprarlo».

Nel corso del tempo la “cultura nerd” è passata dall’essere un genere di nicchia a centro di realtà anche molto importanti. Come avete vissuto questo cambiamento?

«Il mondo nerd si è diviso in due parti, tra chi si è chiuso dicendo “bisogna restare puri” e chi come noi ha aperto le braccia a tutti perché in realtà nel nuovo c’è tanta opportunità. È bellissimo vedere i genitori portare i figli in associazione che arrivano pensando di essere in un mondo fatto solo di videogiochi e poi si ritrovano nel loro vecchio mondo degli anni ‘60».

Questa settimana la vostra associazione è presente al Future Film Festival con una mostra interamente dedicata al videogioco. Cosa si può trovare?

«Per il festival abbiamo allestito quello che per noi è il percorso che porta dal passato al futuro. Per la mia generazione i videogiochi erano essenzialmente il futuro. Sembra assurdo, in quanto sono entrati nelle case prima degli home computer. Noi di Bologna Nerd abbiamo voluto raccontare proprio questo percorso domestico che parte dal videogioco e passa dagli home computer, che all’epoca erano a tutti gli effetti considerati il futuro rispetto all’analogico che c’era stato in precedenza».

Come sono diversificate le aree della mostra?

“Ci sono tre piccole aree, ognuna con giochi a tema futuro, da quello più distopico a quello più romantico. C’è una zona arcade dove è possibile giocare con un originale cabinato NeoGeo con sei giochi scambiabili, un flipper dedicato a Ritorno al futuro che viene da Tilt, il museo del flipper – una delle associazioni che compongono il Bologna Nerd Park – una piccola area anni ‘80 con un Commodore 64 e una anni ‘90 con tre console: il Nintendo, il Sega Megadrive e la prima Sony Playstation».

Il tema del Festival quest’anno è retrofuturo, cioè immaginare l’avvenire con gli occhi del passato. Voi il futuro del “Nerd” come ve lo immaginate?

«Nonostante sia di fatto il presente, il videogioco ha da sempre rappresentato il futuro, sia  per il mezzo in sé che come contenuti proposti. La sua epoca è iniziata con giochi che puntavano alla conquista del cosmo, perché il futuro dell’uomo era visto proprio nello Spazio. Penso a titoli come Space Invaders, ma anche ai film come Star Wars. Con gli anni ci si è allontanati da quell’idea, anche se attualmente sta tornando in voga su distanze più vicine. Per quanto riguarda il futuro dei videogiochi, spesso discutiamo su quello che potrebbero portare i prossimi anni, soprattutto per quanto riguarda la virtual reality. Il discorso è diverso, invece, per i giochi di ruolo e da tavolo, che hanno spaziato i loro contenuti in tutte le epoche possibili, anche quelle parallele. Sono atemporali».

A proposito di futuro, come nelle migliori distopie abbiamo vissuto un periodo di limbo in cui tutto sembrava essere stagnante. Come si è riflettuto su Bologna Nerd e sulla vostra passione da giocatori?

«L’Italia è stata tra le prime al mondo a dover affrontare il problema della pandemia, siamo stati bravi e abbiamo agito con forza. Non è stato facile, per tutti. Anche per chi come me è si considerava poco socievole. L’aspetto positivo è che quando abbiamo riaperto, dopo quasi due anni, la gente è tornata in massa, abbiamo fatto anche nuovi iscritti. Questo ci ha dimostrato che c’è bisogno di spazi come il nostro perché creano quella socialità che serve anche solo per rilassarsi».

Gli orari di apertura e tutte le informazioni su Bologna Nerd possono essere trovati sul loro sito (oppure sulla nostra guida ai Templi Nerd di Bologna!).

 

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