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Il pubblico domanda, Brunori Sas risponde. “Parla con Dario”, tra verità disarmanti e sane battute

21-01-2020

Di Valentina Fabbri
Foto di Beatrice Belletti

“Quando scrivi un disco e poi ci lavori per tanto tempo, a un certo punto perdi completamente il giudizio sulle tue cose e, a volte, non è che non hai la tua canzone preferita, non ne sopporti manco una. Perché la lavorazione a quel disco è talmente lunga e reiterata che, anche se il mio ego è strabordante, mi vengono a noia pure le mie stesse canzoni”.

Poi si interrompe.

“Mi sentite da laggiù? Parlo più forte?! Alziamo il volume fuori! Hanno bisogno di sentire la mia Parola, il mio Verbo!”

Questo è Dario Brunori: onestà e una vena ironica pazzesca. A ogni sua battuta sono seguite risate con le lacrime da parte di tutto il pubblico presente. Naturalmente c’eravamo anche noi.

Stiamo parlando della tappa bolognese di Parla con Dario alla Scuderia Future Food Urban CooLab. Il format prevede una serie di incontri che hanno portato Brunori ad attraversare l’Italia dal 10 gennaio, data di uscita del suo album, Cip!. Non un classico instore ma occasioni di incontro più intime e dirette.

Funziona così: il pubblico può fare una serie di domande direttamente a voce o inserire un foglietto in un’apposita urna. Dario risponde creando momenti di profondità alternati a momenti di leggerezza e sane battute. Il tutto in linea con alcune delle tematiche più importanti che caratterizzano i brani di Cip!.

Nelle undici tracce dell’album Dario si è focalizzato sulla natura dell’uomo e non degli uomini e ha principalmente voluto sfumare i confini tra il bello e il brutto, creando uno specchio riflesso in cui si ha bisogno del negativo per ritrovare e abbracciare meglio il positivo. Del resto si tratta di due forze opposte, due mondi, che non potrebbero esistere l’uno senza l’altro. Ed è tutta una questione di prospettive. Di cosa sentiamo, di come viviamo e percepiamo ciò che ci accade.

Nel disco ci racconta che siamo tutti a tempo determinato, che la morte, per quanto spaventosa, possa addirittura diventare un trampolino di lancio che ci permette di trovare stimoli e vitalità perduti o mai avuti, il fatto che il mondo gira e girerà anche senza di noi e che va bene così.

L’accettazione del sé, dei nostri fallimenti, delle ansie e delle preoccupazioni, a volte inutili, che ci accompagnano nel quotidiano o in certi periodi della vita. Di quei giorni in cui ci sentiamo vincenti e di quei giorni in la nostra voglia di lottare è pari a zero e ci sentiamo dei “coglioni”.

Sono tematiche non sempre facili da affrontare o da argomentare, ma Brunori riesce a trattarle con la giusta consapevolezza, quasi per darci, attraverso il suo disco, dei consigli preziosi e privi di negatività. Dario stesso, durante il suo instore, ha detto chiaramente che questo album non vuole essere triste.

Anche la copertina di Cip!, scelta e realizzata da uno degli artisti italiani che ama di più, Roberto Figlia, non è un’immagine a effetto. È il semplice dipinto di un pettirosso “privo di connotazioni sentimentali stucchevoli, intimamente combattivo e fiero. Una creatura semplice che ama intonare i suoi canti solitari sulla neve, rendendo forse un po’ meno gelidi questi nostri lunghi inverni”.

A un certo punto, durante l’instore, Dario ha detto che, riascoltando l’album, ha capito qual è la sua canzone preferita. È Mio fratello Alessandro. E ha aggiunto: “Fratello che a breve forse mi citerà in giudizio per avere scritto questa canzone”. E ancora risate.

Il 15 marzo Brunori Sas tornerà in città per il live all’Unipol Arena.

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