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Cinema al parco. “Paz!” torna sul grande schermo del BOtanique

28-06-2018

Di Brando Sorbini

Per chi come me ha fatto il DAMS, Paz! è stato il film che ha saputo farci compagnia per tutti gli anni dell’università. E, nonostante sia ambientato negli anni Settanta, lo ha fatto meglio di tanti altri, magari ambientati nel nostro tempo.

Stasera torna sul grande schermo all’interno della rassegna di proiezioni del BOtanique ‘Cinema al parco’ organizzata in collaborazione con Estragon Club ogni giovedì sera fino al 19 luglio. Dal momento che quest’anno il tema su cui verte la rassegna è la città di Bologna, dopo la proiezione giovedì scorso di quel racconto appassionato sulla storia di Radio Alice che è Lavorare con lentezza di Guido Chiesa, non poteva mancare un appuntamento con un altro interessante ritratto della Bologna anni Settanta: l’amato e odiato Paz! di Renato De Maria, che verrà proiettato stasera alle 21.

Un film del 2002 liberamente ispirato dalle tavole di Andrea Pazienza, scomparso esattamente 30 anni fa e del quale De Maria era amico al punto da stare sullo sfondo di quelle storie che il fumettista scriveva e viveva nello stesso momento. Una girandola di segmenti estrapolati da almeno quattro opere diverse che ammorbidisce il testo originale virando verso la commedia, alle volte nera quando non prettamente demenziale. De Maria vuole fare un omaggio a Pazienza, una lettera d’amore per ricordarlo, che porti la firma di quanti più amici possibile, come si intuisce dal nutrito cast di artisti chiamati a prestare il volto anche solo per un breve cameo.

E allora se ci sta un bidello con poche azioni, neanche troppo importanti, lo fa Freak Antoni degli Skiantos, se c’è un tizio che in assemblea prende per un minuto il megafono per parlare di ‘creativismo isterico’ e ‘maodadaismo’ lo fa Bifo e se uno dei protagonisti incontra un misterioso figuro che non risponde alle domande e se ne sta silente a mangiare una mela, quello lo fa Giovanni Lindo Ferretti.

Tre storie scorrono parallele durante una sola giornata, dalle quattro del mattino all’alba del giorno successivo. De Maria confeziona un racconto molto lontano dalla cattiveria e dalla disperazione che emerge, grottesca e impietosa, dai fumetti di Pazienza, ma è evidente la passione che ci mette per trarne qualcosa che incuriosisca chi non conosce le sue opere e che restituisca quel microcosmo della Bologna alternativa anni Settanta, al quale è affezionato al punto da considerare Paz! – lo ha detto più volte – “il racconto della mia giovinezza tra chiari e scuri”. E se questo fosse un mondo fatto di persone che guardano solo al risultato finale non ci sarebbe nulla da dire, ma purtroppo là fuori è pieno di nerd che se ‘non è fedele al fumetto’ allora non va bene a prescindere.

Mentre invece Paz!, se preso per quello che è, ovvero una libera interpretazione e non la fenomenologia dello spirito di Pazienza, è semplicemente uno dei film italiani più interessanti e divertenti dei primi anni Duemila. Onirico e surreale quando mostra i presomalismi di un Pentothal col volto sconvolto di Claudio Santamaria, istintivo e primordiale quando racconta di Colas e Zanardi e del loro ‘affetto’ per gli animali e via, via, di segmento in segmento, fino a quel vero gioiello di comicità che risponde al nome di Enrico Fiabeschi, un Max Mazzotta nel ruolo della vita che con il suo indimenticabile esame su Apocalypse Now (anzi, ‘Apocalipsi nau’) mette in ombra tutto il resto.

De Maria, forte di un passato che lo vide lavorare per Frigidaire e far recitare Freak Antoni nei suoi primi cortometraggi, dopo Paz! non sarebbe più tornato dalle parti di quell’ironia che fece così tanto la sua formazione, girando perlopiù drammi. Ma quel film strano, non lineare, senza una trama precisa e un vero pubblico di riferimento (il cinefumetto sarebbe esploso tanti anni dopo) divenne pian piano il cult per il quale in tanti ancora oggi lo ringraziano.

Vi lasciamo qui anche i prossimi appuntamenti della rassegna ‘Cinema al parco’:

5 luglio – Fortezza Bastiani di Michele Mellara e Alessandro Rossi
12 luglio – La febbre del fare di Michele Mellara e Alessandro Rossi
19 luglio – L’incontro di Michele Mellara e Alessandro Rossi

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