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Cinema in carcere. Per la prima volta in Italia una sala cinematografica apre al pubblico

22-10-2019

Di Martina Fabiani

“Oggi possiamo dire che a Bologna ci sarà un nuovo cinema, proprio in un luogo spesso percepito come di chiusura”.

Queste le prime parole di Angelita Fiore, presidente dell’associazione Cinevasioni, durante la conferenza stampa di presentazione del Cinema AtmospHera, prima sala cinematografica in Italia all’interno di una casa circondariale, aperta a tutti.

L’accensione delle luci del grande schermo dentro la Casa Circondariale Rocco d’Amato di Bologna si deve a Cinevasioni in collaborazione con la Direzione della Casa Circondariale, grazie al contributo di Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, Gruppo Hera, Comune di Bologna, Legacoop Bologna, con il sostegno di Rai Cinema e con il patrocinio dell’Università di Bologna – Citem.

Il taglio del nastro avverrà giovedì 24 ottobre alle 9,30; per l’occasione verrà proiettato Ammore e Malavita dei Manetti Bros, presenti in sala per dialogare con il pubblico.

“Le istituzioni hanno il compito di assicurarsi che tutti i cittadini vengano considerati alla stessa maniera – ha affermato l’assessore alla cultura Matteo Lepore e questo progetto racchiude la sinergia di diverse realtà che decidono di essere una comunità e di mettere le persone al primo posto”.

Guardare dove altri non avevano ancora guardato, capire che chi abita il carcere non ha bisogno solo di servizi, ma anche di cultura. Questa la mission di Cinema AtmospHera.

Il cammino che ha portato alla realizzazione della sala cinematografica risale al 2015, quando nell’Area Pedagogica della Casa Circondariale Rocco D’Amato viene inaugurato il primo percorso formativo in ambito cinematografico: guardare al cinema come strumento di crescita e riflessione, ma anche dare vita alla prima giuria cinematografica composta da detenuti per Cinevasioni Film Festival, primo festival del cinema in carcere.

L’associazione Cinevasioni nasce un anno fa proprio lo scopo di diffondere il linguaggio cinematografico dentro le Case Circondariali attraverso corsi e laboratori, incontri e rassegne con autori e professionisti del settore. Inoltre, la cultura filmica vuole essere il cardine che permette di costruire e mantenere un ponte tra gli abitanti del carcere e la cittadinanza libera. “Il senso di investimenti come questi risiede nella loro funzione rieducativa – ha precisato Giusella Finocchiaro, presidente della Fondazione del Monte – ovvero far sì che la pena possa fornire gli strumenti per guardare a un futuro”.

Le proiezioni che si terranno all’interno del Cinema AtmospHera saranno, infatti, aperte a un pubblico esterno (previa prenotazione) con particolare attenzione alle scuole e università con il fine di tessere delle reti di scambi culturali tra realtà differenti. Per ovvie ragioni burocratiche non ci sarà una programmazione quotidiana, ma l’obiettivo è di riuscire a proiettare con cadenza mensile, permettendo ai detenuti di vedere film di recente uscita. Lo schermo si trova all’interno della sala polivalente della Rocco D’Amato, dotata di circa 150 posti a sedere, un impianto audio-video professionale e pannelli fonoassorbenti.

In un periodo in cui le sale cinematografiche chiudono, sulla mappa di Bologna se ne aggiunge una nuova. “Vogliamo che questo diventi un luogo di confronto e generazione nonostante le mura che lo circondano – ha affermato Rita Ghedini, presidente di Legacoop Bologna – e siamo qui per creare i presupposti di un’imprenditorialità sana e accogliente, che punti sulla creatività come motore di avanzamento”.

Nel frattempo prosegue il corso di cinema Cinevasioni Scuola. Grazie alla donazione di oltre 700 dvd di Rai Cinema si è deciso di fondare un dipartimento scolastico all’interno dell’area penale con corsi di catalogazione filmica. I detenuti stanno catalogando e archiviando testi filmici con lo scopo di allestire una videoteca della Rocco d’Amato. “Tutto questo mi rende felice sia a livello personale che professionale. – ha affermato Claudia Clementi, direttrice della Casa Circondariale – Tutte le realtà che hanno reso possibile questo progetto parlano una lingua comune e hanno compreso che il carcere non deve essere appannaggio dell’amministrazione giudiziaria”.

“AtmospHera è un nome che deve rimandare alle emozioni che si proveranno entrando nella sala”, ha dichiarato Giuseppe Gagliano del gruppo Hera. Bologna ha fatto del cinema uno strumento di aggregazione e l’inaugurazione della prima sala cinematografica italiana all’interno di una struttura circondariale può solo essere per tutti una scintilla per approcciare in modo diverso il nostro essere parte di questa comunità.

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