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Arrivano gli Stati Generali del Circo Contemporaneo con oltre 50 eventi in città

23-11-2023

Di Mattia Lusini

Se avete sempre sognato almeno per qualche giorno di immergervi nella città dei balocchi tanto decantata da Collodi, tenetevi forte perché Bologna dal 24 novembre fino al 10 dicembre torna ad essere “Città di Circo”. Il parco di Villa Angeletti ospiterà 10 compagini di circo contemporaneo provenienti da tutta la penisola: circa 50 gli eventi per 80 artisti di nazionalità diverse.

Il circo contemporaneo si differisce da quello tradizionale per due aspetti peculiari: l’assenza degli animali e la tipologia di rappresentazione. Quest’ultima, infatti, è uno spettacolo teatrale nella quale gli attori raccontano una storia grazie a numeri cistercensi. Le compagini hanno una chapiteau, ovvero una tenda da circo che rappresenta una vera e propria scelta di vita: infatti gli artisti che decidono di seguire questa strada lasciano la propria casa per intraprendere tournee in giro per il mondo. Si spostano su alcuni camion e appena arrivano nella nuova location, in circa 7 giorni, piantano la propria tenda dando inizio al proprio spettacolo. Oltre ad essere artisti, gli abitanti della chapiteau diventano anche manutentori e manovali per creare un luogo il più accogliente possibile per le persone.

La “Città di Circo” nasce nel momento in cui il Circo Paniko, collettivo bolognese di circo contemporaneo, ospita il Side Kunst-Cirque in un momento di difficoltà, condividendo uno spazio in cui montare la propria tenda ed esprimere al meglio la propria arte. «Ho visto muovere i primi passi del circo Paniko – afferma Andrea Niccolai, illustratore e responsabile comunicazione del festival – prima di acquistare la tenda si andava in giro con un bus». Andrea fa parte del collettivo e continua a seguire da vicino quelli che per lui si possono definire dei compagni, nonostante non vada più in tournee con loro. Fa parte, inoltre, dell’associazione “Città di Circo” che si occupa dell’organizzazione dell’evento giunto ormai alla terza edizione.

Torino è la capitale del circo contemporaneo, ma Bologna sta diventando sempre più il punto di riferimento per tutti gli artisti europei grazie al lavoro del collettivo. «Il prossimo 24 novembre si riuniranno gli stati generali del circo, andando a creare una vera e propria cittadella di chapiteaux» sostiene l’illustratore. A Bologna, inoltre, l’accoglienza è all’ordine del giorno e la città rappresenta da sempre un porto di mare per incentivare la collaborazione per la costruzione di una cultura artistica comune.

L’evento ha lo scopo di aumentare la formazione tecnica, oltre che ad assolvere il compito divulgativo. «Il festival dà l’opportunità per chi è del mestiere di ricevere particolari certificazioni» sostiene Andrea. La chiara volontà è quella di far crescere il settore, andando ad arricchire la il bagaglio esperienziale delle persone. Viene, inoltre, organizzato un convegno di quattro giorni che si terrà negli chapiteau a Villa Angeletti e nella Sala Tassinari a Palazzo d’Accursio: una serie di conferenze organizzate grazie alla collaborazione del Comune di Bologna e il contributo di esperti del settore.

Il costo del biglietto per lo spettacolo è di pochi euro e ogni persona potrà contribuire con offerte libere come meglio crede all’associazione. «Vi è la chiara volontà di rendere la cultura un qualcosa non di elitario, ma di accessibile a tutti» afferma soddisfatto Andrea. Durante l’evento si può assistere a tutte le declinazioni artistiche del circo: infatti, ogni compagine fa qualcosa di diverso. L’insieme di tutte queste rappresentazione rende il festival un qualcosa di unico nella profondità dei contenuti.

L’evento conclusivo sarà il Gran Galà: gli artisti migliori di ogni compagine si mescolano, andando a dar vita ad un lungo spettacolo totalmente improvvisato.

Vi è un canovaccio in cui i protagonisti mostrano il meglio di sé: si perde l’organicità dello spettacolo, ma si acquista in termini di spettacolarità, ironia e imprevedibilità. Alla mia domanda «Come definiresti il festival in tre parole» Andrea risponde «Una figata pazzesca».

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