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“Questa città mi ricorda le gare di freestyle”. Clementino a Bologna fa sold out. Il racconto del live e la videointervista

17-12-2019

Di Salvo Bruno
Foto di Stefano Triggiani

Non da molto tempo circola di nuovo sul web e tra i giovanissimi un vecchio gioco in cui si finge di trovarsi su un pavimento fatto di lava incandescente e, all’urlo di “The floor is lava!”, tutti i giocatori devono saltare su divani, sedie o ripiani che siano più alti del pavimento. Chi rimane a terra è destinato a bruciare e perdere il gioco.

Dopo oltre due ore di uno dei concerti più carichi e infuocati della stagione, la sensazione è stata esattamente questa, e non è quindi assolutamente un caso che si inizi così il racconto del live di uno dei rapper più abili dell’attuale panorama italiano.

Quello che si prospettava un sold out solo parecchio infuocato ha superato ogni singola aspettativa diventando qualcosa di più, e il perché è presto detto.

Si parla di Clementino.

A una manciata di anni di assenza dalle scene, Clementino, al secolo Clemente Maccaro, ritorna a Bologna, nella seconda tappa del Tarantelle Tour, dopo l’uscita a maggio 2019 dell’album omonimo che vede anche la partecipazione di profili d’eccezione come Fabri Fibra, Caparezza, Gemitaiz e Nayt.

Dopo l’opening act di Nerone, milanese classe 1991 e nuova leva del rap italiano, quello che si materializza accompagnato dalla The Smoke Band sul palco dell’Estragon Club intorno alle 22 è un Clementino in perfetta forma, smagliante e pronto a conquistare la città.

A spaccare tutte cos, per dirla come si deve.

Il rapper partenopeo sul palco è nel suo habitat artistico ideale e il live è il momento più azzeccato per raccontare le tarantelle che hanno dato vita all’album, ossia il vortice di difficili situazioni in cui si è ritrovato negli ultimi anni dalle quali è riemerso più forte e deciso di prima. Ma non c’è spazio per momenti di malinconia e tristezza, solo per quelli in cui dà riprova della sua abilità e delle sue doti da rapper e freestyler. Che poi, è il motivo per cui quello dell’Estragon si è rivelato molto più di un semplice concerto rap andato sold out, grazie anche a un pubblico che ha risposto alla perfezione con una carica oltre misura alla chiamata della iena Clementino.

E parlando di pubblico, è il caso di dirlo: the floor is lava!

Clementino negli anni ha saputo crearsi un pubblico che oggi è diventato intergenerazionale e trasversale, riuscendo a far saltare bambini e over 30 di beat in beat. Tutti in visibilio e un tutt’uno con il rapper, che a sua volta è un vulcano in eruzione. Clementino e il suo flow fanno stage diving sulla platea, vi si concede con una carica di rara intensità attraverso oltre venti brani, dall’apertura con Gandhi e altri pezzi tratti da Tarantelle fino a ‘O vient, da Cos Cos Cos a Toxico e alla recente Come fa?, saltando insieme a quel pubblico sul palco e fino alla consolle, dove arriva a improvvisare un dj-set freestyle mettendo su una sorta di temporaneo Cocoricò in salsa napoletana, il Coco Ricotta.

Nel live c’è spazio per intermezzi con pupazzi e momenti di anarchico freestyle e sketch comici, così come c’è posto per la presenza di Ensi, rapper torinese e amico fraterno con il quale Clementino improvvisa l’ennesimo virtuoso scambio di rime. Non poteva naturalmente mancare l’omaggio ala sua città, Napoli, con una versione rap ‘clementiniana’ di Gesù Crì di Nino D’Angelo e Don Raffaè di Fabrizio De André.

Ogni singolo momento del concerto diventa qualcosa di più, e proprio grazie all’osmosi tra Clementino e il suo pubblico. Un qualcosa che va nettamente oltre le classifiche e i dischi di platino.

The floor is lava, tanto quanto il suo flow. Incandescente e tumultuoso.

Clementino in concerto è rapper e showman, un funambolo della rima, tutte queste cose insieme e qualcosa in più. È un virtuoso della parola, un prosecutore di certo modo di fare rap e arte, a voler rimarcare cos’è davvero il rap e cosa significa farne parte. Clementino ritorna alla carica col sorriso e con esso tanta voglia di riportare nei live la sua musica.

Punto e a capo, ciò che è stato fa parte dei nuovi testi che servono a lui e a tutti per pensare e ripensare, sulla musica tanto quanto sulla vita.

Bentornato Clementì!

 

Prima del live lo abbiamo raggiunto nel backstage, qui l’intervista

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