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Il cuore malato della società tra degrado, perversione, psicofarmaci. Set Up porta a Bologna La Ville Noire di Troilo

29-01-2018

Di Giulia Fini

“Ho sempre conosciuto quel mondo via cavo, sentendo per telefono i miei parenti. Quando sono andato lì per il funerale di mia nonna, mi sono guardato intorno e ho capito che c’era del potenziale. Mi sono trovato davanti ad un’atmosfera quasi tarantiniana”. È nato così il progetto fotografico La Ville Noire di Giovanni Troilo, premiato al Sony World Photography Awards nel 2015, che dal 2 al 4 febbraio verrà ospitato al Piedàterre studio (via Rolandino 1), in occasione del SetUp +, serie di eventi culturali del Set Up contemporary art fair.

Nel 2015 il World Press Photo ha assegnato al fotografo italiano il primo premio nella categoria Contemporary Issues, poi revocato per violazione del regolamento, dopo una settimana di accesi dibattiti. Le polemiche hanno riacceso uno dei nodi storici del fotogiornalismo mondiale, ovvero la questione etica e la veridicità delle immagini.

Foto di Giovanni Troilo – I tubi di approvvigionamento del gas corrono lungo le case costruite vicino alle fabbriche di Charleroi

Paesaggi immersi nelle tenebre, sguardi persi nel vuoto. Cieli psichedelici e contrasti netti.

La città oscura che dà il nome alla mostra è Charleroi, comune belga a un’ora di macchina da Brussellex, un tempo cuore pulsante dell’industria siderurgica e che oggi per Troilo non è altro che il simbolo di questa degenerazione, il cuore malato del moderno capitalismo contemporaneo.

“Con questa città ho un legame familiare – ci racconta Giovanni Troilo – i miei nonni con tutta la famiglia si sono trasferiti alla fine degli anni 50 per lavorare nell’indotto del carbone”. La crisi dell’industria però ha trasformato presto quel cuore pulsante in un cuore nero. Di quel miraggio di benessere è rimasto solo un cumulo di cenere, in cui trovano spazio degrado, criminalità e perversione.

Foto di Giovanni Troilo – Vadim un pittore che usa modelli dal vivo crea un’opera ispirata a un dipinto esistente nel suo studio in Molenbeek

 

Foto di Giovanni Troilo – Le razioni giornaliere di farmaci per i pazienti del manicomio

A metà tra reportage sociale e progetto artistico, le immagini di Giovanni Troilo partono da un viaggio personale, per tentare di raccontare qualcosa di universale. “Charleroi è un laboratorio in miniatura dell’Europa, molte persone di culture diverse sono arrivate lì per lavoro, si parlano più di 50 lingue”. Le fotografie, realizzate nel 2014, sembrano oggi ancora più attuali e si arricchiscono di nuovi significati alla luce di una crisi Europea sempre più forte, che si trova ad affrontare estremismi di destra, lotte disumane alla migrazione e attentati terroristici che vedono proprio la cittadina di Charleroi come crocevia di traffici di armi.

Foto di Giovanni Troilo – J tiene la sua pistola nascosta in una scatola nel bosco

Non solo fotografo ma anche regista impegnato da diversi anni nella produzione video per cinema e tv. La mostra infatti non sarà solo di fotografie, ma verrà proiettato un video di cinque minuti realizzato dall’autore, primo nucleo del documentario, realizzato in collaborazione con Rai e in concorso quest’anno ai David di Donatello, intitolato Coeurope, dove racconta il suo viaggio nella cittadina belga. La narrazione acquista movimento in una rapida successione delle fotografie che come piccoli tasselli si compongono dando vita ad una serie di flash onirici. Un progetto artistico che non si conclude qua, ma che continua anche in un film ancora in fase di realizzazione “stiamo scrivendo la sceneggiatura, sarà una commedia nera in cui racconterò la mia esperienza”.

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