Il capofamiglia Abu Osama crede fermamente nella Sharia, legge sacra dell’islamismo, e spinge i suoi figli, Osama di 13 anni, e Ayman di 12, verso l’estremismo islamico. Il regista Talal Derki ottiene la fiducia di questa famiglia al punto da poter condividere con loro la vita quotidiana per oltre due anni, fingendo di sostenere la jihad e rischiando la vita per seguire da vicino le dinamiche di un padre che educa i propri figli alla guerra.
Dopo aver vinto il Gran Premio della Giuria al Sundance Film Festival del 2014 con il documentario Return to Homs, Derki ritorna in patria, in Siria, con Of Fathers and Sons, diario di questa convivenza a stretto contatto con una famiglia di fondamentalisti islamici appartenenti al Fronte al-Nuṣra, gruppo armato jihadista salafita. La pellicola sarà proiettata in occasione del Terra di Tutti Film Festival 2018, domenica 14 alle 20,30 al Cinema Lumière in sala Mastroianni alla presenza del regista, Luca Gervasi dell’ong NovAct e Laia Vila.
“Volevo penetrare la psicologia e le emozioni di questa guerra, capire cosa ha portato le persone su posizioni così radicali e cosa li spinge a vivere secondo le rigide regole di uno stato islamico – racconta Derki – Nei media la guerra viene spesso descritta come una partita a scacchi e l’Islam è sempre il cattivo. Se vediamo le immagini della guerra, abbiamo la sensazione che sia un mondo parallelo e irreale”.
È invece un mondo raccontato molto da vicino quello che emerge dal documentario di Derki, un mondo che facciamo fatica a comprendere e che ci spiazza per la naturalezza con cui ci mostra un padre che insegna ai propri bambini come caricare una pistola. “Con il mio film voglio stabilire una relazione diretta tra i protagonisti e il pubblico. Mi piacerebbe che il pubblico abbia la sensazione di viaggiare con me, di comunicare con questa famiglia attraverso la macchina da presa”.
Il racconto si concentra prevalentemente su Osama e suo fratello minore Ayman, fornendo una visione estremamente rara di ciò che significa crescere in un califfato islamico. “Ho seguito Osama e Ayman in un campo di addestramento per giovani combattenti e lì ho capito come i bambini siano colpiti emotivamente, perché in realtà non hanno la possibilità di scegliere liberamente”. Ma secondo Derki è forse proprio in loro che risiede la salvezza della Siria: “I bambini sono lo sguardo che ci permette di provare emotivamente e comprendere la complessa tragedia della Siria. Spesso, sono loro che possono guardare attraverso tutta la follia. E nel loro modo infantile, possono salvare la speranza”.
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