(A) Spasso - cosa fare in città

Entra e spacca tutto. Sei nella rage room

10-12-2018

Di Valentina Fabbri
Foto di Giulia Fini

C’è chi porta con sé il servizio da tè della suocera, chi le foto dell’ex da appendere al muro e chi, semplicemente, oggetti vari come vecchi televisori o piatti.

Non ditemi che non avete mai desiderato almeno una volta nella vita di poterlo fare: prendere, in preda ad un momento di nervoso incontrollabile, un qualsiasi oggetto a portata di mano e lanciarlo contro il muro o distruggerlo facendolo a pezzi, ma vi siete bloccati per evitare spiacevoli conseguenze.

Sissi e Sonia, amiche da anni, hanno deciso di dare vita ad un progetto, prendendo spunto dagli Stati Uniti e dal Giappone, dove già da tempo esistono spazi simili, inaugurando qualche mese fa Altrimenti ci arrabbiamo, una rage room, o stanza della rabbia, a San Lazzaro di Savena, offrendo a tutti la possibilità di sfogare, in maniera sana, sicura ed originale stress, rabbia e repressione, accompagnati da musica rock

Mazze, di varie dimensioni e peso, e martelli, non mancano. Basta decidere quali utilizzare.

L’abbiamo provata.

Dentro alla stanza ci sono bottiglie di vetro, mobili di varie forme e misure e altri oggetti.

Tutto è concesso: si possono spaccare con le mazze, oppure gettarli contro il muro; si può gridare a più non posso e distruggere tutto fino all’ultimo coccio rimasto integro.

Quando il semaforo diventa verde parte il timer e si può iniziare, al termine del tempo il semaforo diventa rosso

Ci sono poi mobili che Sissi e Sonia chiamano “La spada nella Roccia”: sono molto resistenti, nessuno è ancora riuscito a distruggerli. I più caparbi vengono stimolati a sfidarsi e a prenderli a mazzate per provare un senso di maggiore soddisfazione e liberazione.

Il magazzino con i pezzi destinati ad essere distrutti

Naturalmente mi hanno fatto indossare tuta, guanti, protezioni varie per ginocchia e gomiti, casco integrale con visiera e scarpe particolari. Il vicinato non è e non è stato un problema: la rage room è stata costruita ad hoc, insonorizzata, e allo stesso tempo all’interno della stanza i rumori si sentono alla perfezione e mi sono potuta godere il suono dei vetri e degli oggetti che andavano in frantumi.

La risposta, ad oggi, è stata molto positiva: circa 70 persone al mese. E diversi hanno deciso di ripetere l’esperienza più volte anche a scopo terapeutico. Sissi mi ha raccontato che alcuni psicologi curiosi si sono presentati per sperimentare e valutare in prima persona questa esperienza, uscendone entusiasti e consigliandola ai loro stessi pazienti. Se ne esce con il sorriso.

Sonia ha aggiunto che paradossalmente, quelle più lanciate e prive di freni inibitori, sono le donne. Gli uomini partecipanti invece sono in netta minoranza, spesso titubanti, quasi bloccati e intimoriti, forse per la paura di affrontare e di non sapere gestire a livello emozionale ciò che potrebbe venire fuori durante il loro sfogo. L’età media dei partecipanti va dai 20 ai 40 anni circa.

Sono dovuta entrare da sola. Sissi e Sonia vogliono che l’esperienza all’interno della rage room sia assolutamente individuale e personale, non di coppia e non di gruppo. Deve essere un momento in cui la persona si dedica totalmente a se stessa.

Per il nuovo anno sono in arrivo nuovi oggetti che si aggiungono alla lista di quelli da poter ridurre in frantumi. Per rimanere aggiornati vi lasciamo il link al sito.

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