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Guardami negli occhi. Tre ragazze portano l’eye contact nelle piazze d’Italia. Ultima tappa: Bologna

20-08-2020

Di Elena Ghini
Foto di Love Connection Revolution

Dopo mesi di isolamento e paura passati in primavera è arrivato il momento di recuperare la connessione e il contatto umano.

Come? Semplicemente guardandosi negli occhi (rigorosamente a distanza di sicurezza).

Con la volontà di portare nelle piazze italiane Amore, Consapevolezza e Unione, Charlotte Cecchi, Erica Neri e Alessia Montini hanno creato Eye Contact Experiment Summer Tour. Un viaggio di quattro settimane, iniziato a Lucca il 28 luglio scorso, con lo scopo di portare la pratica dell’eye contact nelle piazze italiane.

Hanno attraversato l’Italia toccando Viareggio, Roma, Napoli, Lecce, Bari, Senigallia e chiuderanno il progetto in Piazza Maggiore a Bologna, venerdì 21 agosto dalle 18,30.

Eye contact è un momento di ritrovo aperto a tutti, gratuito, in cui condividere un minuto di contatto visivo in silenzio, per conoscersi, andando oltre la superficialità. Un’esperienza unica di comunicazione emozionale e non verbale, che potrà avvenire con sconosciuti, così come con persone che conosciamo bene.

Lo scambio di contatto visivo crea uno spazio di ascolto e presenza, diventato ormai raro nella nostra quotidianità. Un’occasione per riconoscersi e riscoprirsi nell’altro. Un esperimento sociale ormai famoso in tutto il mondo che è arrivato in Italia nel 2015.

Venerdì sarà possibile incontrare queste tre intrepide ragazze sedute in piazza pronte ad accogliere il vostro sguardo. Per partecipare è sufficiente portare con se un cuscino, un telo, una sedia pieghevole e mescolarsi a cuore aperto alle persone che in quel momento si troveranno in piazza.

Abbiamo intervistato Charlotte, promotrice dell’evento e fondatrice, insieme a Erica e Alessia, del movimento Love Connection Revolution.

L’iniziativa di portare la pratica di eye contact nelle piazze italiane è uno dei tanti progetti promosso dalla comunità Love Connection Revolution. Ci spieghi di cosa si tratta?

Love Connection Revolution è una community virtuale su Facebook, in cui riconoscersi, vedersi ed esprimersi, senza giudizio. Vuole essere uno spazio di condivisione dove crescere insieme. Un contenitore sicuro in cui le persone si possono esprimere per quello che sono con le proprie luci e ombre.

I valori cardine in cui ci rispecchiamo sono Amore, Rispetto, Unità, Vulnerabilità e Non Giudizio. Condividiamo inoltre una volontà comune di co-creare una realtà alternativa. La società di oggi si basa sulla competizione, ci spinge a non sentirci mai abbastanza portandoci alla solitudine. Vogliamo lavorare con il tessuto sociale per cambiare insieme.

La community è nata durante il lockdown, in un momento in cui le persone non stavano bene, erano chiuse in casa e isolate. Ho sentito l’esigenza viscerale di lanciare un messaggio per ricordarci che siamo tutti connessi anche se separati. Si è creato un gruppo di lavoro affiatato e il 17 aprile è nato ufficialmente il progetto Love Connection Revolution.

In un mese eravamo già 200. Adesso, dopo quattro mesi, siamo in 880. Non solo, questo spazio ha grandi potenzialità, abbiamo già organizzato workshop ed eventi online di trasformazione. Momenti da dedicare alla crescita personale, all’introspezione e al lavoro energetico. In Italia queste pratiche non sono molto diffuse e credo sia necessario renderle accessibili a tutti“.

 

Charlotte quale messaggio avete voluto diffondere durante il tour di eye contact?

Il nostro tour ha come scopo quello di piantare semi di luce e amore su tutto il territorio, sia a livello concettuale che concreto: abbiamo donato a chi ha incrociato la nostra strada un vero seme da piantare, augurandoci che cresca insieme alla consapevolezza e ai sogni di chi lo ha ricevuto.

Desideriamo far tornare speranza e fiducia alle persone, portando la nostra visione nelle piazze. Ci siamo connesse con chi vive quotidianamente la caotica routine cittadina e raramente riesce a prendersi un spazio di ascolto per sé.

Vorremmo portare le persone a sentire che è possibile fidarsi ancora gli uni degli altri, che siamo UNO e che possiamo tornare a sentirci interconnessi senza distinzione”.

 

Come hanno reagito le persone che avete incontrato nelle piazze?

“Ogni città ha la sua energia. Ci siamo trovate in situazioni molto diverse. Passando di regione in regione ci siamo interfacciate con persone più o meno diffidenti.

Lucca per noi è stato il banco di prova, il nostro primo evento da cui abbiamo imparato tanto, anche a livello organizzativo. A Viareggio ci siamo sistemati sul lungomare, c’erano tante famiglie con i figli. Ci ha colpito che erano proprio i bambini a trascinare i genitori a provare l’eye contact.

Roma è stata un’esplosione di energia, la piazza di Trastevere era piena di turisti e di ragazzi del posto. C’è stato tanto scambio, hanno partecipato in tanti.

A Napoli ha prevalso timidezza e imbarazzo, non c’era molta voglia di farsi coinvolgere.

Lecce invece ci ha accolte con entusiasmo e curiosità.

La tappa di Bari è stata la più difficile, abbiamo riscontrato atteggiamenti maleducati e di disattenzione. Mi ha colpito molto una giovane ragazza che ha raccontato di non riuscire a esprimersi come vuole nel suo gruppo di amici e grazie a noi si è sentita meno sola”.

Tra una tappa e l’altra siete andate alla ricerca di realtà in linea con gli ideali di Love Connection Revolution. Cos’avete trovato?

“Ci sono diverse realtà molto interessanti in tutto il territorio, alcune ci hanno ospitato, altre le abbiamo solo visitate nel tempo libero. Per citarne alcune: l’Ecovillaggio Diffuso di Lucca, l’Associazione Lipu sul lago di Massaciuccoli, l’Orto Urbano Terrapeutico di Terlizi, vicino Bari, il ristorante di cucina etnobotanica Mezza Pagnotta a Ruvo di Puglia, vicino Bari, l’ecovillaggio Il Giardino della Gioia nel Gargano, sempre in Puglia.

Tutti gli incontri che abbiamo fatto saranno raccolti in un piccolo documentario”.

 

Perché avete scelto Bologna come ultima tappa?

Bologna è la città che mi ha dato la voglia di tornare in Italia. Io, Erica e Alessia ci siamo riunite tutte insieme per la prima volta proprio a Bologna. Inoltre Erica è di Bologna e ci siamo incontrate spesso in città. Siamo sempre state accolte molto bene, è partito tutto da Bologna, così si chiude il cerchio“.

Erica Neri, Charlotte Cecchi, Alessia Montini

Dopo il tour quali sono i vostri progetti?

“Abbiamo mille idee da realizzare. La nostra priorità ora è di trovare una base stabile, una casa grande dove abitare, con giardino per coltivare l’orto e avere spazio per realizzare eventi e workshop.

A ottobre, se la situazione sanitaria lo permetterà, in collaborazione con l’associazione Hasya di Bologna, partirà il progetto Pace (Presenza, Ascolto, Concentrazione nell’Educazione) che porteremo nelle scuole”.

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