Un rettangolo blu. Nessuna immagine, nessun volto, nessuna narrazione se non quella della voce e del silenzio.
È l’azzurro assoluto di Derek Jarman, il suo ultimo sguardo sul mondo, quando la vista lo abbandona ma l’immaginazione resta viva. Pochi mesi prima di morire di AIDS, il regista, artista visivo e attivista omosessuale britannico compone un’opera radicale e struggente che trasforma la fine in un linguaggio, in cui l’immagine si riduce a un unico, immenso campo blu, mentre la parola, la musica e il suono costruiscono un autoritratto interiore. È un atto politico e poetico insieme: la rivendicazione di un’esistenza che non si lascia cancellare.
Blue non è un film da vedere, ma da attraversare: un’esperienza sensoriale, una meditazione sul corpo, la malattia e la luce che resiste. Sarà presentato in anteprima lunedì 27 ottobre, alle ore 18, al Cinema Modernissimo, in collaborazione con Palazzo Bentivoglio e la Cineteca di Bologna.
Blue è una delle due anteprime di Gender Bender, il festival internazionale che esplora gli immaginari del corpo, del genere e dei desideri attraverso linguaggi artistici multidisciplinari, dalla danza al cinema, dalla performance alla letteratura, in programma dal 30 ottobre all’8 novembre 2025. Prodotto da Il Cassero LGBTQIA+ Center di Bologna e diretto da Mauro Meneghelli, questa 23esima edizione sceglie di declinarsi attorno al tema del rischio. Qui il programma completo

Age 2024
Ad anticipare il festival, oltre a Blue, anche la prima assoluta di INHABITANTS della pluripremiata coreografa italiana Luna Cenere (sabato 25 e domenica 26 ottobre, alle ore 19, al DAS – Dispositivo di Arti Sperimentali), che è esito di un laboratorio performativo di dieci giorni con 18 partecipanti non professionisti. La ricerca della coreografa si incentra sui temi del corpo nudo, corpo paesaggio, memoria collettiva e genesi del gesto, smascherando abitudini sociali legate alla corporeità.
Nella sezione DANZA, asse portante del festival, sono in programma 12 spettacoli di altrettante compagnie provenienti da Italia, Cipro e Francia. In questa edizione Gender Bender presta un’attenzione speciale alla nuova scena coreografica francese ospitando i nuovi lavori di tre compagnie: WHIP di Georges Labbat (prima nazionale), performance che trasforma la frusta – simbolo di dominio coloniale e sessuale – in strumento di rischio catartico. Tre performer esplorano la musicalità dell’oggetto in un gioco di trasgressione controllata (venerdì 31 ottobre ore 19 e sabato 1 novembre ore 21:30 Ex Chiesa San Mattia).

WHIP
Tra gli appuntamenti, LANDSCAPE, dove il corpo della danzatrice cipriota Elena Antoniou si autodetermina attraverso una sensualità scelta, ostentata e di cui è l’unica padrona. Gli spettatori, con il loro posizionamento, diventano co-autori della performance (venerdì 7 novembre ore 21:30 e sabato 8 novembre ore 19, Oratorio San Filippo Neri). FUCK ME BLIND di Matteo Sedda: ispirato a Blue – film-testamento di Derek Jarman girato pochi mesi prima della morte per AIDS – lo spettacolo mette in scena i corpi di due uomini in un vortice ipnotico, in un paesaggio omoerotico. Sedda, vincitore DNAppunti Coreografici 2024, esplora vulnerabilità e desiderio (venerdì 31 ottobre ore 21:30 e 1 novembre ore 19, DAS). HEALING TOGETHER di Daniele Ninarello: quattro corpi espongono ferite fisiche ed emotive in rituale di mutuo sostegno. La coreografia si scrive in tempo reale, abbattendo barriere tra palco e platea (venerdì 7 ore 19 e sabato 8 novembre ore 21:30, Ex Chiesa San Mattia)

Landscape
La sezione CINEMA, ospitata nelle sale del Lumière e del Modernissimo, presenta 11 opere, di cui 5 prime nazionali. Anche quest’anno Gender Bender dedica attenzione alla causa palestinese e lo fa attraverso la voce e lo sguardo dei fratelli gemelli Arab e Tarzan Nasser, registi palestinesi di ONCE UPON A TIME IN GAZA, in prima nazionale – premiato a Cannes , che raccontano con ironia cruda l’oppressione dell’occupazione palestinese (venerdì 7 novembre ore 20 Modernissimo).
Tra gli appuntamenti, tre film raccontano, ciascuno con il proprio linguaggio, di donne che prendono la parola. DOPPELGÄNGERS³ di Nelly Ben Hayoun-Stépanian (prima nazionale), esplorazione decoloniale, femminista e queer dello spazio (lunedì 3 novembre ore 20 Modernissimo – Alla fine della proiezione segue dialogo con la regista). THE BRINK OF DREAMS di Ayman El Amir e Nada Riyadh, documentario su giovani donne in Egitto che sfidano tradizioni familiari attraverso il teatro di strada (domenica 2 novembre ore 18, Lumière). Sono voci riscoperte dal passato quelle di L’ECO DEI FIORI SOMMERSI, film con cui la regista napoletana Rosa Maietta entra nei faldoni conservati all’Archivio di Stato di Napoli per raccontare vite di donne dimenticate, partendo da sentenze, perizie e cimeli dissepolti (giovedì 6 novembre ore 20 Cinema Lumière – Alla fine della proiezione segue dialogo con la regista, moderato da Sara De Giovanni del Centro Documentazione del Cassero).

L’eco dei fiori sommersi
Sono tre anche i documentari che mostrano vibranti scene artistiche impegnate socialmente e politicamente. AVANT-DRAG! film di Fil Ieropoulos ritratti di performer drag ateniesi che creano spazi sicuri attraverso l’arte (venerdì 31 ottobre ore 18, Modernissimo). LA 42 di José Maria Cabral, docufilm sulla rinascita culturale in un quartiere della Repubblica Dominicana (martedì 4 novembre ore 20, Modernissimo). PEACHES GOES BANANAS di Marie Losier: ritratto intimo della cantante Peaches, icona queer femminista (giovedì 30 ottobre ore 22, Lumière).

LA 42
Completano il programma tre film in prima nazionale che raccontano storie intime, che mostrano come nella diversità si trova la radice della comune umanità. A NATUREZA DAS COISAS INVISÍVEIS (THE NATURE OF INVISIBLE THINGS) è il film della regista e sceneggiatrice brasiliana Rafaela Camelo che fa un ritratto delicato e spassionato di sorellanza, empatia e vitalità (sabato 1 novembre h 18 Cinema Lumière). LA DANSE DES RENARDS (WILD FOXES), film della regista belga Valery Carnoy che racconta la fragilità della virilità in età adolescenziale (mercoledì 5 novembre ore 20 Cinema Modernissimo). DRUNKEN NOODLES, segna il ritorno sul grande schermo del regista argentino Lucio Castro. Con un film intimo e allo stesso tempo audace e orgogliosamente queer, il regista racconta l’inquietudine interiore di un uomo che cerca e al tempo stesso fugge dall’intimità (sabato 8 novembre ore 18 Cinema Lumière).

Drunken Noodles
La sezione INCONTRI, tutti eventi a ingresso gratuito e con interprete LIS, sono in programma nelle giornate di domenica 2 novembre e sabato 8 novembre. Due “maratone” Gender Bender a DAS – Dispositivo Arti Sperimentali, con una programmazione no-stop dalle 11 alle 18 e pranzo autogestito. In particolare, due incontri sono dedicati al fumetto: il primo è con la pluripremiata fumettista Lee Lai, una delle voci più interessanti della nuova narrazione a fumetti, autrice di CANNON (3 novembre ore 18:30 Dispositivo Arti Sperimentali); il secondo è la presentazione di RAGAZZO, delicato racconto corale sulle inquietudini della giovinezza della fumettista ZUZU (sabato 8 novembre ore 16:, Dispositivo Arti Sperimentali).
Accanto agli incontri dedicati al fumetto, il festival propone anche presentazioni letterarie che affrontano, con molteplici sguardi, i temi della diversità e della vulnerabilità. Tra questi LO SBILICO, di Alcide Pierantozzi, romanzo in cui l’autore affronta il tema della salute mentale (venerdì 7 novembre, ore 18:30 Dispositivo Arti Sperimentali).
Chiudono la programmazione i party al Cassero LGBTQIA+ center, che hanno inizio alle 23.30.
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