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Mille sfumature, nessuna etichetta. Humanæ di Angelica Dass porta in mostra i colori dell’umanità

08-04-2022

Di Carla Sannino

Mille sfumature ma nessuna etichetta. Solo noi, i colori Pantone e le nostre diversità.

È un’idea chiara, di uguaglianza e riflessione, quella che guida Angelica Dass nel suo progetto fotografico Humanæ, presentato a settembre 2021 alla prima edizione dei PhMuseum Days, e di cui ora 12 stampe sono state donate come installazione permanente all’Istituto Belluzzi-Fioravanti di Bologna a cura di PhMuseum.

Lei è una pluripremiata fotografa brasiliana e la sua arte unisce la fotografia alla ricerca sociologica e alla partecipazione pubblica. Dopo la partecipazione ai TED Global Talk nel 2016, la sua creatività si è lanciata verso nuove dimensioni ed è diventata uno strumento di cambiamento sociale che promuove il dialogo e sfida i pregiudizi culturali, fondando anche l’Humanæ Institute, una piattaforma educativa che mette la diversità, come valore, al centro del processo educativo. Le sue opere ad oggi hanno viaggiato in oltre 50 città in tutto il mondo, dal London Migration Museum alle pagine del National Geographic e di altri media internazionali.

Dal 2011 porta avanti, attraverso i ritratti che realizza, una riflessione sui veri colori dell’umanità e lo fa in un modo tutto suo. Riempie lo sfondo di ogni ritratto con una tonalità dello stesso colore di un campione di 11×11 pixel, prelevato dal naso del soggetto e abbinato alla palette industriale Pantone® che, nella sua neutralità, evita le false etichette bianco, rosso, nero e giallo, spesso associate alla razza.

L’unicità del progetto Humanæ sta nella sua natura di lavoro collettivo, in continua evoluzione, senza una data di completamento e in cui la fotografa non seleziona i partecipanti. Sono più di 4000 infatti le persone che fanno parte del progetto e che mettono in discussione le contraddizioni e gli stereotipi legati alle questioni di razza: da rifugiati che hanno attraversato il Mar Mediterraneo in barca a persone incluse nelle liste di Forbes, tutti insieme per dimostrare che ciò che definisce l’essere umano è la sua unicità e, quindi, la sua diversità.

Se oggi questa mostra è stata destinata a una comunità scolastica, a centinaia di giovani, è anche grazie al desiderio della stessa Angelica Dass di donare le sue opere a una scuola della città, per  intrecciare sempre di più sfera culturale ed educativa.

«Alla presentazione a stupirmi è stata la maturità dei ragazzi dell’Istituto Belluzzi-Fioravanti – dice Giuseppe Oliverio, direttore di PhMuseum – e la varietà delle loro domande fatte all’artista, che spaziavano da curiosità tecniche sul processo di creazione delle stampe a domande più sensibili e delicate sul tema del progetto. Tra gli obiettivi di questa iniziativa infatti c’è anche quello di dar coraggio ai ragazzi ad aprirsi, ad avere reazioni più costruttive, soprattutto nelle situazioni difficili che si possono creare all’interno dell’ambiente scolastico, come il bullismo. Ovviamente è anche un modo per far sì che siano più contenti e orgogliosi di andare a scuola, la prima scuola di Bologna che ospita una mostra di livello internazionale!».

Così, grazie alla collaborazione dell’artista con gli operatori culturali e le istituzioni cittadine, il Settore Cultura e Creatività e l’Area educazione, istruzione e nuove generazioni del Comune di Bologna, hanno accolto l’interesse dell’IIS Belluzzi-Fioravanti di Bologna a ospitare questa mostra simbolo di diversità e unione, creando allo stesso tempo un esempio di alta qualificazione artistica dell’ambiente didattico.

«È stato molto importante – continua Oliverio – vedere come scuola e Comune abbiano avuto la sensibilità di supportare questa iniziativa, si sono fidati di noi di PhMuseum e il risultato è stato un grande momento di collaborazione. Il mio auspicio infatti è che anche il Festival PhMuseum Days sia supportato da tutti e che non sia visto solo come un evento in cui poter incontrare i fotografi, ma anche come una grande risorsa culturale per la formazione delle nuove generazioni».

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