It’s time to BO, è una iniziativa cittadina che nasce sia come idea di spazio fisico, in piena pandemia, che si è declinata a spazio virtuale di registrazione e produzione di video, molto simile ai celebri Tiny Desk, sia come un collettivo di addetti ai lavori, dedicato al fine di promuovere creatività e portando alla luce le perle della scena musicale di Bologna e dintorni.
Un luogo virtuale per scoprire nuova musica e diventare consapevoli degli stimoli creativi che abbiamo attorno: promuovere e promuoversi, conoscere artisti con cui collaborare, in un ambiente di scambio e arricchimento reciproco.
L’obiettivo, quindi, è valorizzare e nobilitare l’arte in ogni sua forma, creando una rete in cui questa non si disperda, ma venga apprezzata e condivisa da una community entusiasta e pronta ad assorbirne con passione gli stimoli. It’s Time To BO si propone anche di collaborare con il mercatino dei vinili, ospitare mostre, avviare workshop e, perché no, corsi di danza e yoga.
In anteprima esclusiva per About ci hanno regalato il loro nuovissimo video prodotto con la band bolognese psychedelic blues-rock Laino & Broken Seeds | Live da Cantieri Meticci, con cui collaborano:
Bologna è indubbiamente una città piena di stimoli creativi, soprattutto per i giovani; ma questa forza artistica ha bisogno di essere incanalata e sviluppata nel modo e nel contesto giusto e, principalmente, necessita di uno spazio in cui “liberarsi”.
It’s time to BO nasce in risposta a questa esigenza, da una crew esplosiva e super creativa formata da Gaia, Jack, Bull e Zeta: un nucleo iniziale di quattro persone, che poi si è espanso. Hanno letteralmente fatto spazio alla musica e all’arte, lì dove hanno visto del potenziale e tantissima materia grezza su cui lavorare. L’idea, che non è ancora completamente sviluppata fisicamente a causa della pandemia, è per adesso avviata tramite la produzione e la registrazione di video musicali, alcuni dei quali sono già presenti sulle pagine social. Appena sarà possibile, verranno organizzati concerti ed eventi di vario genere, tra cui un workshop per l’arte del beatmaking.
Conosciamoli: Gaia Tassinari, con cui abbiamo chiacchierato, è musicista, si forma a Londra, dove studia musica e sperimenta per la prima volta l’organizzazione di eventi e concerti, crescendo come professionista in un ambiente molto creativo e collaborativo. Dopo 6 anni torna a Bologna, cambiando percorso: diventa insegnante di Yoga e decide di rimanere in Italia, per amore della musica e per sperimentare sul territorio l’organizzazione di eventi. Stimolata dall’ambiente musicale locale di Bologna, sempre molto vivo e colorato, decide di fare qualcosa per valorizzarlo ancora di più, riconnettendosi alle sue esperienze internazionali. Al Binario 69 a Bologna incontrerà Jack Calico, programmatore musicale, con cui co-fonderà It’s time to BO. A loro si uniranno anche Massimiliano Agostini, tecnico luci e gaffer, e Giulio Brighenti, in arte DJ Zeta.
Oltre a Gaia, abbiamo già nominato Jack Calico, molto attivo negli ultimi quindici anni nella programmazione degli eventi musicali a Bologna; poi Massimiliano Agostini, tecnico delle luci, che collabora con Caparezza durante i suoi tour, quindi un grande amante della musica con un solido background tecnico; abbiamo anche Giulio Brighenti, in arte DJ Zeta, rivenditore e collezionista di vinili, che ha partecipato alla fondazione del TPO e di Radio Città Fujiko. Giovanni Frezza e Fabio Vassallo fanno parte dello studio Art&sound dove realizzano produzioni cinematografiche e musicali e si occupano della produzione tecnica di audio e video. Gaetano Alfonsi, invece, è un batterista e docente di musica, uno dei migliori nel suo campo a Bologna; Fabio Facci, chitarrista e tecnico del palco, Filippo Ippolito, fotografo, e ultima non per importanza Roberta Tagliaferri.
Gli abbiamo chiesto di raccontarci il loro obiettivo: «Vorremmo offrire agli artisti bolognesi mezzi di produzione e promozione dei propri progetti: quindi, anche un modo per realizzare e registrare la propria musica e promuoversi e avvicinare la comunità artistica a sé stessa. Perché prima avevamo la possibilità di socializzare nei locali e conoscere gente… ora guardarsi intorno è difficile. Il panorama musicale è un po’ più nascosto del solito».
Collaborate con molte realtà bolognesi, tra cui Arci Bologna e Cantieri Meticci: come si svolge la vostra collaborazione?
«Oltre a collaborare e supportarci reciprocamente, al momento stiamo organizzando una raccolta fondi con Cantieri Meticci e altre realtà; il fine è quello di creare dei workshop da offrire quest’estate, per adolescenti e giovani adulti della zona (Bolognina e Cantiere Navile). Per offrire l’opportunità di sviluppare interessi e passioni ai più giovani, provenienti magari da situazioni e contesti difficili. Impegno e passione per la musica: ecco cosa vogliamo trasmettere, per insegnargli a utilizzare le loro energie in maniera positiva. Vorremmo stimolare anche le persone che sono più disinteressate o hanno meno accesso alla cultura in generale. Noi vorremmo fornire loro degli strumenti di “rivoluzione personale”.
E poi continueremo la collaborazione con Arci Bologna, visto il grande successo delle serate a Porta Pratello dell’anno scorso. Stesso posto quest’anno: cureremo le rassegne musicali di venerdì e sabato; il venerdì ci sarà musica popolare (del sud e tradizionali) e il sabato programmazione di Live Beat Making Hip Hop, in collaborazione con Qael e Beats’ Tailors.
Speriamo di veder tutto realizzato quest’estate».
Quale “gap” vi proponete di colmare nella proposta culturale e musicale bolognese?
«Esistono già delle realtà che portano avanti con passione la produzione musicale, ma pensiamo che non ci sia abbastanza coesione e volontà di collaborare tra associazioni individuali.
Ci proponiamo di riunire e valorizzare ciò che già esiste, stimolare lo spirito di collaborare con elementi che già esistono. E purtroppo i luoghi dove fare cultura si sono molto ridotti nel corso degli anni. Prima esistevano molti più spazi e centri sociali, ciò dipende dal fatto che si sia preferito il turismo ai locali di musica in centro. Sono stati trasferiti tutti in periferia».
Come selezionate le band e gli artisti che fanno parte del vostro progetto?
«Noi facciamo una iniziale selezione: partiamo dalle nostre conoscenze e dall’ambiente musicale di cui facciamo parte. Ma siamo sempre alla ricerca di nuovi artisti e aperti alle proposte di chiunque voglia candidarsi. Abbiamo dei criteri da seguire, ad esempio: la musica deve essere originale, contenere uno spiccato livello di creatività e una certa qualità».
It’s time to BO nasce durante un periodo storico molto particolare e una pandemia globale. L’isolamento ha sacrificato molto l’ambito artistico musicale e, in generale, dello spettacolo. Come pensate di dare spazio alla musica dopo che usciremo da questa situazione di emergenza sanitaria? Avrete una sede o organizzerete eventi in giro per la città?
«Vorremmo restituire il prima possibile alla città dei luoghi fisici in cui incontrarsi: stiamo cercando una eventuale sede e un luogo fisico per ampliare ulteriormente il progetto. Oltre alla presenza online, infatti, crediamo sia molto importante avere dei contatti, luoghi fisici in cui incontrarsi.
Siamo sempre con lo sguardo al futuro in quel senso: allargarsi e trovare altre realtà che insieme a noi esaltino questo aspetto della promozione dal vivo. Purtroppo, non crediamo che un video possa sostituire l’emozione di un concerto dal vivo e l’esperienza della condivisione della musica con altre persone. Pensiamo che durante un concerto si possa vedere e partecipare fisicamente a qualcosa di molto forte: ci ritrova ad essere nella stessa “sfera di energia” con persone che amano quello che fanno e trasmettono passione ed emozioni agli altri; questo non riesce a trasparire da un video».
Volete creare uno spazio per gli artisti che hanno talento e necessità di esprimersi e farsi conoscere. Accetterete proposte da parte di artisti emergenti? Come ci si potrà proporre?
«Abbiamo creato un indirizzo email cui si può scrivere e mandare le proposte: verranno visionate e valutate da noi. Gli emergenti potranno scrivere a itstimetobo@gmail.com e poi, nel caso ci sia un riscontro positivo, verranno contattati direttamente da noi per email».
Quale vostra iniziativa pensate che vi rappresenti di più?
«In ogni video che abbiamo prodotto ci sentiamo molto rappresentati, ma c’è uno in particolare cui ci sentiamo molto legati. Uscirà a breve e nasce da una delle nostre collaborazioni con Cantieri Meticci e la band Laino & Broken Seeds. Ci fa molto piacere condividerlo perché vede per la prima volta nuovi operatori alle camere e nuovi strumenti tecnici. Quindi, ancora più di altri, è prodotto della nostra collaborazione e dell’amore che tutti noi abbiamo per la musica. Sarà speciale.
Per il futuro, invece, ci teniamo molto alle rassegne che, si spera, faremo a Porta Pratello, in collaborazione con vari artisti, rapper, beat maker e producer cui siamo particolarmente affezionati. Stiamo offrendo uno spazio per esprimersi e portare nuovi artisti. Non vediamo l’ora!».
Siamo molto curiose: quale sarà il primo evento che organizzerete dopo la riapertura?
«Dal 14 maggio, appuntamento ogni venerdì e sabato a Porta Pratello con musica dal vivo e beatmaking, in collaborazione con Qael & Beats’ Tailors (che proporranno due tipi di serate: una dedicata alla selecta di hip-hop, funk e soul, con ospiti dal vivo, l’altra all’insegna dell’Instrumental Hip-Hop, con live set e selezioni in vinile e digitale a cura di Beat’s Tailors, l’etichetta discografica bolognese ma attiva in tutto il mondo, fondata dai Beatmaker e producer F.o.x e Natty Dub)».
Definire una realtà come questa è difficile. Possiamo dire assomigli a un cantiere di idee in continua evoluzione e ad una enorme agenda, piena di eventi in programma. Noi non aspettiamo altro, ci mettiamo comodi in attesa, guardando qualche live sul loro canale YouTube e ascoltando la loro playlist su Spotify!
Condividi questo articolo