Oggi incontriamo Xing, organizzazione culturale con sede a Bologna che i suoi stessi fondatori Silvia Fanti e Daniele Gasparinetti definiscono come colei “che scruta il presente e cerca di incanalare le energie di chi ha una personalità e un potenziale artistico, investendo in accompagnamento e visibilità.”
Negli ultimi 25 anni ha sostenuto ben più di 1000 artisti e artiste su suolo nazionale e internazionale grazie a partners pubblici e privati con l’obiettivo di curarne e organizzarne eventi, produzioni e pubblicazioni, nel rispetto delle tendenze generazionali e dei relativi linguaggi, che con il loro approccio conferiscono uno sguardo profondamente interdisciplinare ai temi della cultura contemporanea.

HPSCHD 1969>2015. Live Arts Week IV a cura di Xing, presso MAMbo, Bologna (2015). ph Luca Ghedini, courtesy Xing
Giovedì 4 dicembre 2025 dalle 18 alle 23 Xing presenta RELAY, una durational performance della coreografa canadese Ula Sickle, di origine polacca, basata a Bruxelles. L’intervento è un nuovo Hole (formato che Xing ha iniziato a sperimentare dal 2022, occupando e attivando luoghi abitualmente non dedicati alle live arts, come ridefinizione temporanea di uno spazio pubblico) che si terrà nel Salone Banca di Bologna di Palazzo de’ Toschi, in Piazza Minghetti 4/D. Presentata come un’unica azione continua, RELAY si ispira alle numerose proteste che si svolgono in tutto il mondo e in particolare alle marce polacche in difesa dei diritti delle donne chiamate “Czarny Protest” (protesta nera).
Mentre Martedì 16 dicembre 2025 alle 19.30 Xing presenta, presso P420 in Via Azzo Gardino 9, Bologna, High Gear, una performance dell’artista sud-coreano Kidows Kim, per la prima volta in Italia. L’artista si ispira al concetto del Monstrarchaeology’, approccio che consiste nello scavare forme organiche ambigue che vagano tra il figurativo e l’astratto, attingendo a memorie collettive, esperienze intime, di genere, sociali e politiche. Utilizzando questo metodo, attraverso la distorsione del corpo umano normativo, della voce e degli oggetti quotidiani, esplora la mostruosità che emerge dalla decostruzione delle idee dominanti nell’inconscio collettivo.

Ula Sickle-RELAY
Parlateci di com’è nato il progetto di Xing, da dove ha preso forma e qual era l’obiettivo di partenza: siamo curiosi di sapere se con il tempo è cambiato o semplicemente è mutato nella sua attuale di forma.
“Sui pregressi ometteremmo, troppo lungo rispondere. Si sa che tutto muta, anche la memoria. Xing nasce nel 2000 come organizzazione culturale indipendente che progetta, cura e organizza eventi, produzioni e pubblicazioni contraddistinti da uno sguardo interdisciplinare intorno ai temi della cultura contemporanea, con una particolare attenzione alle tendenze generazionali legate ai nuovi linguaggi. Ha inventato formati anomali e piattaforme esecutive spesso inedite, connesse alle time based arts. Tra i progetti che hanno costituito specifici cicli di indagine pluriennale:Netmage International Live Media Festival(2000>2011),F.I.S.Co. Festival Internazionale sullo Spettacolo Contemporaneo(2000>2011),Live Arts Week(2012>2021). Dal 2003 cura un programma continuativo di ricerca nei propri spazi di Raum. Dal 2021 Xing ha avviato una riflessione sulle prospettive post-pandemiche delle live arts. Diciamo che gli obiettivi di partenza non sono mai mutati nella sostanza, ma nelle forme.”
Il vostro progetto è liquido, se volessimo parlare alla Bauman, e si sa, un liquido prende la forma delle altre forme, del contenitore in cui viene versato: quali sono quelle che avete avuto il piacere di indagare di più o alle quali vi siete appassionati maggiormente? Ce ne sono che non conoscevate e che avete ritenuto particolarmente “rivoluzionarie” per il vostro progetto e per la cultura contemporanea in toto?
“Abbiamo lavorato spesso e volentieri in spazi che non erano dei contenitori, ma spazi aperti, privi di forma (e confine). Il liquido è anche pioggia, o vapore, o rivolo sottile che si infiltra nella terra per scomparire non si sa dove. Queste ultime forme sono forse le più interessanti, “rivoluzionarie” e di difficile predicazione.”
Il vostro lavoro in una parola.
“Ricerca”.

Kidows Kim-High Gear
Fino ad ora quanti artisti avete presentato, prodotto e sostenuto e quanti e quali (se volete farcelo sapere) hanno avuto una svolta per voi inaspettata o, al contrario, quella che speravate o prevedevate?
“Gli artisti con cui abbiamo lavorato sono elencati qui. In quella lista non è piccola neanche la quota di raggruppamenti e collettivi, e siamo ad oltre 1000. Ci auspichiamo sempre che ci sia un proseguo sulla propria strada, una evoluzione, in qualche maniera. Xing scruta il presente e cerca di incanalare le energie di chi ha una personalità e un potenziale artistico, investendo in accompagnamento e visibilità. Dispiacciono gli abbandoni, perché di solito significa che c’è stato un intoppo esistenziale, o di esperienza. O, per altro verso, il successo può dare alla testa e lì inizia l’involuzione. In generale, in 25 anni di attività, ci abbiamo quasi sempre azzeccato.”
Ma qual è il percorso di vita di un progetto? Nasce, cresce, corre e muore? O c’è altro? In tutti questi anni, che cosa vi ha dato il vostro percorso all’interno di Xing?
“Sempre adottando la metafora liquida, un impianto di irrigazione muta a seconda dei terreni e delle mutazioni ambientali. Stare attenti al clima che ci circonda, è un buon indicatore per decidere se cambiare direzione e impianto.”

Dana Michel – Mike, a cura di Xing, presso MAMbo, Bologna (2024). ph Luca Ghedini, courtesy Xing
Perché il nome Xing?
“I nomi di 4 lettere sono i più facili. Questo nome calzava per il progetto. All’epoca poi il dominio era libero (per l’Italia, non per la Cina) e aveva qualità polisemiche (‘crossing= Xing’ in USA, ‘configurazione’ in Cina). “
Parlateci di Raum e di come lo vivete come spazio e che spazio è per voi.
“Raum oggi è un campo-base che condividiamo in alcune occasioni pubbliche speciali ed è un lab produttivo. Contiene anche il nostro archivio. É ancora molto bello, strampalato, come lo abbiamo trovato nel mercato immobiliare 25 anni fa. Siamo tra i pochi spazi culturali a Bologna che non è di proprietà comunale. E questo fa la differenza, nel bene e nel male.”
Rispetto a Raum parlate di confronto anche rischioso: quanto può essere rischioso un confronto e a che cosa può portare? Quali sono le papabili conseguenze?
“I fischi del pubblico? O che si prendano fischi per fiaschi? Certo non ci riferiamo alla incolumità delle persone. Al di là di questa veloce figurazione, Xing lavora da sempre sul ’rischio culturale’. Il rischio è quello di iniziare processi di ricerca senza sapere dove porteranno. La scala di Raum è perfetta per questi esperimenti. Da questo luogo sono passate 3 generazioni di figure legate all’ambito della cultura, in cui hanno fatto palestra.”

m.c.s.f.m.d.s.c.k.r.g.m.l.a.m.m.d.g – WAT. Hole a cura di Xing, Piazza dei Martiri, Bologna (2023). ph. Luca Ghedini, courtesy Xing
E parlateci di Xong e de “Lo spazio del disco”.
“Quello è lo spazio “solido”: l’acqua che si cristallizza in un disco di ghiaccio. Lì, finché non si squaglia, rimangono registrate delle informazioni riproducibili, con tecnologie obsolete ma non così rare. Xong collection – dischi d’artista (2021-2025) è una costola progettuale di Xing legata al mondo della performatività. Una collana che esplora e traccia una geografia di artisti che intendono il campo sonico come una delle piattaforme in cui espandere i loro mondi e la loro immaginazione. “Lo spazio del disco” è la scena su cui focalizzare e amplificare la propria poetica come fenomeno sonico e fisico, lo spazio da performare. Xong è una collana di “Musica-Non-Musica: creazioni originali su vinile bianco di Kinkaleri/Jacopo Benassi, Marcello Maloberti, Giampiero Cane/Daniela Cattivelli, Romeo Castellucci/Scott Gibbons, Luciano Maggiore, Margherita Morgantin/Ilaria Lemmo/Beatrice Goldoni, Canedicoda/Renato Grieco, Invernomuto, Mattin, Mette Edvardsen, Valerio Tricoli, Muna Mussie/Massimo Carozzi, Alessandro Bosetti, Cesare Pietroiusti, Francesco Cavaliere, Luca Trevisani, Silvia Costa/Claudio Rocchetti, Elvin Brandhi, Michele Di Stefano.”
Altri progetti o evoluzioni in corso che ci potete spoilerare?
“Abbiamo in cantiere un progetto nuovo ma è un po’ prematuro parlarne. Anticipiamo che si tratta per certi versi di una espansione spaziale e locativa della serie degli Holes che abbiamo sperimentato in questi ultimi tre anni a Bologna, attivando luoghi abitualmente non dedicati alle arti, come ridefinizione temporanea di uno spazio pubblico. Gli Holes sono dei bacini di raccolta temporanea, si vuotano e si svuotano in fretta, sondando il terreno in condizioni molto diverse l’una dall’altra.”

Jasmine Guffond – Traced. a cura di Xing, Raum, Bologna (2017). ph Luca Ghedini, courtesy Xing
Hanno collaborato al network: Giovanna Amadasi, Riccardo Benassi, Elena Biserna, Simona Brighetti, Perla Degli Esposti, Paolo Gabriotti, Luca Ghedini, Lino Greco, Nelsy Leidi, Luciano Maggiore, Sandra Murer, Salvatore Papa, Adelaide Ronchi, Valerio Tricoli, Luca Vitone. Con il supporto di: Regione Emilia-Romagna, Comune di Bologna, Banca di Bologna. E con la collaborazione di: MiC – Musei Nazionali di Bologna – Direzione Regionale Musei Nazionali Emilia-Romagna, Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura / Italian Council 13 (2024), Istituto Comprensivo Scolastico 11 di Bologna, Quartiere San Donato San Vitale, Laminarie / DOM La cupola del Pilastro, P420 Bologna, Museet for Samtidskunst Museum of Contemporary Art, Roskilde, Denmark. Si ringrazia MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna /Casa Sandra Natali. Media partners: Edizioni Zero, ATPdiary, NEU Radio.
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