Visual

Martin Eden. Luca Marinelli e Pietro Marcello in Cineteca: “è un film sull’educazione sentimentale, vorremmo arrivasse nelle scuole”

25-10-2019

Di Bruna Orlandi

Tutto esaurito per l’ultimo film di Pietro Marcello, di recente proiettato e poi commentato al Cinema Lumière dallo stesso regista e dall’attore Luca Marinelli, che in questo periodo è a Bologna per girare l’attesa versione di Diabolik dei Manetti Bros.

Ad affiancarli durante l’incontro, Gian Luca Farinelli, direttore della Cineteca di Bologna e Beppe Caschetto, produttore cinematografico.

Martin Eden, libera traduzione cinematografica dell’omonimo e poco conosciuto romanzo del più conosciuto Jack London, nonché trasloco geografico da San Francisco a Napoli, è la parabola di un uomo che cerca la verità e insegue un faticoso riscatto sociale attraverso la cultura per poi diventare vittima rabbiosa del suo stesso successo.

Magistrale interprete dei due ruoli tanto antitetici che oscillano tra lucida illusione e offuscata disperazione, tra forte determinazione e altrettanto potente distruzione, Marinelli, a buon diritto, dal Festival del Cinema di Venezia si porta a casa la coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile.

Inevitabile per il direttore della Cineteca di Bologna chiedere al talentuoso attore come si sia preparato. “Nel 2016 ho visto ‘Bella e perduta’, film che mi ha molto emozionato. Da allora ho cominciato a desiderare di voler lavorare con Pietro Marcello e un giorno ho ricevuto una chiamata. Il personaggio di Martin Eden l’ho preparato semplicemente stando con Pietro: mi ha portato lentamente nel suo mondo e ne sono rimasto affascinato. Il suo consiglio è stato quello di immergermi dentro Napoli”.

Il film, che pur senza precise coordinate temporali attraversa il secolo breve, ha una valenza storica quanto politica e, come specifica il regista: il protagonista rappresenta un eroe-negativo, per il quale tutti facciamo il tifo durante il suo riscatto sociale ma da cui ci discostiamo nel momento del declino. Martin Eden, alla fine, non ha alcun rapporto con la realtà e non ha più niente da dire”.

In risposta a una domanda giunta dal pubblico, precisa anche la colonna sonora cambia e si evolve seguendo la parabola di Martin che, da ragazzo sottoproletario che ascolta musica semplice, leggera, si evolve. È per questo che si spazia da Daniele Pace, Joe Dassin, Teresa De Sio, a Debussy sino a toccare anche la musica elettronica”.

Martin Eden è una pellicola di prorompente realismo che dalle immagini di archivio attinge suggestioni mute eppur intrise di vivida espressione che conferiscono al fluire della narrazione un’armonica completezza.

“Ricostruire un film storico non è facile. Il documentario è stato fondamentale” commenta durante l’intervista il regista campano “ma il cinema non può elevarsi oltre l’archivio”. Eppure ha uno scopo preciso: è un film sull’educazione sentimentale dei giovani e vorremmo fosse portato nelle scuole.

In chiusura della rassegna dedicata a Pietro Marcello, questa sera, venerdì 25 ottobre, alle 18 verrà proiettato al Cinema Lumière Bella e perduta. Chissà che non ci sia anche Marinelli in sala a riguardare il film che tanto lo ha affascinato!

Condividi questo articolo