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Mentre i bimbi giocano, i grandi fanno “balotta”. Mörbidø, l’associazione che “invade” parchi e quartieri per renderli accessibili a tutti

22-04-2025

Di Valentina Toro

Mörbidø. Bimbi balotte e birrette. Già dal nome si può intuire l’animo giocoso e conviviale che questa associazione vuole ricreare, unendo la spontaneità creativa dei bambini con la socialità degli adulti, un ambiente dove si possono fare balotte anche con i bimbi.

Mörbidø aps è nata infatti per cercare di coniugare i bisogni di tutti senza creare polarizzazioni: il bisogno dei neo-genitori di poter ancora partecipare attivamente alla rete sociale e quello dei bambini di poter avere un proprio spazio libero dove poter esercitare la creatività senza giudizi di alcun tipo.

Lo sguardo si fa piccolo, alla pari dei bambini ma senza annullare le esigenze adulte.

Non avendo una sede fissa, lo spazio d’azione diventa l’intera città, soprattutto i quartieri, facendo dello spirito nomade una marca caratteristica dell’associazione.

Ho scambiato quattro chiacchiere molto piacevoli con Nike Baragli, fondatrice di Mörbidø.

Com’è nata l’associazione e su cosa si basa?

Ci siamo costituiti come associazione a marzo 2024. L’idea di fondo che ha spinto me e le altre due socie Gloria Granatini e Laura Mazzoli ad intraprendere questo percorso è stata la riflessione su un elemento in comune, ovvero il fatto di essere madri. Abbiamo constatato che è una percezione diffusa il forte isolamento sociale a partire dalla genitorialità. Nonostante Bologna offra tante attività per bambini, abbiamo notato un’assenza di spazi dedicati alla socialità e alle famiglie. L’imprinting dell’associazione è stata l’idea di un kinder cafè, un luogo di ritrovo dedicato alle neo-famiglie (con figli di fascia d’età 0-3 anni). Nel 2023 abbiamo vinto un bando di incubazione collettiva, CoopUp, in collaborazione con Kilowatt, Emilbanca e Confcooperative, basato su un lavoro di progettazione a impatto sociale, culturale e ambientale. Il bando ci è servito come percorso di incubazione per una nuova idea: non più un kinder cafè ma un’idea destrutturata, un progetto in modalità pop up in giro per la città, in modo tale da indagare anche la risposta dei quartieri. Ci siamo quindi concentrate su un’idea di gioco libero, svincolato dal raggiungimento di obiettivi e libero anche dal punto di vista economico. Abbiamo pensato di ricreare degli spazi di gioco che sono sempre spazi di relazione, con la presenza costante dell’adulto di riferimento. L’idea alla base è quella di mettere i bambini nelle condizioni di esercitare la fantasia attraverso i materiali che mettiamo loro a disposizione: libri selezionati dalle biblioteche di quartiere (facciamo infatti parte del Patto per la lettura del comune di Bologna), scampoli di tessuto per creare travestimenti, tende e materiali da impilare offerti dall’associazione Remida. Abbiamo creato anche lo stabilimento Blaterare, una spiaggia urbana che contiene giochi realizzati con materiali naturali. Cerchiamo di puntare sulla spontaneità ed è per questo motivo che non proponiamo workshop o laboratori ai bambini.

 

Come si articola la vostra idea di gioco libero?

Cerchiamo di promuovere il gioco libero passando soprattutto dalla salvaguardia dell’ozio. Viviamo infatti in una società iper accelerata e questo vale anche per i più piccoli, spesso intenti a fare attività frenetiche. Questa dinamica va però a discapito della cura della relazione tra grande e piccolo, aumentando invece la distanza tra le due parti. Noi non proponiamo laboratori ma presidi di ozio, cercando di promuovere la spontaneità della relazione senza porsi degli obiettivi prefissati da raggiungere attraverso il fare. Attraverso il non fare cerchiamo di andare verso la relazione congiunta tra grandi e piccoli. Il gioco libero è il dovere del bambino e noi cerchiamo di promuoverlo.

Quali contenuti per i grandi vengono portati nello spazio di gioco?

Per noi è molto importante portare nello spazio di gioco contenuti anche per i grandi, come ad esempio spettacoli, talk e rassegne culturali. Si sta svolgendo la rassegna Afternöøn iniziata il 27 marzo e che terminerà il 24 aprile con appuntamenti variegati che si svolgono in sedi diverse, come il circolo Arci di San Lazzaro, Filla in Montagnola, lo Spazio Zeta in Corticella. Parte della rassegna è stata incentrata non solo sullo spazio di socialità ma anche su quello di cultura. Gli appuntamenti dal nome Parrgoli e Marachelle si stanno svolgendo infatti all’interno dell’Istituto storico Parri e della casa di quartiere Due Agosto, portando una dinamica nuova: la nostra community, aggregata anche tramite l’uso di Whatsapp, entra per la prima volta in un istituto storico e allo stesso tempo è la prima volta che persone così piccole partecipano attivamente alle attività del Parri (in genere si rivolge a persone che frequentano le scuole medie o gradi superiori). L’idea alla base era quella di mescolare i loro materiali con i nostri, quindi avvicinare i bambini alla Storia contestualizzando le storie delle famiglie. Con questa finalità abbiamo costruito una linea del tempo con le foto delle famiglie dei partecipanti, aiutandoci anche con il materiale che ci è stato offerto dall’archivio storico. La rassegna si conclude con l’evento del 24 aprile ad ingresso libero fino ad esaurimento dei posti (con accesso da via Sant’Isaia 20). Sarà un’occasione per commemorare tutti insieme la Resistenza.

 

Quali criticità e spunti di riflessione avete riscontrato in questi mesi?

Abbiamo notato che i nostri spazi di gioco sono frequentati soltanto da adulti con i loro figli, sono assenti gli adulti che non sono genitori, nonostante molte attività siano pensate per tutti. Riscontriamo inoltre la difficoltà della relazione tra i grandi, più restii a fare rete tra loro, mentre i piccoli riescono molto più spontaneamente a creare relazioni. Un altro elemento su cui bisognerebbe lavorare è la mancanza della mescolanza con persone che hanno evidenti disabilità motorie, abituate a non partecipare attivamente alla socialità per la non accessibilità dei luoghi, aumentando la forte segregazione esistente. Ci auguriamo che con il tempo si riuscirà a creare una socialità che possa essere sempre più trasversale e funzionale per tutti.

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