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No Joke Radio, il network internazionale di dj e producer con base a Bologna e Heidelberg

19-09-2019

Di Salvo Bruno
Foto di No Joke Radio

Una piattaforma digitale che serva a divulgare la propria musica e che sia il giusto pretesto per condividere, promuovere e connettere artisti e realtà musicali senza nessun tipo di esclusione ma creando una galleria di podcast, una collezione musicale in continua crescita. Un’idea in continuo ampliamento.

Qualcosa di innovativo e di originale. Così me la spiega in Davide Grigatti, uno dei suoi due fondatori, seduti davanti a un bicchiere di amaro in un locale in via Mascarella, in centro a Bologna. Entrambi sfranti nel post-lavoro, ma l’occasione giusta per scambiare due chiacchiere su come è nato il progetto No Joke Radio in attesa di averli giovedì 26 da Granata per l’afterparty all’interno di Microonde, la settimana di eventi che abbiamo organizzato in occasione della Bologna Design Week. Ai piatti, oltre a Davide Grigatti, il fondatore di Hell Yeah recordings Marco peeDoo Gallerani e Quiroga, che presenterà il suo nuovo disco Passages.

 

“In a music world that seems unreachable and full of No’s, No Joke Radio says YES to the unconditional listening and the power of cohesion. No Joke Radio aims for inclusion and collaboration”. Le info dell’account Facebook la presentano così. Inclusione e collaborazione, colonne portanti della filosofia di No Joke Radio.

“No Joke Radio è prima di tutto un’idea nata dalla mente del sottoscritto e da quella di Phillip Bodine, un mio compagno di corso all’università di Amsterdam – racconta Davide – Eravamo squattrinati e disoccupati ma ricchi di idee, tra cui quella di costruire e dare vita a un qualcosa che legasse e raccogliesse musica elettronica, dance e musica da club. Già nel 2015 la scena musicale di Amsterdam era un’esplosione continua dei generi che piacevano tanto a noi. Il fervore della scena musicale era unico.

Ed è proprio da quel fervore, tra fine 2017 e maggio 2018, quando poi è stata lanciata ufficialmente, che ci venne l’idea di creare No Joke Radio. Il suo scopo principale è quello di coinvolgere sempre più gente legata alla musica, dal deejay emergente a quello più affermato, dai producer ai vari affiliati al mondo della musica, creando una raccolta di podcast su Soundcloud.

Un forte contributo alla crescita del progetto lo ha dato senza dubbio la mia ragazza, che insieme a Niso segue maggiormente il lato operativo. In totale, insieme a Lorenzo e Paolo, su Bologna siamo in cinque a occuparci di No Joke Radio. Il tutto autofinanziato, zero profit.

Insomma, tutto sommato è un buon pretesto di apertura e accoglienza verso chiunque abbia i nostri stessi gusti e segua i nostri ideali. Collezioniamo podcast un po’ da tutta Europa e non solo! Abbiamo avuto ospiti da Argentina, Perù, Giappone ecc..”.

Parte del team bolognese di No Joke Radio

Nata ad Amsterdam ma potenzialmente di casa in tutto il globo. Se dovessimo geolocalizzarla, dove si troverebbe fisicamente No Joke Radio?

“Il progetto si basa fondamentalmente sulla connessione, sia musicale sia di rete. Si collabora, si lavora e ci si confronta a distanza tramite il web, spesso anche da un continente all’altro, ma No Joke Radio di case ne ha ben due, a dire il vero. Due case e due basi, una qui a Bologna e una ad Heidelberg, in Germania”.

Quale può essere l’ambizione più grande per un progetto come questo?

“L’ambizione? Beh, la più grande è quella di creare dei poli dove si organizzino eventi e si raccolgano contenuti musicali della città in cui nascono. Definire il sound della città attraverso il sound di deejay e producer, mappando la città proprio attraverso quello stesso sound. Una cosa definisce l’altra.
È proprio quello che stiamo provando a fare anche offline nelle nostre città, Bologna e Heidelberg. Ogni città ha i suoi suoni e la sua identità artistico-culturale ed è giusto rispettarli, conoscerli, rappresentarli e al momento giusto anche superarli, offrendo qualcosa di innovativo”.

Shinichiro Yokota da Tokyo, Giappone | House

Prima parlavi di inclusione e collaborazione, sulle quali alla fine si basa No Joke Radio. Vi è mai capitato qualche volta di dover dire anche voi no a qualcuno che volesse entrare nel progetto?

“Quando ci scrivono, sia dall’Italia che dall’estero, valutiamo e nel caso condividiamo sulla piattaforma. Questo perché il nostro scopo offline, diciamo così, è creare eventi con coloro che collaborano online e portarli in città, tanto a Bologna quanto ad Heidelberg, motivo per cui ci deve essere un certo appeal le varie creazioni musicali”.

Quindi “No Joke” sul serio. Non si scherza per davvero, mi pare di capire.

“Esatto, il senso è proprio quello. Fare una cosa propria a modo proprio, non prendendosi troppo sul serio ma comunque credendoci e cercando di fare le cose nel modo più professionale possibile. Smetterla di cazzeggiare con le proprie passioni, portarle avanti senza compromessi e senza adeguarci a regole che non riteniamo giuste”.

TOP HUN da Tallinn, Estonia | UK Bass – Electornic – Experimental

Solitamente il mondo della musica è estremamente competitivo. C’è della competitività anche nella rete di No Joke Radio?

“No Joke Radio è un network di menti creative e ognuna di esse sa che deve andare al di là della competitività e che si sta facendo musica in modo amichevole. Si alimenta la passione per la musica attraverso la condivisione, senza farsi troppe pippe”.

Vi capita spesso di sentire un pezzo e dire “Questo artista merita più visibilità”?

“Diciamo che il podcast non viene fatto perché il producer che scegliamo ha gli ascolti o perché ha grandi numeri al seguito, ma perché è una persona che vive a contatto con quello che fa. La valutazione è indipendente dal pubblico che l’artista x ha o può avere.

Key Watch da Montreal, Canada | Dutch Dembow – Afro – Reggaeton

Diamo spazio solo a chi ha voglia di farsi conoscere e far conoscere la sua musica. Anzi, spesso diamo spazio proprio a chi magari non ha grossi numeri, proprio andando oltre questo concetto, altrimenti per noi non avrebbe senso dare linfa a un progetto come No Joke Radio. Il che ci differenzia da altri tipi di collettivi, alla fine”.

Quanto ha dato No Joke Radio a Bologna e viceversa?

“Fortunatamente gli eventi che abbiamo organizzato al Mikasa, al Granata Studio e al Rudere sono stati eventi molto ben riusciti sul suolo bolognese. Quindi sì, non posso che dire che questa città sta dando e può dare ancora tanto al progetto e senza ombra di dubbio accadrà anche il contrario. Ci sdebiteremo portando sempre nuovi sound e artisti innovativi”.

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