Entrare nelle case degli italiani per raccontare com’è cambiata la loro vita quotidiana ai tempi del Coronavirus. Ma come si può fare se non si può entrare in contatto con nessuno?
La soluzione è Quarantena – documentario collettivo, il progetto di un gruppo di vicini di casa di Bologna che, vivendo tutti nello stesso palazzo, hanno deciso di unire (sì, rispettando la distanza di sicurezza) le loro competenze lanciando una call aperta a tutti.
C’è tempo fino al 4 aprile per inviare un video in cui si racconta la propria vita quotidiana in quarantena, mostrando come si trascorre il tempo in casa, tra emozioni, sentimenti e creatività.
Il progetto riprende l’idea del regista Gabriele Salvatores con Italy in a Day, spiega Gianluca Iarlori, che si occuperà di montare i video che arriveranno.
Non solo, due giorni fa lo stesso Salvatores ha annunciato che anche lui realizzerà un documentario per raccontare gli italiani e la vita in quarantena. Questo però non ha fermato lo spirito del team bolognese, che dopo un primo momento di tentennamento, ha deciso di andare avanti lo stesso con il loro progetto indipendente, senza grandi case di distribuzione alle spalle.
È proprio questa voglia di fare che ha incuriosito lo stesso Salvatores che, commentando una loro foto su Instagram ha proposto una possibile collaborazione.
Insomma, la crew di Quarantena aspetta solo i vostri video creativi.
Gianluca è un po’ il braccio operativo di un gruppo di studenti di Antropologia di Bologna che vivono nel suo stesso palazzo, convinti che un documentario sia il modo più diretto per raccontare la vita durante il Coronavirus, insistendo sull’aspetto sociale e umano della quarantena.
Il documentario non sarà quindi una racconto a livello medico, bensì l’obiettivo è raccontare come le persone reagiscono nei modi più svariati alla vita di “reclusione” forzata.
La call è aperta a tutti e per partecipare basta inviare un filmato della durata massima di cinque minuti tramite WeTransef a quarantena.doc@gmail.com, ricordandosi di compilare il modulo per l’autorizzazione ai diritti d’immagine e d’autore. Non è importante quale strumento di ripresa si usi, se uno smartphone o una videocamera, l’importante è che l’inquadratura sia in orizzontale.
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