“Le paure del 2019 bruceranno insieme al ‘Vecchione partecipato’ che rappresenta il vecchio anno che se ne va, e resteranno intatti solo auguri, speranze e desideri di cui prenderci cura nel nuovo anno”.
Questo è lo spirito con cui è stato costruito il Vecchione partecipato 2019, format che i membri di Cantieri Meticci, collettivo bolognese di artisti provenienti da oltre 20 paesi del mondo che tengono laboratori puntando sulla diversità, hanno proposto anche l’anno scorso con una tematica diversa.
“In seguito al successo di questo format, anche quest’anno è stato assegnato a noi il compito di costruire il famoso ‘vecchione’ che domani sera 31 dicembre, come da tradizione, brucerà in Piazza Maggiore a Bologna”, ci hanno raccontato.
Vi starete chiedendo: “vecchione partecipato” in che senso?
‘Partecipato’ perché abbiamo letteralmente partecipato in tanti alla sua creazione.
Tutti i cittadini bolognesi, bambini, scolaresche, ragazzi, persone adulte e anziani di varie etnie e ceti sociali, sono stati invitati a far parte di questa esperienza collettiva per creare un’apertura verso il nuovo, il diverso e anche e soprattutto verso le paure che bisogna sapere riconoscere e buttarsi alle spalle con l’arrivo del nuovo anno.
Anche io ho voluto dare il mio contributo e fare questa esperienza. Tutti, guidati e affiancati dai alcuni mebri di Cantieri Meticci, abbiamo dovuto costruire un piccolo cassetto e ciascuno di noi ha poi dovuto scegliere un oggetto tra i vari messi a disposizione (pezzi di stoffa, pezzi di legno, pezzi di carta) che rappresentasse una delle paure più forti che vogliamo lasciarci alle spalle al termine del 2019.
C’è stato chi ha addirittura costruito degli oggetti personalizzati che sembravano opere d’arte, per rappresentare la sua paura più forte. Sono stata colpita nel profondo dalle paure disegnate o scritte e spiegate da tanti bambini, che si sono esposti molto di più rispetto agli adulti, con la spontaneità e genuinità che li caratterizza.
“Gli adulti sono decisamente più restii a parlare delle loro paure o anche solo a dire che paura vogliono buttarsi alle spalle. I bambini dicono tutto. Anche le cose più terribili con una sincerità disarmante”, ci hanno detto i ragazzi di Cantieri Meticci.
Io ho letto dei pensieri che mi hanno davvero scossa. Ho visto disegni rappresentativi di paure che un bambino non dovrebbe mai avere… come la paura di aggressioni, la paura di perdere i genitori all’improvviso, la paura di essere rapiti, la paura di essere abbandonati. Non so se mi spiego: non stiamo parlando della paura del buio o del lupo cattivo.
Anche io ho dovuto fare i conti con una delle mia paure e sofferenze più grosse e ho scelto un oggetto di legno che secondo me la rappresenta in pieno ma non ve la svelerò. Accanto all’oggetto rappresentativo della paura da abbandonare è stato aggiunto un foglietto di metallo con sopra incise, sempre a mano, piccole frasi riferite a quello di cui vorrà prendersi cura nel 2020: desideri, speranze, un augurio.
Ogni cassetto è stato usato come mattone per costruire la cittadella con le mura, che rappresenta Bologna, all’interno della quale ci sarà il vecchione, una testa di re inserita dentro a un elmo. Il viso sarà l’unica parte antropomorfa realizzata in cartapesta, parte fondamentale perché un vecchione privo di elemento antropomorfo non sarebbe definibile come tale.
Quando la cittadella e il vecchione verranno bruciati, e con loro tutte le nostre paure, le ceneri verranno rastrellate così da trovare i foglietti di metallo, che ovviamente rimarranno integri durante il falò, e che verranno distribuiti a tutte le persone presenti in piazza Maggiore come buon augurio per il nuovo anno.
I laboratori per realizzare il Vecchione sono stati attivati nelle scorse settimane in quattro quartieri della nostra città (Navile, Borgo-Reno, Savena, Porto-Saragozza), coinvolgendo oltre 500 persone tra anziani, bambini, e membri delle comunità straniere. Per un breve periodo è stata aperta anche un’officina permanente all’interno dello spazio Bianco del DumBO dove scenografi e artigiani del collettivo hanno aiutato tutti coloro che si sono presentati, a comporre artisticamente il fantoccio.
Chi non è riuscito a partecipare a ancora una possibilità: il 31 dicembre, dalle 14 alle 17 in Piazza Maggiore, si potrà comporre il proprio cassetto di carta in cui scrivere o disegnare quello che si vuole lasciare alle spalle e quello che si vuole salvare.
Partecipare al processo di costruzione del vecchione è stata un’esperienza molto singolare e in un certo senso catartica per quanto mi riguarda. Scegliere l’oggetto che rappresenta la mia paura, chiuderlo nel mio cassetto, sapere che domani sera brucerà assieme ai cassetti e alle paure di tanti altri cittadini mi ha dato e mi dà un senso di liberazione.
Voglio buttarmi alle spalle la mia paura. Voglio che bruci per bene.
Auguri di buon anno a chi raccoglierà il mio foglietto di metallo, chiunque esso sia.
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